Il volume ripercorre la storia degli strumenti statali per la lotta alle mafie, di quelle leggi spesso nell’occhio del ciclone, al centro del dibattito politico tra chi ne auspica la soppressione, o quantomeno una sostanziale modifica, e chi le ritiene intoccabili
“Scritte col sangue. Leggi e stragi di mafia: La Torre, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino” è il nuovo libro a cura di Giovanna Torre, rettrice del Collegio Santa Caterina da Siena di Pavia, edito dalle Edizioni Santa Caterina, che raccoglie i 7 incontri tenutisi al Collegio Santa Caterina tra la primavera e l’autunno del 2022. Il volume verrà presentato ufficialmente il 19 maggio al Salone del libro di Torino dalla curatrice insieme a Enzo Ciconte, docente di Storia delle Mafie presso l’Università di Pavia, corso promosso dal Collegio Santa Caterina da Siena, e Franco La Torre, figlio di Pio La Torre. Il libro ripercorre la storia degli strumenti statali per la lotta alle mafie, di quelle leggi spesso nell’occhio del ciclone, al centro del dibattito politico tra chi ne auspica la soppressione, o quantomeno una sostanziale modifica, e chi le ritiene intoccabili.
Una profonda riflessione
Perché mettere insieme Leggi e Stragi? La legislazione anti mafia, soprattutto in quelle che sono le sue norme più conosciute, ovvero l’articolo 416 bis e l’articolo 41 bis, ha visto una grande accelerazione a seguito delle stragi di mafia e in particolare dopo la morte di Carlo Alberto dalla Chiesa e Pio la Torre (per la legge 416 bis) e dopo la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (per la legge 41 bis). “L’idea del volume - spiega Giovanna Torre - è quella di fare memoria, non solo commemorativa, ma viva e attuale di 4 servitori dello Stato (Dalla Chiesa, La Torre, Falcone e Borsellino) che in maniera consapevole hanno saputo dire al legislatore, attraverso le loro azioni, quale era la strada giusta per contrastare il fenomeno mafioso. La riflessione che ne esce è che prima di toccare e modificare articolo 416 bis e l’articolo 41 bis è opportuna una serissima riflessione. Il libro è realizzato nell’ambito del progetto “Mai più Infinito. Pavia unita contro le mafie”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso le risorse del Fondo per la diffusione della cultura della legalità.
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"Oggi le mafie prediligono il basso profilo"
“Un bilancio delle leggi approvate in quegli anni percorre l’intero volume - racconta Enzo Ciconte -. È un bilancio positivo, perché senza quei provvedimenti l’Italia non sarebbe riuscita a contenere e a indebolire tutte le mafie. Oggi le mafie prediligono il basso profilo, fanno di tutto per non richiamare l’attenzione e operano prevalentemente nel campo economico, senza privilegiare né escludere alcun settore. L’unico interesse è guadagnare soldi e riciclare quelli che hanno già; e sono davvero tanti, al punto che nessuno è in grado di quantificarli con esattezza. Purtroppo oggi mi sembra che sia in atto un tentativo di mettere in discussione le norme che colpiscono l’accumulazione mafiosa e la presenza sempre più invasiva nei territori dell’economia e della finanza. Forse c’è qualcuno che pensa che, dal momento che le mafie non usano più la violenza d’un tempo, sia doveroso colpire chi fa uso delle droghe ma che tutto sommato la convivenza tra capitale pulito e capitale criminale o mafioso non sia un danno per l’economia, perché circolano più soldi e questo può fare bene a tutti; indistintamente”.