Rilassante ed essenziale per il benessere del corpo, lo stretching varia in base al tipo di attività fisica praticata. Ecco i principi guida per scegliere quello più indicato per la nostra routine sportiva
Ogni sportivo, dilettante o professionista, lo sa: i benefici dello stretching sono tangibili quando praticato correttamente e fatto in base alle modalità che meglio si integrano con il proprio allenamento. Ci sono infatti dei casi in cui lo stretching è inutile o, nei casi limite, si rivela addirittura dannoso.
Stretching per i runner
In questo caso, occorre fare diverse distinzioni: se si ha intenzione di procedere con un andamento tranquillo e regolare, per riscaldarsi basterà iniziare l'allenamento con una camminata veloce di una decina di minuti; se il cuore sarà invece sottoposto ad un discreto sforzo, alcuni esercizi di allungamento sono decisamente indicati. Principalmente interessati i muscoli di braccia e gambe, bicipiti, spalla, tricipiti femorali, polpacci e collo, specie dopo la corsa.
Stretching per il pilates
Va eseguito alla fine dell'allenamento e si compone principalmente di esercizi di allungamento moderato da fare sul posto, sul tappetino, mantenendo la posizione per almeno una ventina di secondi senza arrivare al punto di dolore. I muscoli interessati sono molteplici ma vale la pena lavorare su quelli della schiena, sul trapezio, sui glutei, sugli adduttori, sugli ischiocrurali (quelli della parte posteriore della coscia).
approfondimento
Aumentare la resistenza nella corsa, i programmi migliori
Stretching per l'allenamento in palestra
A dispetto di quello che si crede, lo stretching in palestra è uno dei metodi ausiliari per aumentare la massa muscolare, non va assolutamente sottovalutato in vista dell'obiettivo ipertrofia. L'allungamento deve quindi far parte dell'allenamento anche per evitare le fastidiose contratture cui vanno soggetti i frequentatori delle palestre. Chi si allena, ed in particolare chi solleva pesi, rischia di non eseguire correttamente gli esercizi se il muscolo non è ben allungato. Il rischio è che il range di movimento della muscolatura sotto sforzo sia limitato e vengano sollecitati altri muscoli non interessati dall'esercizio specifico. In palestra è consigliabile quindi eseguire uno stretching globale attivo, che agisce sulle catene muscolari, per il quale è richiesto più tempo e la conoscenza di tecniche di respirazione. Più semplice e veloce, invece, è lo stretching settoriale che agisce su un settore muscolare specifico con benefici certamente più contenuti.
Stretching per il nuoto
Va eseguito prima e dopo l'allenamento in vasca ed interessa tutti i muscoli del corpo, dal momento che il nuoto sollecita tutto il corpo. Prima dell'allenamento, è consigliabile nuotare almeno cinque minuti e poi fare stretching evitando di sollecitare i muscoli “a freddo”: potrà essere praticato un allungamento dentro o fuori dall'acqua. Quello post nuotata, può essere praticato anche come allungamento sotto la doccia. L'acqua calda aiuterà i muscoli a rilassarsi meglio.