La differenza deriva dal modo in cui il rito ambrosiano e quello romano calcolano l’inizio della Quaresima. Questa discrepanza ha ragioni sia liturgiche che storiche
La tradizione del Carnevale milanese è resa unica dal rito ambrosiano, che prolunga la festa per quattro giorni oltre il martedì grasso, differenziandosi dalla prassi comune nel resto d’Italia. Questa tradizione si basa su un diverso conteggio dei giorni della Quaresima rispetto al rito romano.
I due riti
Nel calendario liturgico romano, il Carnevale inizia con il cosiddetto giovedì grasso, che quest’anno è stato l’8 febbraio, e si conclude con il martedì grasso, il giorno prima del mercoledì delle Ceneri, che segna l’inizio della Quaresima, quest’anno il 14 febbraio. Nel rito ambrosiano, invece, la Quaresima inizia quattro giorni dopo, la domenica, seguendo l’antica usanza. La differenza deriva dal modo in cui il rito ambrosiano e quello romano calcolano l’inizio della Quaresima. Come spiega la Diocesi Ambrosiana, questa discrepanza ha ragioni sia liturgiche che storiche.
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Il rito ambrosiano
Il rito ambrosiano è in vigore nelle circa mille parrocchie della Diocesi di Milano, che comprende le province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, oltre alla gran parte di quelle di Varese e Como, in un centinaio di parrocchie nelle diocesi di Bergamo, Lodi, Novara e Pavia, e in alcune aree del Canton Ticino, in Svizzera. Questa tradizione risale a Sant’Ambrogio, vescovo di Milano dal 374 al 397 e patrono della città, ma si è sviluppata a partire dal secolo successivo. La Diocesi Ambrosiana precisa che non si tratta di un sistema liturgico alternativo a quello della Chiesa di Roma, ma piuttosto della possibilità di seguire consuetudini locali, che includono elementi di altre liturgie latine.
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L'usanza milanese
Tuttavia, proprio a Milano, si voleva rispettare il precetto di non digiunare nel giorno del Signore, come raccomandato anche da Sant’Ambrogio. I milanesi per evitare che il giorno del “saluto alla carne” (da cui deriva l’etimologia della parola “carnevale”) fosse proprio la prima domenica di Quaresima, prolungarono il Carnevale fino alla notte tra la domenica e il lunedì. Questa usanza milanese di una “Domenica grassa” è testimoniata nei secoli da cronache e documenti. Si registrano anche tentativi, da parte delle autorità civiche, di limitare gli eccessi e gli abusi durante il Carnevale, come ad esempio al tempo di Ludovico il Moro alla fine del Quattrocento.