Sacro e immanente “nelle mani” di Matteo Pugliese. La mostra a Roma

Il titolo evocativo Nelle tue mani. Gesto, arte, materia ci introduce da subito al senso della personale di Matteo Pugliese. L’artista milanese, classe 1969, ha sviluppato sin da giovane l’amore per la Scultura, che è diventata la principale espressione della sua Arte. Fino al 6 luglio, a Palazzo Merulana, a Roma, lo scultore - che è presente nella collezione del Palazzo con la sua Gravitas - è protagonista di un progetto, curato da Carmen Sabbatini, che presenta una cinquantina di lavori, suddivisi in quattro sezioni. Matteo Pugliese analizza – nell’anno giubilare - un tema che gli è molto caro: il legame tra sacralità e immanenza; le sue opere vanno oltre il dato materiale, ponendosi in dialogo con le strutture universali del sacro. Matteo Pugliese, com'è nata l'idea della mostra "Nelle tue mani"? Questa mostra è per me molto importante. Una mia opera era già parte della Collezione Cerasi da molti anni, da circa 18 anni ed è sembrata, quindi, questa mostra, un evolversi naturale di questa collaborazione, di questa mia presenza nella Collezione Cerasi, che ha ospitato questa mostra a Palazzo Merulana. È una delle mie mostre più articolate e anche più rappresentative. Con la curatrice abbiamo scelto una cinquantina di opere delle diverse serie che porto avanti nel tempo, proprio perché, come dicevo, sono quelle che meglio mi rappresentano. Che cosa porta a Palazzo Merulana? Ci sono opere in materiali molto diversi: dal bronzo, naturalmente, al marmo, all’alluminio, ceramica, legno. Abbiamo cercato, in dialogo con la collezione della Fondazione ma anche con le opere tra di loro, di portare una mostra forte e variegata. Il titolo della mostra Nelle tue mani, è un omaggio a uno dei capolavori assoluti dell’Arte mondiale, cioè, il cenacolo di Leonardo da Vinci, naturalmente, che io ho cercato di reinterpretare. È un’opera del 2019, che ho realizzato per i 500 anni dalla morte di Leonardo ed è un’opera che parla attraverso le mani. Ho visto, nel Cenacolo, che tutto il pathos, tutta la tragicità del momento narrato dall’affresco di Leonardo, viene trasmesso attraverso le mani. Le mani dialogano, le mani parlano, le mani esprimono paura, esprimono curiosità, tormento. Per cui mi è piaciuta, mi è venuta naturale, l’idea di catturare solamente il linguaggio delle mani. Al di là di questo, nei miei lavori affido molto dell’emotività, della mia emozione, alle mani. Sono spesso protagoniste, proprio perché le vedo un alfabeto completo per narrare e trasmettere le mie emozioni; per cui, non saranno solamente le 20 mani in mostra ma saranno molte di più le mani che raccontano e dialogano con lo spettatore. C’era molta attesa per questa sua mostra e l’accoglienza, da parte del pubblico, è stata ottima. Credo che le mie opere abbiano una buona accoglienza, un buon riscontro, perché parlano “da pancia a pancia”. Vanno in direzione contraria, rispetto a quella che è un’Arte concettuale, che spesso si aggrappa – almeno questa è la mia visione – a concetti un po’ astrusi; fa perno su ciò che non si può spiegare, deve essere spiegato dal critico, da qualcun altro. A me piace lavorare in maniera molto istintiva e questo penso che si trasmetta – o almeno è ciò che vedo, che sento, che mi raccontano collezionisti, amici, il pubblico delle mostre – che c’è proprio un’emozione molto diretta, molto franca e senza troppe sovrastrutture. Alessandra Cerasi - Fondazione Elena e Claudio Cerasi Palazzo Merulana Palazzo Merulana ospita la mostra di Matteo Pugliese che qui è già di casa con un’altra opera. L’impatto è stato incredibile, quando sono entrata e ho visto le opere di Matteo, che è sempre stato nella collezione dei miei genitori. Mi padre era stato lungimirante, perché la collezione di Palazzo Merulana è sempre stata una collezione di ‘900 storico italiano. Mio padre aveva un gusto innato per il bello, quindi, ogni tanto si innamorava di qualche pezzo contemporaneo e tra questi Gravitas, l’opera di Matteo Pugliese. La comprò da Farsetti ed era felicissimo, la portò a casa con grande stupore di mia madre che, invece, è sempre stata più razionale, molto colta. Mio padre, però, aveva questa attrazione per il bello che ci stupiva a prescindere dalla sua collezione. Vedere, oggi, una mostra meravigliosa come questa di Matteo mi emoziona e mi fa sentire ancora più a casa. Mi sento proprio di dire “Bravo, papà!”, per tutte le meravigliose intuizioni che ha avuto.

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Sacro e immanente “nelle mani” di Matteo Pugliese. La mostra a Roma