Tetsuo Hara a Lucca Comics: "Fare manga è come rincorrere un arcobaleno irraggiungibile"

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Il grande disegnatore giapponese, co-creatore di "Ken il Guerriero", era uno degli ospiti più attesi al più importante evento di cultura pop d'Europa. Ci ha raccontato qualcosa del suo processo creativo. L'intervista

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È stato, probabilmente, l’ospite più importante dell’area fumetto di Lucca Comics & Games 2025. Tetsuo Hara non è un semplice disegnatore, non un mangaka qualunque, è il papà di Ken il Guerriero, il manga di combattimento realizzato insieme a Buronson (autore della storia) che ha segnato una generazione, con la sua ambientazione post-apocalittica e quel mondo un po’ alla Mad Max fatto di violenza estrema, fame morte ma anche speranza. A Lucca gli è stata dedicata una mostra, “Come un fulmine dal cielo”, nella quale è stata esposta un’opera creata appositamente per l’Italia, “Il Salvatore nell’Arena”. Inoltre il suo autoritratto è entrato nella collezione della Galleria degli Uffizi, prima volta assoluta per un mangaka. Lo abbiamo intervistato alla rassegna di cultura pop più importante d’Europa, dove era ospite di Panini Comics, l'editore italiano che con la linea Planet Manga sta ripubblicando tutta la serie di "Ken il Guerriero", anche con una edizione deluxe in volumi cartonati.

Tetsuo Hara alla sua mostra personale a Lucca Comics & Games 2025
Tetsuo Hara alla sua mostra personale a Lucca Comics & Games 2025

Ha esordito giovanissimo a 21 anni con Iron Don Quixote. Cosa ricorda di questo primo lavoro e che importanza ha avuto per lei?
È un'opera che ho creato non proprio perché volevo farla ma perché mi è stato detto di farla. In realtà quello che volevo fare fin dall'inizio era un'opera che aveva elementi del kung fu cinese, come le arti marziali di Bruce Lee, solamente che il mio editor mi ha detto che per iniziare sarebbe stato meglio fare un manga sul motocross perché era sicuro che in Giappone ci sarebbe stato un boom di questo sport. Non è successo e la colpa del fallimento di questo primo manga può risiedere sia nel fatto che il mio editor non fosse tanto esperto in quel momento sia nel fatto che io avevo in qualche modo sottovalutato Shonen Jump (importante rivista di manga pubblicata in Giappone, ndr) e pensavo che bastasse entrare nei primi sette manga della classifica settimanale. Non è stato così.

 

Due anni fa è stato il 40° anniversario di Ken il Guerriero e ancora oggi è una storia attuale a amatissima. Qual è il suo segreto?
Grazie mille. La verità è che in Giappone è tutto il contrario. Ho iniziato a rileggere ultimamente l'opera e mi sono reso conto che invece stava invecchiando e anche i lettori hanno iniziato a vederla come un'opera molto vecchia, quindi il fatto che gli italiani incontrati a Lucca pensino che sia ancora un'opera attuale è qualcosa che mi rende veramente felice.

È cosa nota che per caratterizzare i personaggi di Ken il Guerriero si è ispirato a persone realmente esistenti, personaggi famosi. Alcuni richiami sono noti, altri meno. Quanto pensa che questa scelta abbia impattato sul successo del manga in particolar modo in occidente, visto che molti dei riferimenti presi sono proprio personaggi famosi occidentali?
La cosa che mi ha insegnato mio maestro Koike (Kazuo, mangaka autore tra le altre opere di Lone Wolf and Cub, ndr) è che il manga si crea tramite i personaggi. Io ho sempre avuto una passione per gli attori, per i film, per la musica, per questo ho utilizzato queste persone famose per infondere un'anima nei miei personaggi, perché quando uno disegna su un foglio di carta può pure essere bravissimo ma se non hai qualcosa che vuoi trasmettere al lettore è molto difficile far muovere i tuoi personaggi all'interno della storia. Amando gli attori o cantanti a cui ho fatto riferimento per i miei personaggi penso di essere riuscito a metterci tutto quello che amavo di loro e questo è stato percepito non solamente dal pubblico giapponese ma probabilmente da quello di tutto il mondo.

 

Qui a Lucca c'è una sua mostra personale al centro della quale si trova tra l'altro un'opera realizzata proprio per l'Italia: “Il Salvatore nell'Arena”. Ci racconta la genesi di quest'opera?
Un membro del mio staff, Enrico Croce, mi ha portato diverse idee e con la sua passione e le sue idee siamo riusciti a portare avanti quest'opera. Io sono un artista che ha sempre lavorato in team, con qualcuno che mi dava la storia da cui io poi creavo il manga, quindi sono veramente grato al fatto che lui è riuscito a portarmi un'idea su cui è stato possibile mettermi di nuovo alla prova. Anche perché comunque sono un artista che ha disegnato già tutto, quindi se non provo un qualche interesse per fare qualcosa di nuovo non mi viene voglia di disegnare.

Tetsuo Hara visita la sua mostra personale a Lucca Comics & Games 2025
Tetsuo Hara visita la sua mostra personale a Lucca Comics & Games 2025

L'anno prossimo festeggia 45 anni di carriera. Qual è, se c'è, il momento che ricorda con maggiore soddisfazione?
In realtà, disegnare manga è come rincorrere un arcobaleno che non riesci mai a raggiungere: puoi pensare di aver fatto bene un qualcosa oggi e domani lo rileggi e ti sembra che non vada più bene, lo vedi il giorno dopo e ti sembra che invece vada bene. Sei sempre in mezzo al dubbio, quindi il momento migliore non c'è. I momenti migliori, però, ci sono e sono quelli in cui tu mandi in redazione le tue pagine, per una settimana non sai quale sarà la reazione del pubblico, temi di aver fatto male e magari dopo due settimane il pubblico dice che hai fatto bene. I miei momenti preferiti sono questi: far divertire il mio pubblico e vedere le sue reazioni.

 

Qual è il personaggio che ha amato di più disegnare e invece quello che gli è costato più tempo, più fatica a pensare, creare e immaginare?
Quello che mi è piaciuto di più disegnare è senza dubbio Kenshiro, però per renderlo il personaggio principale erano essenziali altri personaggi che gli dessero una motivazione per combattere. Per questo ho creato Toki, Rei, Jagger, e i personaggi minori come i Punk che lo facevano apparire cool agli occhi del lettore. Un personaggio che invece mi ha dato problemi è stato Raoh perché era diventato troppo forte, addirittura più forte di Kenshiro, creandomi diversi problemi a livello di design e storia.

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