Nori: "Vi racconto Anna Achmatova e la sua vita orribile e meravigliosa"

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Filippo Maria Battaglia

Filippo Maria Battaglia

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In "Vi avverto che vivo per l'ultima volta", lo scrittore rievoca una delle grandi voci poetiche del Novecento, a cominciare dalla scelta dello pseudonimo: "Come scrisse Brodskij, fu il suo primo verso di successo in grado di metterla in testa alla poesia russa del Novecento, anche da un punto di vista alfabetico"

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La nuova puntata di "Incipit" è dedicata a una delle grandi voci poetiche del Novecento, Anna Achmatova. A raccontarne la vita e la poesia è lo scrittore Paolo Nori che ad Achmatova ha dedicato il suo ultimo libro, “Vi avverto che vivo per l’ultima volta” (Mondadori, pp. 264, 18,50 euro).

"La scelta del cognome fu il suo primo verso di successo"

In questa intervista Nori racconta tra l'altro come Achmatova in realtà si chiamasse Anna Gorenko e che quando il padre - un ufficiale della Marina russa - seppe che la figlia scriveva poesie, le disse di non disonorare il suo cognome con un’attività così discutibile. Allora Anna, anziché recedere,  gli rispose: "Non mi serve, il tuo cognome". E scelse come pseudonimo il cognome di una sua ava che discendeva direttamente  da Čingis kan. "La scelta di quel cognome fu, secondo Brodskij, il suo primo verso di successo - racconta Nori - un verso che, grazie alla presenza di tutte quelle 'a', la mise in testa alla poesia russa del Novecento anche da un punto di vista alfabetico".

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"Una vita orribile e meravigliosa"

"La prima cosa che si dice di lei è che fu la poetessa dal destino infelice - spiega ancora Nori - Ora, è vero che Achmatova ebbe una vita complicata: il primo marito fu fucilato, il terzo marito passò i suoi ultimi suoi giorni in un gulag, così come morì in un gulag il suo più grande amico, Osip Ėmil'evič Mandel'štam, col quale studiava l'italiano per leggere Dante in originale. E tuttavia io non credo affatto che la sua  sia stata una vita infelice. Nel rileggerla per scrivere questo libro, mi sembra che Achmatova alla fine vinca con tutti, persino con Stalin con cui tratta alla pari. Tanto che la prima volta che arrestano il terzo marito e il figlio, lei gli scrive direttamente e questi dà immediatamente l'ordine di liberarli". La vita di Achmatova, dice sempre Nori, che vista da lontano sembra orribile, “secondo me, è stata una vita meravigliosa. Del resto non c'è una vita felice. 'Vissero tutti felici e contenti' è una frase che esiste solo alla fine delle favole. Come tutte le nostre vite, anche la sua, e forse più di tutte, è stata una vita orribile e meravigliosa”.

 

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.

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