La voce della strada, il manga rap di Kei Usuba
Lifestyle
Yukito Oji è orfano di una madre tossicodipendente e ha perso la sorella per suicidio. Spaccia per sopravvivere ma cerca di uscire dal giro. E per farlo ha un solo strumento: la musica. La nuova serie targata JPop
Mezzo di comunicazione, strumento per esternare il disagio, via di fuga dal crimine. Il rap ha rappresentato e continua a rappresentare tutto questo per molti afroamericani, ma pur mantenendo le sue radici in un contesto geografico ed etnico ben definito, negli anni si è globalizzato sempre di più. Così, vedere un giovane giapponese che butta giù i primi versi nella periferia di Osaka non è poi così strano.
La trama
Yukito Oji è il protagonista di La voce della strada, manga di Kei Usuba candidato ai Kono Manga ga Sugoi! portato in Italia da JPop. Yukito è un ragazzo orfano di una madre tossicodipendente che ha perso la sorella per un suicidio, che cresce da solo in un contesto criminale, costretto a spacciare droghe sintetiche per sopravvivere, rendendosi complice della distruzione di vite e famiglie. Yukito, però, in quell’ambiente non ci vuole restare, ha un piano e un amico beatmaker che crede in lui e nel suo potenziale: così inizia a rappare, buttando giù le sue rime sul quadernetto che gli ha lasciato l’amata sorella perduta.
Gli echi di 8 Mile
Se avete visto anche solo 8 Mile, il film semibiografico con protagonista Eminem, è probabile che nelle pagine di La voce della strada ci troviate qualcosa che già conoscete. E questo non è certo un peccato, anzi, semmai è la conferma della capacità di Usuba di raccontare una storia che ha una sua credibilità, cruda e dura, senza abbellimenti di sorta, violenta quando deve esserlo, intima e dolorosa nel suo strato più profondo. La voce della strada fa riecheggiare il dolore e il disagio del protagonista e di ciò che vive e vede tutti i giorni, e un plauso particolare va al lavoro di adattamento, coi testi rap di Yukito che mantengono una loro credibilità pur con l’esigenza di conservare le rime e sforzandosi di mantenere la metrica (operazione tutt’altro che semplice).
Un tratto umoristico che ricorda l'aerosol art
Il tratto di Kei Usuba è estremamente particolare: umoristico, caricaturale, quasi buffo, ma anche perfettamente coerente con la cultura hip hop. I personaggi sono pupazzoni che ricordano i puppet dei writer di strada, alcuni hanno addirittura chiare ispirazioni dai Simpson, creando un affascinante contrasto con le tematiche estremamente dure di un racconto che di umoristico non ha niente.
Gli endorsement per Kei Usuba
Leggerlo è un po’ come partecipare al cammino di Yukito, trovarsi al suo fianco mentre – controvoglia – pesta un gruppetto di ragazzini in una spedizione punitiva, viene pestato a sua volta, corre nel locale in cui dovrà esibirsi per la prima volta. Se La voce della strada ha convinto autori come Keigo Shinzo (Randagi, Hirayasumi) a definire Kei Usuba la “nuova stella del mondo dei manga” e ha ottenuto le lodi del mangaka Kohei Horikoshi (My Hero Academia) e del regista Hirokazu Kore’eda (Shoplifters, Monster), è perché fin dal primo volume si presenta come una storia potente e sincera. Una serie certamente da seguire.