Dalla yurta alla tree-house, la crescita del turismo naturalistico

I viaggiatori sono sempre più attratti dalle destinazioni rurali e dagli alloggi immersi nella natura, alla ricerca di autenticità e tranquillità. Rispetto dell’ambiente, valorizzazione del territorio e sostenibilità paiono essere le motivazioni principali che spingono il cosiddetto “turismo naturalistico”. Secondo i dati Airbnb, il desiderio di riconnettersi con Madre Natura sta guidando una trasformazione nelle abitudini di viaggio con una crescita significativa delle ricerche per soggiorni immersi nel verde e lontani dalla città. Dalle tende yurta in montagna alle cupole e case sugli alberi, gli alloggi “wild” sono tra le strutture più desiderate in tutto il mondo. A livello globale, destinazioni come Nagoya , Castleton nel Vermont e la Patagonia cilena registrano aumenti importanti nelle ricerche, grazie alle fioriture, alla fauna locale e alla bellezza dei paesaggi. A guidare questo trend, sono i Millennial che nella primavera 2025 sono risultati essere i principali protagonisti dei viaggi rurali per numero di prenotazioni. Tuttavia, è la fascia d’età 60-90 anni a registrare il maggiore incremento nell’interesse per queste mete rispetto al 2024. I dati globali di Airbnb trovano conferma anche in Italia, dove, quasi 1 notte su 2 risulta prenotata in contesti extraurbani, in particolare tra le bellezze paesaggistiche e l’entroterra di Toscana, Sicilia e Sardegna. Ne parliamo con Matteo Sarzana, Country Manager Italy and Southern Europe Airbnb. I viaggiatori sono sempre più attratti dalle destinazioni rurali e dagli alloggi immersi nella natura, alla ricerca di autenticità e tranquillità. Perché? La spinta è data dalla necessità di rallentare e riscoprire un senso più genuino del viaggio. Secondo una recente indagine realizzata da YouGov per Airbnb, circa 11,8 milioni di italiani scelgono di abbracciare un approccio più disteso, privilegiando esperienze meno frenetiche e più connesse al territorio. A motivare questa scelta è soprattutto il desiderio di vivere momenti autentici e di entrare in sintonia con le tradizioni e la cultura locale . Si tratta di una modalità di viaggio che invita a prendersi il tempo necessario per assaporare ogni luogo, piuttosto che optare per una tipologia di soggiorno mordi e fuggi. Questa inclinazione è particolarmente sentita tra Millennial e famiglie, che vedono nel viaggio lento l’opportunità di condividere esperienze significative e ritagliarsi spazi di benessere lontani dalla routine. Per molti, è anche un modo per rigenerarsi mentalmente: il 76% delle famiglie, ad esempio, considera questa formula un efficace antidoto allo stress. L'International Ecotourism Society definisce il turismo naturalistico come "un viaggio responsabile nelle aree naturali che preserva l'ambiente e migliora il benessere delle popolazioni locali". Menu biologici, plastic-free e risparmio intelligente di energia sono alcuni dei capisaldi del turismo naturalistico. Quali i benefici? In Airbnb crediamo che viaggiare possa e debba avere un impatto positivo: sulle persone, sui territori e sull’ambiente; da anni promuoviamo un modello di ospitalità diffusa, che valorizza le realtà locali e favorisce un rapporto più autentico con il territorio e il turismo naturalistico è un perfetto esempio di questo approccio. Sempre più ospiti scelgono infatti esperienze a contatto con la natura e soggiorni lontani dai percorsi più battuti. Non si tratta solo di paesaggi suggestivi: c’è il desiderio di rallentare, di vivere con consapevolezza, di entrare in relazione con luoghi e comunità in modo più profondo. È in questa cornice che il turismo naturalistico dimostra tutto il suo potenziale. Per rispondere a questa crescente domanda, abbiamo recentemente introdotto le nuove Esperienze Airbnb, attività guidate da persone esperte del luogo, che permettono agli ospiti di scoprire il territorio da una prospettiva unica. Dalle escursioni nella natura alle attività culturali o sportive, sono un modo concreto per promuovere un turismo più immersivo e rispettoso. Siamo anche impegnati nella valorizzazione di luoghi di straordinario valore, come i siti patrimonio dell’umanità UNESCO, supportando progetti che puntano alla conservazione e al coinvolgimento delle comunità locali. A guidare il trend del turismo naturalistico sono i Millennial che, nella primavera 2025, risultano i principali protagonisti dei viaggi rurali per numero di prenotazioni. Tuttavia, è la fascia d’età 60-90 anni a registrare il maggiore incremento nell’interesse per queste mete rispetto all’anno precedente. Quale è l'identikit tipo del viaggiatore che sceglie il turismo naturalistico? Il turismo naturalistico intercetta oggi un pubblico ampio e intergenerazionale: si tratta di viaggiatori accomunati da un forte desiderio di autenticità, da una sensibilità verso l’ambiente e da una propensione a ritmi più lenti e consapevoli. I Millennial, in particolare quelli tra i 30 e i 39 anni, sono oggi i principali protagonisti dei soggiorni in contesti rurali. Si tratta di persone attive, curiose, spesso attente al benessere personale e alla qualità del tempo condiviso. Allo stesso tempo, registriamo un interesse in forte crescita da parte della fascia 60-90 anni, composta da viaggiatori con grande attenzione al comfort, alla bellezza del paesaggio e alla dimensione culturale del viaggio e ne apprezzano la tranquillità e la possibilità di riconnettersi con la natura. Questi numeri trovano conferma anche in Italia dove, quasi 1 notte su 2 , risulta prenotata in contesti extraurbani, in particolare tra le bellezze paesaggistiche e l’entroterra di Toscana, Sicilia e Sardegna. Come è cambiato il turismo in Italia? Il turismo in Italia sta attraversando un’evoluzione profonda. Oggi assistiamo a una distribuzione sempre più ampia e diversificata delle scelte di viaggio: quasi una notte su due prenotata su Airbnb riguarda contesti extraurbani, ma non si tratta solo di un ritorno alla natura: è in corso un cambiamento culturale che coinvolge anche le aree montane, sempre più frequentate al di fuori dei tradizionali picchi stagionali. Toscana, Sicilia e Sardegna sono le regioni più apprezzate non solo per i paesaggi, ma anche per la ricchezza culturale e la varietà di sistemazioni in contesti naturali. Oggi, quasi una notte su due su Airbnb in Italia riguarda aree lontane dai centri urbani, segno di un cambiamento profondo nelle preferenze di chi viaggia. In un’epoca segnata da accelerazione e sovraccarico, la possibilità di rallentare diventa un lusso sempre più ricercato. Località come quelle del Veneto, Trentino-Alto Adige e Lombardia stanno registrando una crescita costante delle prenotazioni nei mesi primaverili e autunnali. Solo nel 2024, le destinazioni montane italiane hanno superato 1,2 milioni di notti prenotate fuori stagione, con un incremento del 20% rispetto al 2022. A contribuire a questa trasformazione è anche il ruolo crescente dell’ospitalità diffusa. Gli host attivi nelle aree rurali e montane confermano come la possibilità di offrire un alloggio anche in periodi di bassa stagione stia generando nuove fonti di reddito e un impatto concreto sul tessuto economico locale. La Rete di Co-Host introdotta da Airbnb risponde proprio a questa esigenza, facilitando la gestione delle seconde case anche a distanza. Il turismo italiano si sta dunque spostando verso un modello più distribuito, consapevole e resiliente. È un cambiamento che non solo migliora l’esperienza di chi viaggia, ma rafforza le comunità locali, valorizza territori spesso poco esplorati e crea le condizioni per uno sviluppo sostenibile di lungo periodo. Un’opportunità importante, che sarà ulteriormente amplificata da appuntamenti come le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, già oggi catalizzatore di interesse per molte aree di montagna meno conosciute.

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