Tutto bene tranne il resto, l'album dei ricordi di Claudio Marinaccio

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Gabriele Lippi

Gabriele Lippi

Il fumetto pubblicato da HarperCollins è un memoir che procede a strattoni, come un album di fotografie o un album musicale, con le sue tracce in grado di raccontare sfumature di vita vissuta dai toni anche molto diversi tra loro

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Raccontare sé stessi è spesso un processo complicato, faticoso, doloroso. Claudio Marinaccio, fumettista torinese, lo ha fatto in Tutto bene tranne il resto (HarperCollins, 160 pagine, brossurato, bianco e nero, 18,90 euro) un fumetto che forse non un memoir puro, che procede a strattoni, con ellissi anche piuttosto ampie nella linea temporale della vita dell’autore e protagonista, come un album di fotografie, o, per dirla con le parole di Marinaccio, “come un album musicale”, che unisce momenti più intimi e profondi ad altri più divertenti e rilassati.

Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins
Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins

Padri e figli

Marinaccio decide di aprire il suo racconto con un espediente narrativo che è un po’ la sintesi estrema di tutta l’opera. Nelle prime pagine lo vediamo adolescente, al Delle Alpi, per una partita della Juventus. In campo c’è Del Piero, sugli spalti, con Claudio, il padre. Che fuma. Tanto. Come ogni volta che si trova allo stadio a vedere la Juve. Claudio prende coraggio e gli chiede di fargli provare la sua prima sigaretta, il padre gliela porge, lui inspira e tossisce. Una trentina di anni più tardi, Claudio è di nuovo allo stadio, di nuovo col padre, stavolta però è cresciuto e con loro c’è suo figlio adolescente, quello per cui ha deciso di smettere di fumare. In campo non c’è Del Piero ma Yildiz e il ragazzo non gli chiede una sigaretta ma una birra, la sua prima.

Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins
Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins

"L'arte ha un potere curativo"

La vita è così, si è figli prima di diventare padri, e da padri ci si ritrova a ripercorrere le orme dei propri genitori, calandosi nei loro panni. Ma la vita è fatta anche di tante altre cose, di esperienze vissute, di piccole e grandi idiosincrasie, di azioni più o meno giuste o sbagliate, di sensi di colpa provati e mai sentiti. “Ho dovuto ripensare molto a diverse cose del mio vissuto – racconta Marinaccio a Sky TG24 -. Alcune sono state anche molto dolorose, ma come sempre l'arte ha un potere curativo. A volte è pura catarsi. Altre è semplicemente una necessità. Si tratta di storie che per ragioni diverse avevo il bisogno di raccontare un po' per liberarmene, un po' per non farle morire mai. Poi ovviamente sono storie anche trasversali che parlano di me, ma che possono essere di tutti”.

Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins
Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins

Un racconto personale e universale

Questa universalità di un racconto tanto personale è forse il maggior punto di forza di Tutto bene tranne il resto. Marinaccio racconta di sé ma anche di una generazione, di episodi personali che però possono essere condivisi. Da una sofferta scoperta della sessualità alla ricerca di una propria indipendenza. C’è tanta Torino, ovviamente, e gli scorci disegnati da Marinaccio della città sabauda sono tra le tavole più interessanti in assoluto, ma c’è anche il Cile. Ci sono gli amori, c’è l’ansia, un rapporto complicato col cibo.

Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins
Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins

"Come un album musicale"

“Ho pensato a questo fumetto come se fosse un album musicale. Costruito da "pezzi" che messi insieme creassero un'unica narrativa – spiega l’autore -. Per questo ci sono racconti più profondi, altri più leggeri, altri ancora con atmosfere più poetiche e sospese, ma che letti dall'inizio alla fine hanno un concetto di fondo, quello che sintetizza il titolo: nonostante tutte le storture e le cose più o meno brutte che possono capitarci è sempre bello viversi la vita e andare avanti”.

Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins
Una tavola tratta da "Tutto bene tranne il resto", fumetto di Claudio Marinaccio edito da HarperCollins

Un finale sospeso

E la vita è una cosa che procede per tentativi e si riempie, lungo il percorso, di dubbi. È un qualcosa in divenire, sospesa e protesa verso il domani. E forse è anche per questo che Tutto bene tranne il resto non ha un finale vero e proprio ma lascia il lettore sospeso con una domanda a cui non segue una risposta. Una domanda di quelle esistenziali, che ti inseguono per tutta la giornata e ti rendono più difficile prendere sonno. Una domanda come le tante di un libro che, in un modo tutto suo, racconta una generazione di maschi imperfetta, irrisolta, che cerca nell’autoironia un rifugio per le proprie storture.

Claudio Marinaccio, Tutto bene tranne il resto, HarperCollins, 160 pagine, 18,90 euro
Claudio Marinaccio, Tutto bene tranne il resto, HarperCollins, 160 pagine, 18,90 euro

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