Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia, opera d'Arte e Mater gratiae

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Sabrina Rappoli

Sabrina Rappoli

Tarquinia è soprattutto città etrusca ma la presenza del cardinale Vitelleschi, che qui era nato, la rese anche crocevia di Cultura in epoca rinascimentale. Dimostrazione ne è la Madonna di Tarquinia, di Filippo Lippi

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“La Madonna di Tarquinia” di Filippo Lippi è tornata nel luogo per cui era stata pensata e commissionata, palazzo Vitelleschi, oggi sede del Museo Nazionale Archeologico di Tarquinia. L’opera, considerata una delle più raffinate composizioni sacre del Quattrocento, un dipinto su tavola realizzato dal grande artista fiorentino su incarico del cardinale mecenate Giovanni Vitelleschi, resterà esposta nell’abside della cappella del secondo piano dell’edificio in occasione della mostra diffusa “1437. La Madonna di Filippo Lippi, Tarquinia e il cardinale Vitelleschi”, voluta dal Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (PACT) a chiusura delle celebrazioni del centenario del museo. L’esposizione è realizzata in collaborazione con il Comune di Tarquinia e la Diocesi Civitavecchia - Tarquinia e con il sostegno del Dipartimento Diva del Ministero della Cultura e della Direzione Generale Musei.

Cardinale

“La mostra “1437. La Madonna di Filippo Lippi, Tarquinia e il cardinal Vitelleschi”, racconta una storia avvincente, la storia del rapporto tra il Cardinale Giovanni Vitelleschi, che era nativo di Tarquinia; uno dei capolavori del Rinascimento italiano, la cosiddetta Madonna di Tarquinia, un dipinto realizzato da Filippo Lippi nel 1437; e il Palazzo Vitelleschi, uno dei più belli e importanti palazzi del rinascimento italiano nell’Italia centrale”, spiega il curatore, Vincenzo Bellelli. “Il cardinale acquisisce numerose ricchezze che vengono trasferite sull’abbellimento del suo palazzo e lui ingaggia uno dei pittori più di grido del suo periodo, che era Filippo Lippi. È un pittore ancora giovane ma al tempo stesso un artista già affermato, come ci dicono le fonti documentarie; un artista rivoluzionario che trasferisce la sua originalità e il suo genio, proprio nella realizzazione di questo dipinto. E’ rivoluzionario per due motivi: innanzitutto per l’impostazione del dipinto, un soggetto tradizionale della Madonna con Bambino, viene reinterpretato e reso alla maniera dei pittori fiamminghi, cioè, all’interno di uno spazio domestico che sostituisce lo sfondo uniforme, dorato, delle Madonne del periodo medievale. L’altra novità iconografica, importantissima, è che l’opera veicola molti messaggi religiosi: il tema del dipinto è l’incarnazione, l’unione del trascendente con la natura umana, la natura divina che si fonde con la natura umana. Il dipinto, noto come Madonna di Tarquinia, è considerato uno dei più importanti nella produzione di Filippo Lippi, proprio per la profondità del messaggio concettuale che esso veicola. Oltre che commissione personale del cardinale Vitelleschi, è diventata anche Mater gratiae, per la comunità di Tarquinia. In altre parole, l’immagine sacra – nel corso del tempo – ha sicuramene acquisito un valore aggiunto, quello delle icone a cui veniva riconosciuto, dalla comunità locale, il potere di fare miracoli. I restauri hanno evidenziato la presenza, sul busto e sulla spalla della Vergine e in altri punti, la presenza della fissione di ex voto che sono stati poi rimossi per ripristinare la condizione originale del dipinto”.

MadonnaContorno

Il punto di partenza del percorso della mostra é il palazzo Vitelleschi, che, da vero organismo vivente, ha avuto una lunga storia e un suo sviluppo, fino a diventare museo. Questa sede è molto più di  “una location” per la bellissima ed emozionante esposizione. E’ un importantissimo Museo Statale Nazionale, che ospita collezioni archeologiche che rimandano al periodo etrusco di Tarquinia. Tuttavia è anche un Palazzo storico che ha una sua identità strettamente legata alla storia della città, un aspetto integro che va preservato e che va raccontato parallelamente. Il Palazzo è, dunque, uno dei protagonisti assoluti della mostra “1437. La Madonna di Filippo Lippi, Tarquinia e il cardinale Vitelleschi”
In questo contesto spaziale il progetto scientifico, coordinato dal professor Vincenzo Bellelli, direttore del PACT, mira a sottolineare l’importanza del contesto temporale: “Il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia è stato istituito nel 1916 e inaugurato nel 1924. Cento anni di storia, a cui in realtà si sommano altri cinque secoli di vicende del superbo edificio che lo ospita, palazzo Vitelleschi, gioiello dell'architettura rinascimentale. La seconda vita del Palazzo - quella di museo statale - è nata all'insegna di un "dono", quello da parte della città di Tarquinia allo Stato, per farne un museo. Una storia esemplare, fatta di comportamenti virtuosi delle istituzioni pubbliche e delle persone che le hanno incarnate, per raggiungere l'interesse collettivo, sommo fra tutti gli obiettivi di una amministrazione pubblica: la creazione a Tarquinia di un museo che conservasse la memoria del territorio e della sua comunità. E così, nell'anno del centenario del museo, è parso naturale al PACT, in cui è confluito il museo tarquiniese, organizzare un grande evento culturale, che riproponesse con forza il legame fra Tarquinia e il "suo" museo. La Madonna di Tarquinia realizzata da Filippo Lippi nel 1437 per il cardinale Vitelleschi ci è parso un tema adatto, perché identitario, che potesse vedere affiancati, in una sinergia fruttuosa, il PACT, il Comune e la Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia. Siamo felici che tutti, tarquiniesi e non, per tutto il periodo della mostra, possano ammirare la Madonna di Lippi nel luogo a cui Giovanni Vitelleschi l'aveva destinata”.

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