Pavan: "L'esclusione è un luogo molto fertile per ogni narrazione"
Lifestyle © Foto di YAY.STUDIOBollati Boringhieri pubblica un romanzo d'esordio con protagonista una giovane donna nata e cresciuta in Brianza. L'intervista alla sua autrice durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24
La storia di oggi è ambientata in Brianza, e più precisamente in quella parte di Brianza fatta di lunghi stradoni interrotti solo da dossi, parcheggi asfaltati e cancelli forati. Una provincia ricca e produttiva ma che, almeno a un primo sguardo, a livello sociale sembra immobile e quasi uniforme, tanto che, in certe zone, solo il cartello sulla statale segna la differenza dal paese precedente. È in quella provincia che Greta Pavan ha ambientato il suo romanzo d'esordio, "Quasi niente sbagliato", pubblicato da Bollati Boringhieri (pp. 192, euro 16). La sua protagonista, Margherita, è nata lì nel 1990 ed è proprio da quel "quasi niente" del titolo che si sviluppa questo romanzo di formazione di una vita alla prese con dettagli quotidiani trascurabili, fatti di quasi niente appunto, che però, come spesso capita, riempiono e formano la nostra quotidianità.
"L'esclusione? Una grande forma di conflitto narrativo"
"Il titolo è innanzitutto il verso di una canzone di Fabrizio De André e mi piaceva l'idea di raccontare una storia di violenza che non nasce da grandi traumi o da evidenti espedienti narrativi ma dalla quotidianità", racconta Pavan nella nuova puntata di "Incipit".
La protagonista di questo romanzo, Margherita, è una giovane donna che cresce in una comunità nella quale l’esclusione di genere è sempre piuttosto presente: al lavoro, in famiglia, davanti al tavolo degli attrezzi in cui il nonno lavora con il nipote maschio, lasciando esclusa lei. "Questo è un romanzo sul lavoro e in Brianza il lavoro è molto spesso una cosa pratica, di fatica fisica, di attrezzi e di strumenti", spiega sempre Pavan in questa intervista, prima di aggiungere: "Per una donna è facile ritrovarsi immediatamente destinata a certi ruoli e non ad altri". E se le si chiede se l’immaginazione nasca sempre da lì, dall’ esclusione appunto, risponde: "Sì, è un luogo molto fertile. L'esclusione può essere una grande forma di conflitto narrativo, e dunque un'ottima risorsa di storie e anche di sguardi".
L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto