Doomscrolling, perché non riusciamo a smettere di scrollare?

Arriva una notifica. Sblocchi il telefono “solo per un attimo”, poi apri un’app, ti imbatti in una notizia negativa, poi in un’altra, un’altra ancora… e senza accorgertene sei intrappolato nel doomscrolling. Il doomscrolling è l’abitudine di restare incollati a contenuti negativi, anche quando questi ci fanno stare male. E questo accade anche perché gli algoritmi dei social sono progettati per tenerci più a lungo possibile sulle piattaforme. E i contenuti che suscitano emozioni “forti”, che generano in noi paura, rabbia o ansia, generano più interazioni, e quindi più tempo di permanenza online. Molti pensano di farlo solo per “restare informati”, ma in realtà questo diventa un’abitudine automatica: appena abbiamo un momento libero, prendiamo il telefono e iniziamo a scrollare, spesso senza nemmeno accorgercene. Ma perché non riusciamo a smettere? E in che modo questa abitudine influisce sul nostro umore, sull’ansia e sulla nostra percezione della realtà? Ne abbiamo parlato con la Psicologa e Content Creator Lucretia Paravia. Un’abitudine esplosa con la pandemia Il fenomeno del doomscrolling è cresciuto esponenzialmente durante la pandemia. Basto pensare a quando ogni giorno controllavamo compulsivamente il bollettino dei dati sul COVID, sperando che i casi diminuissero. Eventi globali come la guerra in Ucraina o a Gaza, hanno poi aumentato ulteriormente la nostra esposizione a notizie negative. Non ci sono ancora statistiche precise sul doomscrolling in Italia, ma sappiamo che siamo quasi sempre connessi e spesso in modo poco sano. Secondo l’Osservatorio GenerationShip di Changes Unipol, l’81% dei giovani tra 16 e 35 anni si considera dipendente dallo smartphone, e il 57% lo usa fino a tarda notte, con una media di oltre quattro ore al giorno online. L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico , evidenza invece che il 17% dei bambini prova ansia se viene privato di telefono o tablet. Perché non riusciamo a smettere “I social media sono come delle slot machine digitali, funzionano con rinforzi intermittenti. Non sapere cosa vedrai un attimo dopo e la velocità con cui puoi scoprirlo rilascia nel cervello sostanze che ti fanno venire voglia di continuare”, spiega Paravia. “Poi c’è la Fomo , la paura di perdere qualcosa: essere aggiornati su cosa succede nel mondo ci dà l’illusione di essere presenti e attivi, anche se in realtà restare solo a guardare ci fa l’effetto opposto. Infine, i social sono un ottimo/finto regolatore emotivo: molte persone si rilassano o si distraggono da una giornata difficile cercando contenuti che rispecchiano il loro stato d’animo o che li tirano su di morale”. Cosa succede al nostro cervello “Come accennavamo prima, il sistema che si attiva quando facciamo cose piacevoli come giocare, mangiare o fare sesso si chiama “rewind system”, o sistema di ricompensa”, spiega la psicologa. “Questo sistema rilascia dopamina nel nostro cervello, facendoci sentire bene. Quindi, capisco perfettamente la voglia di continuare a usare il telefono, soprattutto quando ci dà quella bella sensazione di benessere. Ogni notifica, like, commento o post interessante sembra accendere una scintilla e ci fa venire voglia di continuare a scorrere”. L’impatto su umore e ansia Ma vediamo come questa abitudine può influenzare il nostro umore, l’ansia e la percezione. “Purtroppo, l’uso serale e prolungato del telefono, soprattutto se ci esponiamo a contenuti stressanti, può peggiorare la qualità del sonno e l’umore del giorno dopo”, prosegue Paravia. “Quindi, un buon consiglio è quello di evitare di usare il telefono prima di andare a dormire”. Il circolo vizioso delle cattive notizie “Durante la pandemia, diversi studi e ricerche su campioni vari hanno evidenziato un legame tra il tempo passato a scorrere feed negativi o a fare doomscrolling e livelli più alti di ansia, depressione e stress post-traumatico”, spiega la psicologa. “Alcune ricerche sperimentali hanno anche dimostrato che leggere notizie negative può peggiorare l’umore e che le persone in uno stato d’animo negativo tendono poi a cercare più contenuti negativi, creando un vero e proprio circolo vizioso”. Come uscire dal loop, i suggerimenti di Paravia Riduci l’attrattività del “premio”: Gestisci le notifiche push per notizie e social media. Le notifiche sono come dei segnali che ci spingono a usare il telefono; rimuoverle può aiutare a ridurre le sollecitazioni. . Usa i limiti automatici per lo schermo e le app. Bloccare temporaneamente il telefono o impostare un timer può aiutarti a ridurre il tempo d’uso e a migliorare il tuo benessere e la qualità del sonno. Intervieni sulle abitudini: Fissa un tempo massimo di utilizzo giornaliero. Prova ad alternare l’uso del telefono con altre attività che ti fanno stare bene, come leggere, meditare, scrivere, giocare a casa con il partner o la famiglia, fare una partita a carte, dedicarti a un hobby. Scegli con cura chi seguire e cosa leggere. Opta per fonti affidabili per le informazioni e cerca momenti di svago sani per il divertimento. Ricordati che possiamo scegliere cosa fare del nostro tempo. Dedicati ad attività che possono realmente portarti ad un benessere, sei più forte del social. Ritrovare il mondo reale Contrariamente a quanto spesso ci fanno credere i social, una buona notizia c’è: si può uscire da questo loop. Non serve infatti eliminare completamente le piattaforme, ma riprendere il controllo del tempo che passiamo online. Non possiamo controllare il futuro, ma possiamo imparare a gestire quello che facciamo oggi. Imparare a staccare il cervello dal loop digitale, significa riportarlo nel mondo reale, che non è tutto quello che vediamo sui social.

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Francesca Torcasio