Ubiquity, l’opera murale dell’artista SMOE colora gli spazi di Sky Milano
LifestyleSi tratta di un’opera pittorica astratta tridimensionale che riempie gli ambienti di Sky Creative. Un modello di committenza tra artisti e imprese che, con la sua narrazione, rimanda ai contenuti editoriali e dinamici rappresentativi di Sky. Il progetto è in collaborazione con Casa degli Artisti, una storica residenza di artisti nel cuore di Milano che mette spazi e sostegno a servizio dell’arte. Curatore dell’opera è Christian Gancitano, cofondatore dell’hub per gli artisti
Gli spazi di Sky Milano si aprono all’arte. Si intitola “Ubiquity” l’opera murale dello street artist italiano SMOE che oggi è stata inaugurata negli ambienti di Sky Creative. La pittura wall art ha l’obiettivo di raccontare, attraverso forme e colori, i contenuti editoriali e dinamici rappresentativi del mondo di Sky. L’opera riempie totalmente due pareti contigue e prosegue su una colonna incastrata tra le vetrate della sala, come a voler coinvolgere a 360° coloro che in quell’ambiente lavorano o sostano. Lo stile è astratto e tridimensionale; la tecnica dell’anamorfosi coinvolge lo spettatore creando un effetto di profondità e non facendo percepire la piega dello spigolo tra le due pareti. La proposta pittorica rimanda allo stile studiato e approfondito dall’artista nel periodo tra il 2016 e il 2022. L’arte urbana appositamente pensata per gli ambienti di Sky rientra quindi nella ricerca Mindscape - Landscape of the mind, sviluppata da SMOE nei suoi ultimi 5 anni di lavoro.
SMOE ci ha parlato della sua opera. Cosa rappresenta? Quale significato intende veicolare?
“Il titolo dell’opera è Ubiquity perché abbiamo voluto rendere questa parete un trompe-l’oeil (genere di pittura che vuole rappresentare la realtà materiale suscitando l’illusione della tridimensionalità, ndr), portandola verso una dimensione in questo caso astratta e 3D. L’obiettivo è quello di creare un’altra ambientazione e permettere a chi vive questo ufficio di essere in due luoghi diversi: uno quello reale, l’altro quello immaginifico del colore”.
Con quale tecnica è stata creata l’opera?
“La tecnica usata per realizzare il murales è stata a pennelli, quindi una pittura acrilica, dove ho inserito diversi tipi di dettagli che sono dallo sfumato al disegno 2D, dal gradiente di colore fino agli sfondamenti di sfondo nero”.
In che modo l’ambiente di Sky ha ispirato lo stile del tuo lavoro?
“Nella composizione l’ispirazione riguarda la colorazione, il tipo di colori usati, la palette, che si rifà ad alcune grafiche di Sky. Per quanto riguarda le forme astratte, invece, queste risalgono a una ricerca che ho fatto negli ultimi 5 o 6 anni che si chiama “Mindscape”, cioè il landscape of the mind, dove creo delle ambientazioni che a seconda del soggetto possono suscitare diversi tipi di sensazioni e di emozioni. In questo caso le sensazioni possono essere molteplici: dipende da ognuno, dipende dal soggetto”.
Il progetto nasce da una collaborazione tra l’autore dell’opera e Casa degli Artisti che ha coinvolto Christian Gancitano, curatore d’arte indipendente, esperto di arte urbana che ha curato tutto il progetto. Come ci ha spiegato lo stesso Gancitano, “Casa degli Artisti è un hub di artisti dove maestri affermati e talenti in tutte le discipline collaborano per accelerare l’offerta di arte alla città e ai territori. Nella Casa, gli artisti trovano gratuitamente servizi, spazi e in più un sostegno economico e aperture per accedere al mercato”.
SMOE, come nasce il tuo rapporto con la Casa degli artisti?
“Il rapporto con Casa degli Artisti nasce attraverso Christian Gancitano che è curatore e con il quale collaboro ormai da diversi anni. Noi ci siamo conosciuti quasi per caso, forse per destino. Io ero all’estero quando sono stato contattato da lui per una pubblicazione e in questi ultimi anni abbiamo realizzato diverse opere tra cui Miracolo a Milano, realizzato in autunno 2022 e adesso qui a Sky Creative con Ubiquity”.
Christian Gancitano, come nasce invece la collaborazione tra la Casa degli Artisti e Sky?
“Il rapporto e la collaborazione tra Casa degli Artisti e Sky nasce attraverso l’attenzione di Sky Creative per alcune tematiche. Ovviamente i media sono sempre legati al mondo dell’arte, della cultura, perché la comunicazione è cultura. Chiaramente Sky Creative è sempre attenta, cuore pulsante, ha notato la capacità di Casa degli Artisti di intercettare e interpretare i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea in tutte le discipline e per ed è nato questo connubio. Abbiamo voluto mettere in scena i valori e la contemporaneità di Sky attraverso un’opera d’arte urbana”.
Christian, hai parlato di arte urbana. In cosa consiste al giorno d’oggi?
“L’arte urbana è una delle ultime tendenze dell’arte contemporanea a livello globale. Era dai tempi del futurismo che non si vedeva una forma d’arte così diffusa, che abbracciasse diverse discipline. Oggi non si parla più di street art ma si parla di vera e propria urban art. La tecnica del muralismo è parte integrante di questo linguaggio perché nasce dai murales di Diego Rivera insieme a quelli che erano i graffiti writing e i writers dei primi anni ‘80 americani. Da lì nasce la street art ma ovviamente dopo quasi 40 anni le forme d’arte subiscono un processo normalizzante e oggi si parla di urban art, visto che è una forma d’arte che è stata compresa dalle città anche per la rigenerazione urbana e si evolve toccando diversi linguaggi e discipline”.
E il murales di Sky, Ubiquity, che linguaggio parla?
“Il linguaggio utilizzato è l’astrattismo, stile che non invecchia mai. Si parla di forme, geometrie, superfici, perché non è riferito a una figura che ha un suo tempo. Proprio questo linguaggio astratto - spiega il curatore muovendosi davanti al murale e illustrando la pittura - va a riferirsi, come si vede nelle forme dinamiche, nelle superfici, nelle geometrie, a un mondo senza tempo e senza spazio. All’etere, dove oggi Sky proprio si trova. Nell’angolo la forma si piega ma in verità con la tecnica dell’anamorfosi, usata già dal Rinascimento, in un certo punto dello spazio di Sky Creative si vede la forma raddrizzarsi. Questa è stata una volontà dell’artista per far fruire l’opera da lontano al meglio”.
SMOE, da dove si inizia per dipingere una parete in uno spazio chiuso?
“Il progetto è partito da una proposta fatta in digitale con un mock up ("modello") sulla parete. Poi si è scelto, dopo alcuni rework, quale dei progetti proposti fosse il migliore. Da lì si è partiti aprendo il cantiere e ho iniziato a dipingere l’opera. Si parte da una parete bianca dove vengono poi riportate lo sfondo e le tracce e su questo scheletro si costruisce il disegno con le sfumature, le ombre e tutto ciò che concerne la realizzazione dell’opera murale. Il progetto non viene quasi mai cambiato o stravolto. La base progettuale che viene approvata poi si porta a termine. In questo caso siamo in un interno, ci sono luci artificiali, bisogna adattare il colore al bozzetto quindi un minimo di cambiamento c’è ma la base la garantisci”.
Il soggetto artistico nasce da una collaborazione tra SMOE, l’autore dell’opera e Christian Gancitano e da una solida collaborazione tra Casa degli artisti e Sky. Il tempo di lavorazione dell’opera, realizzata a pennello e con colori ad acqua, è stato di circa due settimane. Tempo durante il quale SMOE ha dipinto “in condivisione con le persone che lavorano in Sky Creative che hanno potuto apprezzare come si realizza un lavoro simile. Abbiamo lavorato spalla a spalla, io con il mio e loro con il loro”. L’ideazione del modello è stata lineare. “Non ci sono state tante modifiche perché la base di coprogettazione era solida”, ha sottolineato Christian Gancitano. “Il murale si è mosso poi su una base condivisa e di coprogettazione che è durata un po’ di tempo. Grazie al team di Casa degli artisti, al tandem mio come curatore e di SMOE e soprattutto grazie anche alle rivisitazioni di Sky Creative che ha dato indicazioni molto precise che siamo riusciti, e ne siamo molto soddisfatti, a mettere in scena al meglio”.