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Catozzella: "La storia di Ciccilla è anche la storia dei nostri sogni e rivolte"

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Filippo Maria Battaglia

Lo scrittore firma un romanzo storico con protagonista Maria Oliverio, la prima e unica donna a guidare un gruppo di briganti nell'Italia della seconda metà dell'Ottocento. "Il suo - dice durante 'Incipit, la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri - fu un tentativo di liberazione  individuale e collettivo"

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Nella prima pagina di questo romanzo, la protagonista si ritrova "davanti al giudice militare come a carnevale", con i capelli corti da uomo, la faccia lorda e segnata da due anni sulle montagne e le unghie spezzate. Si chiama Maria Oliverio,ha 23 anni, sarà condannata per gravissimi reati e resterà alla storia con il nome di Ciccilla, la prima e unica donna a guidare un gruppo di briganti nell’Italia della seconda metà dell’Ottocento. È lei l'"Italiana", attorno a cui ruota l'ultimo romanzo di Giuseppe Catozzella, pubblicato da qualche settimana per i tipi di Mondadori (pp. 324, euro 19). 

"Una lotta di liberazione"

"Un mito e una leggenda già in vita - racconta Catozzella durante 'Incipit', la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri - Di lei e del marito scrive  Alexandre Dumas, dedicando sette puntate sul giornale che dirige ('L'Indipendente' ndr). E sempre a lei e al compagno  si ispira per scrivere 'Robin Hood', quando nel 1864, Ciccilla viene arrestata e condannata".  Catozzella si serve di questa storia per raccontare le  aspettative tradite e le occasioni mancate del Risorgimento, provando a indagare il legame che portò i sogni a trasformarsi in vendette.

Una storia di sequestri, di sangue e di violenza ma per Catozzella anche "la storia di una donna in rivolta che trova dentro di sé il coraggio per combattere per la propria liberazione: dalle sue origini, dal destino di un lavoro di schiavitù, dal rapporto con il marito verso il quale pure aveva nutrito la speranza di una salvezza". "Per questo - dice Catozzella - la sua storia è anche la storia della nostra rivolta, di chi eravamo quando sognavamo e combattevamo per un paese moderno ed emancipato, e tutto questo racconto è filtrato dagli occhi di una donna del sud, e dunque di una donna condannata a diventare perdente".

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