Lucca Comics and Games, la rivincita dei nerd

Anche quest’anno sono oltre 30mila le persone “ufficialmente” censite che si sono presentate con i loro costumi alla manifestazione toscana, la più grande nel suo genere in Italia. A loro la kermesse lucchese dedicava oltre un’ottantina di appuntamenti, per numeri da record. Ma il messaggio è soprattutto quello di unione e voglia di condividere la propria passione. Non è voglia di travestirsi, ma più bisogno di identità e necessità di unione per un grido di pace e amore universale. È questo il messaggio che il colorato popolo dei cosplayer italiani lancia dalla sua Woodstock: Lucca Comics and Games. Anche quest’anno sono oltre 30mila le persone “ufficialmente” censite che si sono presentate con i loro costumi alla manifestazione toscana, la più grande nel suo genere in Italia. A loro la kermesse lucchese dedicava oltre un’ottantina di appuntamenti, per numeri da record. “Non c’è un’associazione che raccoglie il mondo cosplayer, si tratta per lo più di community molto attive e vivaci che prendono forma in base a passioni e interessi comuni per questa o quella serie o saga e si danno appuntamento attraverso i social, Facebook e Telegram soprattutto, si mettono quindi in contatto con noi che ne coordiniamo le attività – spiega Nicola D’Olivo, Cosplay Community Manager di Lucca Comics and Games - . Qui i partecipanti danno vita a contest, tra cui il più antico d’Italia visto che la prima edizione si è tenuta nel 1998, parate a tema, flash mob, carpet. Si può dire che grazie alla Rete per Lucca si parte da soli, ma si arriva insieme”. Un antidoto al bullismo “Ho sempre avuto una passione per l’arte e nel 2010 sono venuto a contatto con questo mondo e da lì ho scoperto un fenomeno che unisce community vastissime e trasversali, non conosce età o altro limite, né confini. Richiede tanto impegno anche perché poi dal punto di vista simbolico veicoliamo un messaggio di pace e unità per tutti quelli che partecipano a queste grandi manifestazioni e si ritrovano a condividere l’amore per lo stesso videogioco, film o anime, è qualcosa di incredibile che oggi possiamo avere grazie a internet e ai social media. Per me Lucca è casa, mi sono esibito in oltre 80 Paesi nel mondo, ma venire qui ha sempre un sapore particolare – racconta Leon Chiro, cosplayer di professione tra i più quotati -. Sarà che adesso sento una responsabilità particolare nei confronti della community, da quando insegno questa che io chiamo arte e sono un ambassador e punto di riferimento per tanti ragazzi. Un’emozione ancora più grande se penso a quando da ragazzo dovevo combattere i bulli. Adesso creo un’esperienza a 360° sempre più realistica e interattiva, interpretando i miei personaggi con i quali mi immedesimo, per un popolo che sente l’esigenza di fuggire per un po’ dalla realtà, diretto verso un mondo di pace e positività, ma per divertirsi non per alienarsi”. La rivincita dei nerd “Prima il cosplayer era visto come un nerd, qualcuno che teneva la sua passione all’interno della propria cameretta, ora invece è diventata espressione di unione, un grande fenomeno pop in crescita anche grazie al contributo dei social che è stato determinante – gli fa eco Himorta, altra star del mondo cosplay - . Cosplay è interpretare non solo creare, e al proposito devo dire che ci sono sempre più mani impegnate a lavorare ad un singolo costume. Ne vedo sempre più spesso alle manifestazioni espressioni di questa condivisione. Conosco tanti padri e figli che lavorano insieme allo stesso cosplay, tanti amici, tante coppie di fidanzati che si sono magari innamorati tramite questa passione. Secondo me questa è la grande magia di questo universo così variegato e il messaggio che noi possiamo contribuire a veicolare a chi ci segue è quello di non dimenticare di divertirsi. Il fattore principale è quello di sentirsi tutti quanti uniti in una forte unione e relazione, il messaggio è quello di non nascondersi, non vergognarsi e sotto questo punto di vista penso che il cosplay in qualche modo possa essere anche “terapeutico”. Sullo sfondo c’è infatti il bisogno di stare tutti quanti insieme per dimenticarsi dei problemi quotidiani e sentirsi un’altra persona, un supereroe un personaggio che amiamo. E questo ti allontana dallo stress, dall’ansia della vita quotidiana e soprattutto ti mette a contatto con altre persone che come te hanno voglia di divertirsi. Cosplay è anche e soprattutto unione e amicizia. Per esempio, il mio rapporto con il pubblico è splendido, io mi pongo come un’amica per chi mi segue, in un clima fatto di amore e sentimenti positivi”.

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Lucca Comics and Games, la rivincita dei nerd

Cristian Paolini