Comet Club, la nuova graphic novel di Yi Yang tra UFO e misteri
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L’artista cinese torna con una nuova storia a colori. Un romanzo di formazione avvolto in un giallo tra le montagne della Cina anni Novanta
Con il naso all’insù in cerca di qualcosa in cui credere. Sono i protagonisti di Comet Club, la nuova graphic novel di Yi Yang (Bao Publishing, 192 pagine, 22 euro), alle prese con avvistamenti di UFO, nuove amicizie e una Cina che lascia indietro chi non corre con lei. Fumettista cinese classe 1994 in Italia da oltre dieci anni, nelle sue tavole Yi Yang rimane ancorata alle sue radici e all’infanzia vissuta nel freddo Nord-Est della Repubblica popolare. Lo ha fatto in Easy Breezy e Deep Vacation e torna a farlo anche in Comet Club, terzo volume che segue le vicende dell’ormai inseparabile duo di amici Li Yu e Yang Kuaikuai. Una nuova puntata di un romanzo di formazione a colori, ancora una volta intriso di mistero e di crescita personale.

La trama
L’atmosfera è sempre la stessa ma i personaggi di Yi Yang sono cresciuti. In questa nuova storia Li Yu e Yang Kuaikuai sentono il tempo che scorre e nuove strade si aprono davanti a loro. A scuola c’è un nuovo club, dedicato allo studio e agli avvistamenti degli UFO. Ne fa parte un gruppo di eccentrici, come d’altronde sono anche i protagonisti, che trovano così modo di allargare lo stretto giro di conoscenze conservate finora. Personalità di spicco tra le new entry è Qi Ming, fondatore del Comet Club e sguardo sull’età più adulta che attende Li Yu e Yang Kuaikuai. Insieme, come ormai tipico della narrazione di Yi Yang, si ritroveranno incastrati in un giallo e scopriranno come affrontare le ansie dei piccoli, smascherando al contempo le bugie dei grandi. Una prospettiva più complessa sul mondo degli adulti, con dinamiche più mature e nuovi personaggi che incideranno sulla crescita dei protagonisti.
Oltre alla trama, ad essere cresciuto è anche il tratto dell’autrice, sempre più deciso e sicuro di sé. “Comet Club per me è la maturazione degli ultimi tre o quattro anni, sia in termini di tecnica di disegno che di narrazione”, racconta la fumettista a SkyTG24. “Sicuramente questo volume non sarebbe venuto così belo senza gli altri due”, continua.

Diventare grandi secondo Yi Yang
La nuova avventura degli inseparabili amici questa volta li porta tra le innevate montagne della Cina del Nord-Est. Ma a rendere speciale il loro viaggio in questo volume è quanto è cambiato il loro intricato rapporto con gli adulti del romanzo. Quasi assenti nei primi due capitoli della serie, l’improvvisa partecipazione delle figure genitoriali si presenta come elemento che rompe gli schemi: “Mentre il Paese si stava sviluppando in tempi record e gli adulti erano impegnati a costruire il proprio avvenire, i bambini crescevano praticamente tra di loro, poco con la famiglia”, spiega la fumettista. È questa l’esperienza di tanti giovani cinesi delle zone periferiche del Paese, unica costante per le strade di città in continuo mutamento, rimasti soli con i loro dubbi e il rischio di finire sulla cattiva strada.

Le amicizie dei racconti di Yi Yang sono quindi il riflesso dell’esperienza dei giovani cinesi cresciuti negli anni Novanta. Spesso trascurati da genitori costretti a migrare verso le città per inseguire il progresso, ma forti delle relazioni familiari e dei rapporti costruiti giocando per strada. Il fenomeno all’epoca era tanto ampio che in cinese esiste un nome per i bambini abbandonati nei villaggi dai genitori costretti a lavorare nei centri urbani: i liúshǒu'értóng (留守儿童) letteralmente “bambini abbandonati”. Per i più fortunati invece, la comunità diventava famiglia. “Io e i miei cugini e amici siamo nati nella generazione di figli unici, perciò nella mia testa siamo tutti fratelli fuori di casa”, racconta Yi Yang. Oltre al vincolo familiare, i rapporti si stringevano tra i banchi di scuola: “Mi ricordo che alle elementari uscivamo da scuola alle quattro e mezza e stavamo insieme. Perciò i genitori sono ‘assenti’ nei miei ricordi. Tutte le belle esperienze che ho fatto nella mia vita scolastica sono state con i coetanei, è stato naturale raccontarlo nei miei fumetti”.

La Cina a colori
L’esperienza dell’autrice traspare gentile nelle tavole di Comet Club. E così l’essenza della Cina si palesa tra le fumarie che frastagliano gli sfondi delle tavole, ricordo sempre più spento di quelle fabbriche del profondo Nord che avevano aiutato il Paese a risollevarsi dopo la guerra civile. Ma anche nelle trame a fiori delle coperte che ancora oggi si trovano a casa dei nonni o delle “zie” cinesi, figure di riferimento per ogni nucleo familiare anche senza legami di sangue. E poi ci sono le tigri, che in questo volume come nella mitologia cinese sono simbolo di forza e coraggio. È una Cina distante dal modello di superpotenza a cui siamo abituati oggi, raccontata nella fermezza dei suoi giovani quanto nella fragilità dei suoi adulti. “Era un contesto sociale che ha fatto nascere diversi fattori di instabilità”, conferma Yi Yang. E in un contesto simile, le persone hanno bisogno di speranza e spiritualità: “Per qualcuno è stata la religione, per altri qualcosa di ancora più lontano, come gli UFO”.
