La Primavera in mostra, l’incanto dei fiori nell’Arte italiana

È una mostra perfetta per la Primavera, quella in corso fino al 29 giugno alla Fondazione Magnani Rocca, a Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma. Già il titolo “Flora, l’incanto dei fiori nell’Arte italiana dal ‘900 a oggi”, ne svela la natura e ci rimanda a universo fatto di colori, aromi, grazia e bellezza. Un incanto, come per l’appunto recita il titolo dell’esposizione, che - proprio perché tale - non può lasciare indifferente il visitatore. Ci si addentra tra i capolavori in mostra e intanto il pensiero va al Parco Romantico adiacente, recentemente restaurato; un luogo ameno, che comprende un lago, un giardino all’italiana e uno all’inglese, il tutto esteso su dodici ettari. La Villa dei capolavori, sede della Fondazione, con arredi di epoca neoclassica e impero, è immersa nel Parco Romantico stesso, dove crescono rigogliose piante esotiche, alberi monumentali, oltre a essere abitato da splendidi pavoni bianchi e colorati. In un gioco di rimandi, ciò che esiste al di fuori della villa si intreccia con quanto insiste al suo interno, centocinquanta quei fiori declinati tra pittura e scultura, tradizione, avanguardia, sperimentazione. “Ditelo coi fiori”, recitava una vecchia pubblicità. Ebbene, è vero: con essi possiamo esprimere gioia, gelosia, cordoglio, amore, passione, delusione; accompagnati da un biglietto o inviati in forma anonima, da sempre i fiori sono un linguaggio, che l’Arte – come in questo caso – rende unanime e universale. Stefano Roffi – Direttore Scientifico Magnani Rocca e curatore della mostra "È un momento davvero speciale alla Fondazione Magnani Rocca; vengono portati a compimento i lavori di restauro del grande Parco romantico che attornia la villa e i saloni della villa stessa si animano di colori. È una mostra dedicata al tema fiori e giardini nell’Arte italiana dal ‘900 a oggi, i maggiori artisti del ‘900 sono presenti: da Segantini, Boldini, Previati, De Chirico, Savinio, Morandi. De Pisis, fino alla contemporaneità, quasi ai giorni nostri. Opere di Schifano, di Kounellis, davvero un grande bouquet fiorito, dove sono presenti anche opere collezionate da Luigi Magnani – il fondatore della Magnani Rocca – che proprio 70 anni fa, nel 1955, insieme ad altri intellettuali fondò Italia nostra. Tra le tante opere esposte c’è un bellissimo dipinto di Filippo de Pisis, al centro del quale campeggia un vaso di tulipani, un omaggio dell’artista al nuovo amico Luigi Magnani, il fondatore della Magnani Rocca. Si erano conosciuti a teatro, de Pisis aveva messo in scena un’opera di Mozart e Magnani, che amava tantissimo il teatro, non aveva mancato a quella première. Nacque subito una forte amicizia e de Pisis dipinse, per l’amico Magnani, questo stupendo W Mozart, non a caso, a ricordare l’amicizia nata all’insegna della musica e dipinse anche altri due dipinti. W Mozart è parte della mostra Flora, l’incanto dei fiori nell’Arte italiana, dal ‘900 a oggi, proprio per la presenza di questi stupendi tulipani che, solitamente, come altri fiori rappresentano un’esplosione di energia per l’artista, un’energia cromatica, un’energia di vita alla quale, subito dopo, faceva seguito una profonda consapevolezza sulla caducità delle cose umane". Daniela Ferrari - Curatrice della mostra "Flora, l’incanto dei fiori nell’Arte italiana dal ‘900 a oggi, è una mostra che è dedicata a un tema affascinante ma anche complesso, come quello del fiore e dell’interpretazione che, numerosi artisti, hanno dato di questo oggetto così semplice e così delicato ma anche così difficile da rappresentare, colmo di simbologie sottese e anche molto impegnativo da prendere dal punto di vista pittorico e concettuale. La mostra è una sorta di competizione che le sale espositive della Fondazione Magnani Rocca fanno con il Parco romantico che sta attorno alla villa dei capolavori, recentemente restaurato e, quindi, si presenta come un tributo cromatico, una grande esplosione floreale, su queste pareti che sono state allestite come se fossero proprio dei bouquet di quadri. Sono esposte più di 150 opere di numerosissimi artisti, con capolavori di Segantini, Previati, Boccioni, Balla, Longoni, Morandi, Boldini, Donghi, Bonazza, Casorati, Chini, in un percorso che – via via – arriva fino alla contemporaneità, rappresentata qui da importanti opere di Kounellis, di Schifano, Gilardi, Benati, De Maria, attraversando anche un momento pittorico della Storia dell’Arte, in cui il fiore viene anche interpretato per la sua inquietudine. Quindi, ci sono in mostra dei capolavori di de Pisis, primo fra tutti Il gladiolo fulminato, in cui sentiamo questa grande tensione emotiva che, il marchesino pittore, è riuscito a restituire al fiore, in dialogo con dipinti di Morlotti, di Guttuso, di de Chirico, di Savinio, di Cremona. Sono davvero numerosissimi, i dipinti in mostra, suddivisi in varie sezioni tematiche, che si intrecciano l’una con l’altra. Alcune di queste sezioni hanno proprio il nome di un aggettivo che connota il fiore, quindi, ci troviamo in sezioni in cui i fiori possono essere silenziosi, recisi, inquieti, futuristi, con capolavori – per esempio – di Balla e Depero. Oppure, possono essere semplicemente fiori, secondo il celebre verso di Gertrude Stein “Una rosa è una rosa è una rosa”. L’artista che inaugura la mostra con un’opera importante, dedicata – tra l’altro – alla figura di Flora, è Giulio Paolini che è una sorta di maestro di cerimonia della mostra; apre la mostra insieme con la scenografia di Depero che è Le Chant du Rossignol e la chiude con un’opera altrettanto intensa che si intitola L’artista ringrazia".

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