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Skulldigger, Black Hammer entra nella fase 2 col nuovo spin-off

Lifestyle

Gabriele Lippi

Jeff Lemire torna tra le strade di Spiral City per raccontare una storia di vigilantismo, violenza e speranza. Accompagnato dai disegni eccellenti di Tonci Zonjic

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Le strade di Spiral City, si sa, sono pericolose. E talvolta è difficile capire quale sia il confine preciso tra il bene e il male. Jeff Lemire torna nel luogo di origine del suo Black Hammer con Skulldigger, il primo titolo della fase 2 della saga supereroistica ad approdare in Italia pubblicato da BAO Publishing (copertina rigida, 168 pagine a colori, 18 euro).

Echi di Batman

Si torna a Spiral City, dunque, e questo permette a Lemire di avere un approccio più classico al genere dei supereroi di strada. Skulldigger è un vigilante piuttosto classico, va in giro a picchiare i cattivi e già nelle prime pagine si trova un giovane assistente. I richiami a Batman sono evidenti e non finiscono qui, perché l’origin story di Skeleton Boy, l’assistente di Skulldigger, strizza tanto l’occhio a quella di Bruce Wayne, mentre il protagonista a cui è dedicato il titolo ha delle questioni aperte con il suo vero padre e una detective omosessuale di origine latina dello SCPD emerge come il personaggio più positivo della storia.

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Atmosfere cupe e spesse

Dei vari capitoli di Black HammerSkulldigger è quello che ha le atmosfere più cupe e spesse. Ambientato ai giorni nostri, manda in scena una nuova generazione di eroi, mentre la precedente ha ormai passato la mano, con Crimson Fist ormai completamente immerso nella sua nuova carriera politica, ma comunque costretta ad affrontare i fantasmi del proprio passato. Fantasmi che sono poi molto simili a quelli di Skulldigger.

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Critica del vigilantismo

Sullo sfondo cammina una problematizzazione critica al vigilantismo che forse non sarà più così innovativa come negli anni ’80, ma che in qualche modo assume un senso diverso in un finale che, quello sì, riesce a sorprendere, dando un nuovo senso di speranza, l’idea che possa esistere un’alternativa, che i destini dei protagonisti non debbano essere necessariamente predeterminati e che ci si possa ancora battere per un mondo più giusto e meno violento.

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Le tavole di Tonci Zonjic

Se la scrittura viaggia come sempre su livelli alti, Skulldigger colpisce anche per il suo aspetto grafico. Il volume inizialmente sarebbe dovuto essere disegnato dallo stesso Lemire, che ha poi invece affidato le matite a Tonci Zonjic, artista 36enne ed ex enfant prodige del fumetto che mostra ancora una volta tutto il suo straordinario talento dando il meglio nelle scene di combattimento, capaci di esprimere una straordinaria dinamicità. Senza dubbio affascinanti anche alcune scelte di suddivisione degli spazi nella tavola.

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Una lettura appagante e intrigante

In definitiva, Skulldigger ampia l’universo narrativo di Black Hammer in una direzione che apre a prospettive interessanti, inspessendolo e approfondendolo su tematiche diverse. Il gioco di rimandi e citazioni mascherate continua a funzionare perfettamente come da tradizione della serie e scrittura e disegno continuano ad amalgamarsi in maniera efficace, offrendo un’esperienza di lettura appagante e intrigante.

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