Aggiungi un vegano a tavola, il Natale ti piacerà ancora di più

Fine dicembre, durante una serata in un centro culturale di Milano, un gruppo di ragazzi si è riunito per parlare dei momenti imbarazzanti delle feste. Si scambiano confidenze sulle domande più indiscrete rivolte dai parenti, raccontano di usanze anacronistiche dei loro paesi di origine e si finisce a parlare anche di cibo. Vegetariana da quindici anni, Francesca, nome di fantasia, ogni Natale torna nella sua città per trascorrere del tempo in famiglia. Dopo diverse crisi scatenate in chi era incaricato di preparare i banchetti delle feste, i suoi hanno accettato quella scelta alimentare. Giada, invece, si trova ancora a gestire le domande impertinenti dei parenti, ma sa che la diffidenza iniziale si scioglierà davanti alle alternative vegetali che porterà in tavola. Nel rapporto Eurispes 2024, il 9,5% degli italiani si è dichiarato vegetariano o vegano. Quasi 4 su dieci hanno detto di rimpiangere i sapori dell’alimentazione “tradizionale”. Davvero mangiare vegetale significa per forza rinunciare alla buona cucina? “Assolutamente no, il Natale può essere gustoso senza carne, anche più gustoso!” risponde Carlotta Perego, insegnante di cucina vegetale e fondatrice del blog Cucina Botanica, dove dà consigli su piatti vegani a partire da ingredienti semplici e alla portata di tutti. La tradizione, un'utile alleata “Sono molto d’accordo con l’innovazione delle nostre ricette tradizionali” sostiene la fondatrice di Cucina Botanica. Natale è un’ottima occasione per rivisitare in chiave vegetale i piatti natalizi. “Se siamo affezionati ai tortellini, alle lasagne, possiamo ricrearli e a chi dice che non andrebbero chiamati così perché non seguono la ricetta classica rispondo che, se si rende chiaro che il piatto è una versione vegetale dell’originale, perché non dovremmo utilizzare lo stesso nome? Serve a far capire almeno di che si tratta e cosa ci dobbiamo aspettare dal piatto”. Prodotti di stagione come zucca, castagne e lenticchie sono ingredienti da cui partire per sperimentare piatti nuovi, a basso costo e facili da preparare. “Possiamo farci risotti, polpette, torte salate. Io uso tanto anche il granulare di soia, super versatile, con cui si possono fare ottimi ripieni” suggerisce Perego. Se il primo Natale vegetale mette in difficoltà, la tradizione può essere un ottimo punto di partenza. “La prima cosa che suggerisco è preparare qualcosa che le persone già conoscono e con cui sono in confidenza. Una lasagna ai funghi, al ragù vegetale, alla zucca, per esempio. Anche i tortellini sono perfetti, si possono fare con il ripieno di granulare di soia. Come secondo, possiamo fare del polpettone, nel mio ultimo libro ‘Scuola vegetale’ ho messo la ricetta del polpettone in crosta ma ce ne sono mille versioni. Anche delle polpette possono essere un’idea, oppure la Shepherd’s pie, è una sorta di base di spezzatino con sopra uno strato di purè. È un secondo piatto buonissimo che ho fatto più volte a Natale e ha sempre avuto grande successo”. I falsi miti sull'alimentazione plant based Chi ha già passato delle feste vegane sa che c’è un momento inevitabile: il discorso sulle presunte problematiche dell’alimentazione vegetale. “Tante volte esce la storia che la soia sta distruggendo il Pianeta” ricorda Carlotta. “Basta fare una piccola ricerca per appurare che gran parte della soia prodotta oggi serve per nutrire gli animali da allevamento. C’è anche il falso mito che la cucina vegetale sia cara. Il prodotto confezionato al supermercato può avere un prezzo più alto della controparte animale perché è un mercato non ancora così ampio ma è anche vero che chi mangia vegetale non è obbligato a comprare certi prodotti. La cosa che è certa sull’alimentazione vegetale è che la fonte proteica principale sono i legumi e questi, a parità di peso, costano molto meno della carne e del pesce. Dipende tutto ovviamente da cosa si sceglie di mangiare. Anche una persona che mangia ogni giorno carne e pesce può scegliere di consumare sempre prodotti confezionati che costano tanto o di cucinarsi a casa con ingredienti di base che costano meno”. Come gestire parenti e domande impertinenti “Una buona cosa è sempre convincere le persone con i fatti, con il cibo davanti” dice Carlotta, che consiglia di preparare sempre una porzione in più per sciogliere qualsiasi diffidenza. “Magari conquisteremo qualche parente. Qualcuno avrà da ridire, ma a qualcun altro forse piacerà il nostro piatto e il prossimo Natale sarà questa persona a cucinarci qualcosa”. Davanti a domande che vogliono solo innescare una discussione, la fondatrice di Cucina Botanica suggerisce di “rimandare al prossimo Natale. Da chi invece fa domande con un reale interesse verso di noi e la nostra nuova scelta alimentare può partire un ottimo spunto di conversazione. Il fatto che ci sia qualcuno che mangia vegetale in una famiglia a Natale è un arricchimento per tutti, si imparano e si assaggiano cose nuove”.

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