Che fine fanno i cani da slitta quando vanno in pensione?

Valentijn Beets è capo guida cani da slitta e CEO della Bearhill Husky e vanta un’esperienza ormai quasi trentennale nel settore. Insieme a lui abbiamo cercato di capire come funziona la gestione degli animali, com’è organizzata la loro vita lavorativa, come si provvede al loro mantenimento quando finisce la stagione e soprattutto dove finiranno quando saranno vecchi e improduttivi. “Questi cani possono lavorare fino a quando hanno 10 anni, però noi per scelta li facciamo uscire con le slitte fino ai 7-8 anni e poi iniziamo a cercare una nuova casa per loro” ci racconta Valentijn. “Questo non significa che lasciano il canile a quell’età, ma solo che iniziamo per loro un percorso di pensionamento e, se arriva la persona giusta, allora siamo pronti per pensionare il cane. Siamo fermamente convinti che gli husky ben allevati, ben addestrati e ben tenuti siano adatti ad andare in pensione come animali domestici, o altrimenti in canili più piccoli per continuare a correre a livelli meno intensi. I nostri cani pensionati hanno dimostrato di essere cani fantastici per i loro nuovi proprietari, e in molti casi hanno mostrato un lato più giocoso e meno "lavorativo" una volta in pensione; sono diventati animali domestici, addestratori di cuccioli, cani da riproduzione, cani da slitta per hobby e molte altre cose”. Il timore era sentirsi dire che i cani vengono abbattuti una volta che non sono più produttivi, se non trovano casa, perché diventa troppo costoso mantenerli, ma Valentijn ci rassicura: “il nostro protocollo autorizza l’eutanasia del cane solo in caso di questioni che riguardano in modo serio la qualità della vita dell’animale come una prognosi medica negativa o un’età molto avanzata”. Proprio a proposito di costi e di gestione dell’attività, a Bearhill hanno escogitato dei metodi per combattere la stagionalità del business espandendo la loro offerta per adattarla anche ai periodi più morti: “siamo pionieri dei tour in cart nell’area di Rovaniemi e partecipiamo attivamente ai progetti di promozione del turismo in Lapponia. Oltre a questo, il nostro business si sta focalizzando anche sulla vendita diretta di pacchetti dal nostro sito e questo ci consente di avere un flusso di cassa anche durante i mesi di bassa stagione. Questa stagionalità delle attività si riflette anche sui prezzi: il costo per i tour tiene infatti conto dei mesi fermi così come della cura dei cani e di tutti i costi che si affrontano quando la stagione finisce”. A Bearhill Husky non lavorano da soli, ma sono inseriti in un circuito che coinvolge altri 8 canili per un totale di 300 cani e Valentijn ci tiene a precisare: “siamo particolarmente consapevoli dei costi di mantenimento di un canile e prestiamo attenzione al fatto che tutti i nostri canili partner ricevano un salario dignitoso per il lavoro che fanno con i cani”. Si potrebbe pensare che per delle attività così popolari ci siano delle sovvenzioni a livello nazionale, ma invece Valentijn ci spiega che non sono previsti specifici aiuti dal governo finlandese in questo senso né coperture dei costi, anche se esistono garanzie a livello sia nazionale che europeo a supporto degli investimenti. I numeri del settore sono piuttosto alti, sia in temini di cani coinvolti che in termini di giro d’affari, quindi immaginiamo che ci sia un’istituzione preposta anche a vigilare sulla salute dei cani. “L’autorità veterinaria finlandese fa un’ispezione annuale al canile” conferma Valentijn “e noi abbiamo anche delle ispezioni volontarie legate al benessere dei nostri animali e al certificato di attività sostenibili come attività green. Il nostro obiettivo è concentrarci sulle pratiche migliori, presentare la guida dei cani così per come dovrebbe essere fatta in modo responsabile e, si spera, costringere i nostri concorrenti e colleghi a migliorare la loro cura dei cani attraverso la concorrenza del libero mercato. L’autorità veterinaria finlandese che si occupa della materia è consapevole dei problemi che ci sono, ma ha pochi poteri di intervento e finanze ridotte per risolverli. Si stanno adottando misure e ci sono miglioramenti, tuttavia la mancanza di risorse significa che l’applicazione della normativa non è uniforme in tutta la Lapponia. Attorno a Rovaniemi ci sono più ispezioni e più risorse rispetto alle remote cittadine ancora più a nord”.

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