Storia degli Etruschi, dalle origini incerte fino all'avvento di Roma

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Nascita, crescita e declino di una tra le civiltà più importanti nella storia dell'Italia avanti Cristo. Un popolo che ha lasciato numerose tracce, molte delle quali continuano a essere ritrovate nell'area dell'Etruria e non solo

Etruschi: uno dei popoli che ha maggiormente influenzato la civiltà dell'Italia avanti Cristo. Uno dei popoli più affascinanti, a partire già dalle origini incerte, la cui unicità e grandiosità sono state narrate dai Greci e dai Romani e le cui tracce continuano a stupirci grazie anche ai continui ritrovamenti sul territorio, un'area che si estendeva dall'Adriatico al Tirreno, dall'Emilia Romagna alla Campania, con propaggini anche a nord in Lombardia e in Veneto.

Le origini

Si è dibattuto parecchio nel corso degli anni sull’origine degli Etruschi. C'è chi ha sostenuto la tesi di una loro presenza in Italia fino da età antichissima e la discendenza dai villanoviani, chi invece fa risalire le loro radici ad una tarda migrazione dal Nord o per mare. Una tesi, quest'ultima, che si basa su alcune iscrizioni dell’isola di Lemno, presso la Tracia, in una lingua forse simile all’etrusca e su tracce di stile orientale della prima arte etrusca. "Poiché gli influssi orientali si riferiscono a epoca relativamente recente e possono meglio spiegarsi con rapporti commerciali - si legge sul sito dell'enciclopedia Treccani - la tesi della migrazione dal Nord o dell’autoctonia sembrerebbero preferibili". Secondo la Treccani "quel che è certo è che all’inizio del IX sec. a.C. fiorì la civiltà del Ferro in molti centri dell’Etruria storica e che da allora è possibile seguire, attraverso i resti archeologici, il loro sviluppo". Per Massimo Pallotino, archeologo, che fu il primo docente di Etruscologia della Sapienza di Roma, non c'è mai un'origine unica, diversi processi portano alla formazione di un popolo.

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L'ordinamento politico: le città-stato

L’ordinamento politico degli Etruschi originariamente fu a base monarchica, con successivi sviluppi democratici. Il popolo costituì varie città-stato, che mantennero sempre una forte autonomia. Tra le città-stato principali etrusche si ricordano quelle che formarono la Dodecapoli, un'alleanza economica, religiosa e militare: Veio, Cerveteri, Tarquinia, Vulci, Orvieto, Chiusi, Vetulonia, Volterra, Perugia, Cortona, Arezzo, Fiesole. I rappesentanti di ogni città attraverso un'assemblea si riunivano per eleggere un magistrato unico con l'obiettivo di elaborare una strategia comune, ma i tentativi in questo senso spesso si rivelarono vani.  Il momento di massima espansione risalirebbe, secondo quanto riportato da Erodoto, al VI secolo a. C., quando nel 540 a.C, gli Etruschi, assieme ai Cartaginesi, sconfissero i Focei di Marsiglia. Proprio l'alleanza con Cartagine consentì agli Etruschi di egemonizzare anche il Mediterraneo Occidentale oltre che tutta l'Italia affacciata sul Tirreno.

Il declino con l'avvento di Roma

La mancanza di unità fra le varie città-stato e l'avvento di Roma segnarono prima il declino e poi la fine degli Etruschi. Una data simbolo è quella del 396 a.C., quando l'assedio di Veio vede uscire vincitori i Romani.  Nel 294 a.C. cadde la seconda città etrusca, Roselle. Successivamente tutte le città dell'Etruria meridionale persero la loro indipendenza (alcune delle quali scomparvero definitivamente - Vulci, Veio, Volsinii, Sovana e Populonia). Altro snodo cruciale del passaggio di consegne storico fra l'Etruria e Roma è la presa di Orvieto (Volsinii) del 246 a. C. Nel frattempo nel nord le incursioni continue dei Celti, avviate prima del VI secolo a. C. distrussero i centri etruschi situati nella pianura padana (Felsina, Melpum, Marzabotto, Spina). Sul finire del I secolo a. C. gli Etruschi vennero definitivamente assorbiti dallo Stato Romano e il latino prese il sopravvento sulla lingua parlata precedentemente.

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Scrittura e lingua etrusca

A proposito della lingua etrusca, la sua conscenza è basata soprattutto su brevi iscrizioni sepolcrali, su alcuni testi più lunghi tra cui la Tebula Capuana, detta anche Tegola di Capua, risalente alla prima metà del V secolo a. C., o il testo ancor più estero ritrovato sulla benda che avvolge una mummia del museo di Zagabria. Molto importanti, per gli studiosi, sono stati i testi delle lamine d’oro rinvenute nel 1964 a Pyrgi, città etrusca che ricadeva dove ora si trova la frazione di Santa Severa, nel comune di Santa Marinella (Roma). "La scrittura etrusca - sostiene la Treccani - è fondata su un alfabeto d’origine greca. Alcune lettere dell’alfabeto greco mancano in quello etrusco, altre hanno valori fonetici differenti. Esistono inoltre lettere per suoni mancanti in greco".

Arte e architettura etrusca

Tratti orientali, che rimandano a una fra le tesi sulle origini degli Etruschi, sono presenti anche anche nell'arte di questo popolo nella prima fase, quella compresa tra l'VIII e il VII secolo a. C. In quell'epoca vennero importati oggetti dall’Egitto e dalla Fenicia. Successivamente si sviluppa la tecnica del bronzo con un'ampia produzione di troni, sedili, scudi. Per ciò che riguarda la ceramica, si ravvisano sia imitazioni greche, sia produzioni originali locali come i grandi vasi decorati con figure di mostri e animali. L'età di massimo splendore dell'arte etrusca coincide con in parte con quella di massima espansione territoriale, tra il VI e il IV secolo a. C. Si tratta del cosiddetto periodo ionico al quale risalgono anche numerosi sarcofagi in terracotta.

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La religione e il culto dei morti

Sono ancora i testi, ma anche le raffigurazioni artistiche, a rivelare qualcosa sulla religione degli Etruschi. Ed anche in questo caso, qualcosa rimanda alla Grecia con alcune divinità che compaiono con nomi soltanto leggermente diversi rispetto, per esempio, al corrispondente greco di Apollo e di Artemide. Altre figure riportano alle divinità greco-romane, come Minerva. Sebbene la similitudine a livello di testi e figure, "la religione etrusca - si legge ancora sulla Treccani - rivela caratteri nettamente diversi da quella ellenica e ricorda piuttosto la religiosità del Vicino Oriente antico". Tra le caratteristiche principali c'è il ritualismo con grande importanza riservata ai segnali provenienti dal cielo e dai fulmini. Gli Etruschi diedero enorme importanza al culto dei morti. Ne sono indice le tombe etrusche, gli affreschi sepolcrali e i numerosi monumenti funerari ritrovati dagli archeologi nel corso dei secoli. Le necropoli più celebri sono quelle di Populonia, Cerveteri e Tarquinia.

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