Chi parla meglio inglese nel mondo? Spoiler: gli italiani non sono tra i primi

In terza fascia. Che non è proprio l’eccellenza ma siamo comunque in buona compagnia. Insieme a noi, infatti, ci sono anche Francia e Spagna, vale a dire una buona fetta di Europa del sud o, se vogliamo, di Mediterraneo. Ma anche una buona porzione di America latina. Quello che accomuna, italiani, spagnoli, francesi, cubani ma pure cileni e boliviani in questo caso è infatti l’abilità - o la insufficiente abilità, a seconda dei punti di vista - di parlare inglese. Il verdetto è quello dell’English Proficiency Index stilato dall’organizzazione English First, specializzata in corsi di lingua, e nel gruppo di Paesi che comprende anche lo Stivale la competenza media in inglese degli abitanti è risultata “moderata”. Il giudizio è un po’ una via di mezzo visto che ci sono altri quattro insiemi nella classificazione complessiva. Quelli caratterizzati da un livello “molto elevato” ed “elevato”, che stanno sopra. E quelli caratterizzati da una conoscenza “bassa” o “molto bassa”, che stanno sotto. La mappa, anzi "the map" Ma vediamo un po’ più nel dettaglio come si compone la mappa dell’inglese nel mondo, escludendo ovviamente quegli Stati in cui l’idioma di Sua Maestà è la lingua madre. Se, come abbiamo detto, l'Europa mediterranea e il Sud America sembrano mediamente accasarsi nel gruppo intermedio, anche negli altri agglomerati si possono individuare delle affinità geografiche. La prima, e più lampante, è quella che riguarda la Scandinavia e, più in generale l’Europa del Nord. Tra i nove Paesi con punteggio più alto , e dunque con valutazione “molto elevata”, c’è infatti una consistente presenza nordica, per non dire polare: Olanda , Norvegia, Svezia e Danimarca fanno tutte parte del lotto colorato di rosso nella cartina, confermando così l’esperienza della maggior parte dei viaggiatori che a quelle latitudini se chiedono un’informazione in inglese ricevono pressoché sempre una risposta. E anche nella fascia immediatamente successiva , competenza linguistica inglese “alta”, c’è un’abbondante selezione delle aree settentrionali del Vecchio continente. Germania, Belgio, Finlandia, Lituania si trovano tutte lì, in compagnia di una discreta compagine dell’est che include Romania, Polonia, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Serbia. Insomma, è il Nord Europa in generale la zona del mondo dove un anglosassone può sentirsi più a casa, linguisticamente parlando, ma anche dove un turista che parli inglese ha le maggiori possibilità di avviare una conversazione. Il sud Europa, invece, viene dopo. La macchia gialla, come abbiamo visto, denota una conoscenza della lingua britannica “moderata”, situazione che riguarda anche Italia, Francia e Spagna. Ma questa tendenza ha due importanti eccezioni. Grecia e Portogallo, infatti, trovano entrambe posto nell'élite . Si dipingono di giallo, invece, anche una fetta non trascurabile di America latina, la Russia e alcuni Paesi confinanti come Ucraina e Bielorussia. Mentre il resto dell’Asia, il Nord Africa e il Medio oriente emergono come le zone dove la conoscenza dell’Inglese è meno solida, almeno tra le nazioni per le quali sono disponibili i dati, cosa che non vale per una buona parte dell’Africa, per esempio. Città: l'exploit di Verona E come sono i Paesi, sono anche le loro capitali. O viceversa. Fatto sta che in testa alla classifica dell’English Proficiency Index dedicata alle città principali del mondo ci sono Amsterdam, Copenaghen e Vienna, ovvero gli agglomerati più importanti dei Paesi tra i più “inglesi”. Ma questa graduatoria non segue passo passo quell’altra e così nelle prime posizioni troviamo anche Helsinki , Berlino e Varsavia che si dimostrano metropoli più internazionali rispetto al resto degli stati di cui sono la guida. La performance della nazione corrisponde invece a quella della sua capitale nel caso dell’Italia. A metà classifica si trova lo Stivale e altrettanto si può dire per Roma. Quanto alle regioni italiane, quella in cui secondo l'indice di EF si parla meglio inglese è il Friuli Venezia Giulia, all’ultimo posto invece la Calabria. Sul fronte città, la palma della più “british” spetta a Verona. La seconda lingua Le valutazioni dell’English Proficiency Index derivano dai risultati di oltre 2 milioni di test effettuati globalmente. Il campione, come ammette la stessa organizzazione, non è dunque rappresentativo della popolazione generale di un Paese, al massimo di coloro che sono interessati ad imparare l’inglese. Tuttavia le valutazioni dell’indice non si discostano, almeno non troppo, da altre indagini sull’argomento. Per quanto riguarda l’Europa, per esempio, sono sempre i Paesi nordici quelli in cui la quota di popolazione che afferma di non parlare alcuna seconda lingua straniera è più bassa. Sono solo l’1,8% in Norvegia, per esempio, o il 4% in Svezia. La percentuale tende a salire man mano che si procede verso sud in una tendenza che ormai sappiamo essere familiare con l’Italia che, in questo caso, si trova tra la Spagna e la Francia.

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