Lily King racconta la genesi di Cuore l’innamorato, tra memoria, desiderio e segreti
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Lily King ha presentato alla libreria Hoepli di Milano Cuore l’innamorato, il nuovo romanzo Fazi Editore già protagonista tra lettori e community. Nel corso dell’incontro, l’autrice ha svelato la vera genesi del libro, dal thriller politico abbandonato al segreto narrativo che ne ha trasformato la trama. Tra memoria, desiderio e relazioni non lineari, King approfondisce temi, struttura e significato di un’opera intensa e profondamente emotivo
"Volevo smettere di essere arrabbiata"
Milano accoglie Lily King con una sala gremita alla libreria Hoepli. È la sua prima volta in città, dice, sorridendo sorpresa davanti al pubblico che tende l’orecchio come si farebbe con qualcuno che ha qualcosa di vero da dire. Con lei ci sono Alice e Giada Cancellario, fondatrici della community Heloola, e Stefano Andrea Cresti come interpreta.
E l’inizio è già una piccola detonazione narrativa.
«Stavo scrivendo un thriller politico» racconta King. «Ero arrabbiata. Con l’amministrazione Trump. Con il Covid. Con tutto.»
Il romanzo, però, non stava in piedi. A pagina 90, la rivelazione:
«Non me ne fregava niente di quel senatore morto.»
La sala ride, ma quella frase è l’atto fondativo di Cuore l’innamorato: il momento in cui King decide di non scrivere contro se stessa.
E poi, l’illuminazione. Un’amica le manda il manoscritto ancora inedito di Ann Patchett, Tom Lake. «Si sentiva che si stava divertendo» racconta. «E anche io volevo divertirmi, di nuovo.»
Chiude un taccuino — quello sbagliato — e ne apre un altro. Inizia a scrivere la scena di un professore che legge un testo in classe. Entrano Sam e Yash.
«E ho capito che volevo stare con loro.»
Dalla pagina al destino: la protagonista che ritorna da un altro libro
Uno dei momenti più sorprendenti della serata arriva quando King confessa che non sapeva affatto che la protagonista del nuovo romanzo fosse la stessa di un suo libro precedente.
«Non sapevo nemmeno il suo nome» dice. «In prima persona non serviva.»
Poi, mentre annota un nome — quello del futuro marito di Jordan — qualcosa esplode: quel nome è già nel suo mondo narrativo.
«Ho pensato: non posso farlo. La mia editor mi ucciderà.»
E invece no: la editor se ne innamora.
King però non riesce a rileggere il romanzo precedente:
«Quando rileggo quello che scrivo penso che sia lento, noioso, scritto male. A pagina 7 ho mollato.»
Così Fazi assume una persona per controllare che non ci siano incongruenze.
La struttura che non funzionava e il segreto che ha salvato il libro
La parte più drammatica del talk riguarda la terza sezione del romanzo: i tre giorni in una stanza, la resa dei conti tra Jordan, Sam e Yash.
King la scrive e riscrive. Non funziona.
«Era piatta. Morta.»
Il marito — con incoscienza e tempismo — ripete la stessa frase per mesi:
«Lei deve avere un segreto.»
King esplode: «Non c’è nessun cazzo di segreto!»
Poi, un giorno, per esasperazione, prova a inserirlo davvero.
Solo cinque pagine. E tutto cambia.
«Era finalmente il motore narrativo che mancava» dice.
Le restano dodici giorni alla consegna.
Riscrive ogni scena toccata da quella nuova verità.
E il romanzo prende vita.
Se fosse ambientato oggi? Tecnologia, distanze, ghosting
Qualcuno chiede come cambierebbe la storia se si svolgesse oggi, tra chat, social e messaggi istantanei.
King sorride:
«La tecnologia accelera la comunicazione. Ma non cambia la natura delle emozioni. L’amore, il silenzio, l’abbandono… sono identici da secoli.»
È una delle risposte più applaudite.
Capitan Corsetto: quando un gioco familiare diventa titolo di romanzo
Il titolo del libro nasce da un gioco di carte tramandato per tre generazioni. Un gioco buffo, competitivo, pieno di codici impliciti.
King decide: “Potrebbe essere il titolo”.
Lo scrive nella chat di famiglia.
La figlia risponde: «Distruggerai la tua carriera.»
Il titolo resta.
E funziona.
La trama: un amore che torna a chiedere risposte
Cuore l’innamorato segue Jordan, una scrittrice che conosce a memoria i meccanismi dell’amore nelle storie — i sottintesi, gli slanci, le imperfezioni — ma che fatica ancora a decifrare la propria. Nel suo ultimo anno di college incontra Sam e Yash, due ragazzi brillanti che la accolgono nel loro piccolo regno fatto di letture voraci, ironia tagliente e partite a carte fino a notte fonda. Le danno un soprannome, Jordan, e senza accorgersene la trascinano in un triangolo emotivo in cui il desiderio non segue alcuna logica, solo il ritmo imprevedibile della giovinezza.
Quel rapporto a tre, fragile e incandescentemente vivo, lascia una traccia destinata a riemergere molti anni dopo. Quando Jordan è ormai adulta, immersa nella vita che aveva sempre immaginato, una visita inattesa e una notizia spiazzante spalancano di nuovo la porta del passato. I giorni luminosi e incerti del college ritornano, e con loro le omissioni, gli equivoci e le scelte che avevano cambiato tutto. Per la prima volta, Jordan è costretta a guardare dritto negli occhi ciò che aveva lasciato sospeso: l’amore che l’ha formata, e l’amore che non aveva mai avuto il coraggio di raccontare nemmeno a se stessa.
Il romanzo che nasce da un abbandono
Cuore l’innamorato è un romanzo che attraversa due tempi: la giovinezza sospesa del college, con le sue goffaggini luminose, e il presente più silenzioso, dove le scelte fatte e quelle mancate tornano a bussare.
Il triangolo Jordan–Sam–Yash non è solo un nodo sentimentale: è un modo di guardare alle possibilità della vita, all’idea che non sempre è il primo amore a formarci, ma quello che arriva dall’ombra, dal non detto, dalla gentilezza inattesa.
La morte di Cyra è la crepa che fa entrare la luce, ma anche il dolore che insegna ai personaggi che crescere significa assumersi la responsabilità delle proprie omissioni.
La scrittura di King alterna leggerezza e profondità con naturalezza disarmante.
È un romanzo che scivola dolcemente ma lascia graffi sottili, come una nostalgia che arriva all’improvviso.
Intervista a Lily King
Che cosa la attrae, come narratrice, nelle relazioni affettive non lineari presenti in Cuore l’innamorato?
Lily King: «Per una romanziera, la tensione tra tre persone è un dono. Nessuno è soddisfatto, e questa insoddisfazione alimenta il desiderio. Poiché Jordan e Sam si mettono insieme subito, sono Jordan e Yash — liberi dall’etichetta di coppia — a innamorarsi davvero.»
Nel romanzo il tempo sembra agire come un secondo protagonista. Come ha lavorato su questa doppia voce?
King: «Sono sempre affascinata da ciò che eravamo e ciò che diventiamo. Le scene del college sono il retroterra emotivo; la storia centrale avviene ventinove anni dopo, in una piccola stanza.»
Molte memorie silenziose influenzano il presente. Che ruolo hanno nella struttura narrativa?
King: «Le memorie meno appariscenti hanno una forza sotterranea enorme. Non sono ricordi: sono correnti emotive che modellano il presente.»
Crescere significa anche reinterpretare le nostre versioni passate?
King: «Creo una situazione e vedo come si comportano i personaggi. La scena dell’arrampicata sugli alberi ha aperto tutto: è lì che ho capito chi fosse davvero Jordan, ieri e oggi.»
CHI È LILY KING
Nata nel 1963 e cresciuta nel Massachusetts, Lily King è oggi considerata una delle voci più raffinate e sensibili della narrativa americana contemporanea. Dopo la laurea e una specializzazione in Scrittura creativa, insegna in diverse università degli Stati Uniti, coltivando parallelamente la sua passione per la letteratura e per la costruzione di personaggi emotivamente complessi.
Debutta nel 1999 con The Pleasing Hour, ma è nel 2014, con Euforia, che raggiunge la piena maturità stilistica: il romanzo diventa un caso editoriale, conquista la critica internazionale e viene inserito tra i migliori libri dell’anno dal New York Times e da Time.
Nel 2021 arriva Scrittori e amanti (pubblicato in Italia da Fazi Editore), che conferma definitivamente la sua centralità nella narrativa contemporanea per intensità emotiva, eleganza di sguardo e capacità di raccontare i desideri, le omissioni e le fragilità dell’età adulta.
Fazi Editore ha inoltre pubblicato la raccolta di racconti Cinque martedì d’inverno. Con Cuore l’innamorato King prosegue il suo percorso di indagine sulle relazioni, la memoria e la forma mutevole dell’identità.
The Lover’s Return
Alla fine della serata milanese, ciò che resta non è solo una presentazione, ma un retrogusto.
Cuore l’innamorato lascia una vertigine lieve: come una lettera che arriva in ritardo o una voce che avresti voluto ascoltare ancora una volta.
Per Lily King preparo un cocktail immaginario: The Lover’s Return.
gin secco, come la verità che Jordan evita;
vermouth rosso, amaro come le memorie che lacerano
un tocco di maraschino, dolce come gli anni in cui tutto sembrava possibile;
scorza d’arancia bruciata, come un desiderio riacceso.
Si beve piano, come si beve ciò che non si può dimenticare.
E mentre scende, una domanda affiora — la più semplice e la più crudele:
Che cosa, di noi, non abbiamo ancora avuto il coraggio di ricordare?