Un team di ricercatori dell'Università della Pennsylvania ha sviluppato un metodo per ottenere una miscela più forte usando il minor numero di chicchi. Il segreto? Il tipo di flusso d'acqua
I ricercatori dell'Università della Pennsylvania hanno sviluppato un metodo per ottenere un caffè più intenso con una quantità minima di chicchi. La ricerca, riportata su Physics of Fluids, ha esaminato il processo di filtraggio del caffè, concentrando l’attenzione sulle dinamiche fisiche del flusso d'acqua per ottenere una miscela più forte con un minor dispendio di chicchi. Il caffè è tra le bevande più diffuse al mondo, con decine di miliardi di chilogrammi consumati ogni anno, ma la sua coltivazione è minacciata dai cambiamenti climatici e dalle necessità agricole specifiche. Per far fronte a questo problema e ottimizzare l’uso dei chicchi, il team di ricerca si è concentrato sull’interazione tra il getto d'acqua e i fondi di caffè utilizzando particelle trasparenti illuminate al laser, al fine di visualizzare le dinamiche interne.
L'importanza del flusso d'acqua
I dati della ricerca hanno evidenziato come un getto d'acqua forte e laminare, tipico dei bollitori a collo d'oca, sia ideale per creare una valanga nei fondi di caffè. Questo movimento porta a una migliore miscelazione tra acqua e chicchi macinati, aumentando l'estrazione dei composti aromatici. Secondo gli scienziati, un flusso d’acqua concentrato e continuo permea più a fondo nel letto di caffè, migliorandone la miscelazione e l’estrazione. Al contrario i getti troppo sottili tendono a dividersi in goccioline, riducendo l’efficacia dell’estrazione e compromettendone il gusto. Inoltre, l'utilizzo di particelle trasparenti ha permesso di valutare a fondo le dinamiche fisiche che influenzano la distribuzione dei fondi durante la preparazione. I dati quindi sottolineano l’importanza della forma e della forza del getto d’acqua nell’ottimizzazione del processo di estrazione del caffè. Nonostante la ricerca si concentri sul flusso laminare, ulteriori ricerche potrebbero valutare l’incidenza di altri fattori, come le dimensioni dei fondi o l'impatto della temperatura dell'acqua. I ricercatori spingono, infatti, affinché gli appassionati sperimentino queste tecniche anche a casa per arrivare a una migliore comprensione delle interazioni fisico-chimiche nella cucina quotidiana.
