San Gennaro e Napoli, viaggio tra fede e creatività

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Costanza Ruggeri

Costanza Ruggeri

©Getty

Introduzione

San Gennaro e Napoli, un binomio inscindibile fatto di fede, storia e tradizione. Ogni anno, migliaia di fedeli si radunano per assistere al miracolo della liquefazione del sangue del Santo (evento che si ripete il 19 settembre) ma non tutti sanno che un altro significativo miracolo viene celebrato il 16 dicembre, giornata dedicata al ricordo dell'intervento miracoloso di San Gennaro durante l’eruzione del Vesuvio del 1631, quando, secondo la tradizione, fermò il flusso della lava che minacciava di distruggere la città. Con 25 milioni di fedeli nel mondo, dalla Francia al Brasile fino a New York e all'Australia, il culto di San Gennaro ha ricevuto, nel 2022, una candidatura per l'inserimento nel patrimonio dell'Unesco. Ripercorriamo allora i luoghi del Santo Protettore nel capoluogo campano tra itinerari sacri e arte urbana: dal Museo del Tesoro di San Gennaro al gigantesco murales realizzato da Jorit Agoch (uno degli street artist più rinomati al mondo) fino ancora al ristorante dove ordinare gli “Spaghetti alla Gennaro”, i preferiti di Totò (un primo povero a base di acciughe, aglio, pane raffermo e pomodorino in un ambiente che è tutto un richiamo al Santo, tra sacro e profano).

 

 

Quello che devi sapere

Il Duomo e il sangue di San Gennaro

E' nel Duomo di Napoli che, per tre volte all’anno (la prima volta coincide con il sabato precedente la prima domenica di maggio, la seconda cade il 19 settembre e la terza il 16 dicembre) si svolge il rito dello scioglimento del sangue di San Gennaro. Chiamato anche cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, il duomo è una delle strutture religiose più importanti della città partenopea. Oltre ad ospitare il battistero più antico d’Occidente, custodisce le spoglie del Santo Patrono: il cranio e l’ampolla con il suo sangue, oggetto del “miracolo” della liquefazione. Sede dell’arcidiocesi, il duomo di Napoli ha una pianta a croce latina con tre navate e diverse cappelle laterali. 

Il Duomo e il sangue di San Gennaro

Il Museo del Tesoro di San Gennaro

Il Museo del Tesoro di San Gennaro rappresenta una tappa imprescindibile per chiunque visiti Napoli. Premiato con il Traveller’s Choice Best of the Best 2024, quale meta preferita dai viaggiatori, e tra le nomination come Best Museum in Italia per i Remerkable Venue Awards 2024 di Tiqets, il polo museale custodisce uno dei tesori più preziosi al mondo, secondo solo a quello della Corona inglese: gioielli straordinari, opere d’arte di inestimabile valore e oggetti donati come ex voto nel corso dei secoli da fedeli, nobili e regnanti. Tra i pezzi più emblematici e ammirati la Mitra gemmata di San Gennaro, uno degli oggetti d’arte più preziosi al mondo. Il copricapo è infatti tempestato da 3.694 pietre preziose: 198 smeraldi, 168 rubini e, 3.328 diamanti, montati a comporre un disegno di fiori e foglie. Grazie alle moderne tecnologie, il museo offre oggi la possibilità di immergersi completamente nella storia del santo attraverso installazioni multimediali, video mapping e percorsi interattivi che fondono tradizione e innovazione. 

Il Museo del Tesoro di San Gennaro

Il San Gennaro "operaio" di Jorit Agoch

Uscendo dal museo, l’arte e la devozione del Santo continuano a manifestarsi nelle strade di Napoli, in particolare a Forcella (accanto alla Chiesa di San Giorgio Maggiore), dove campeggia il gigantesco murales realizzato da Jorit Agoch, street artist napoletano-olandese tra i più rinomati al mondo. L’opera (inaugurata il 19 settembre del 2015) è alta circa 15 metri e, per stessa ammissione dell’artista che si ispira a Caravaggio, il volto di San Gennaro richiama i tratti somatici di un giovane operaio napoletano. Questo murales rappresenta un messaggio potente di inclusività e solidarietà, raffigurando il Santo come un protettore degli umili e delle periferie, un volto del popolo che incarna speranza e protezione. La collocazione dell’opera in un luogo simbolico crea un dialogo tra la tradizione religiosa e l’arte urbana contemporanea, confermando il ruolo di Napoli come capitale di cultura, innovazione e umanità.

Il San Gennaro "operaio" di Jorit Agoch

Le Catacombe di San Gennaro,

Tra i luoghi da non perdere, ancora, le Catacombe di San Gennaro, nel Rione Sanità. Risalenti al II secolo d.C. sono legate indissolubilmente alla figura del Santo, la cui tomba fu trasferita qui nel V secolo, trasformandolo in un importante centro di pellegrinaggio. Durante la visita, è possibile ammirare la Basilica ipogea di Sant’Agrippino, la Cripta dei Vescovi con le sue decorazioni ricche di affreschi e mosaici, e la Basilica Adjecta, costruita per ampliare il complesso dopo la traslazione delle reliquie del Santo. Grazie al lavoro della Cooperativa Sociale La Paranza, un gruppo di giovani del Rione Sanità che dal 2006 gestisce il sito, le Catacombe di San Gennaro sono oggi un esempio di accessibilità e inclusività, con percorsi attrezzati per persone con difficoltà motorie e l’ausilio di guide specializzate.

Le Catacombe di San Gennaro,

Gli "Spaghetti alla Gennaro”

Per chi vuole unire fede e gastronomia, c’è un indirizzo curioso a pochi passi dal Duomo che offre un’esperienza unica, proponendo piatti ispirati alla tradizione locale come gli "Spaghetti alla Gennaro”, i preferiti di Totò: un primo povero a base di acciughe, aglio, pane raffermo e pomodorino in un ambiente che è tutto un richiamo al Santo, tra sacro e profano. Si chiama Januarius ed è una location a immagine e somiglianza del Santo tra citazioni, colori, design e un pavimento che riproduce quello della cappella dove è custodito il suo inestimabile tesoro. Strategicamente posto di fronte al Duomo di Santa Maria Assunta, il ristorante fa da wunderkammer e diventa galleria d’arte esponendo la più grande collezione di oggetti a tema devozionalenale in città, quindi ricami a uncinetto, origami, sculture, quadri e fotografie di artisti locali.

Gli "Spaghetti alla Gennaro”