Edoardo Albinati: "La grandezza di Raffaele La Capria sta nella sua inattualità"

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Filippo Maria Battaglia

A cento anni dalla nascita Mondadori pubblica l'epistolario dello scrittore scomparso qualche mese fa. "Un autore amato ma mai interamente popolare - racconta Albinati - da cui diverse generazioni hanno imparato un mestiere che oggi ha stinto fino a coprire troppe cose"

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Disponibilità, umanità e soprattutto capacità di ascolto. Sceglie queste parole Edoardo Albinati per ricordare Raffaele La Capria nel centenario della nascita. "È uno scrittore lento, La Capria, in tutti i sensi, da cui non si può pretendere la serialità", racconta Albinati durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24. "E in effetti, a dire il vero, non è neanche un romanziere nel senso proprio del termine, cioè colui che sforna romanzi con una certa regolarità. Sotto questo punto di vista è uno scrittore inattuale, ma proprio per questo durerà più di altri autori dalla produzione incessante".

"La Capria - aggiunge Albinati - fa parte di quella abbastanza nutrita schiera di scrittori italiani del Novecento molto amati ma mai interamente popolari. Penso a Parise e a Meneghello, a Comisso e a Brancati, tutti autori che non hanno sperimentato un grande successo commerciale ma da cui diverse generazioni hanno imparato un mestiere che oggi ha stinto fino a coprire troppe cose". 

Di La Capria Mondadori ha di recente pubblicato l'epistolario ("Tu, un secolo", pp. 168, 19 euro) che copre oltre settant'anni di vita pubblica e privata, declinati innanzitutto attraverso una naturale disponibilità all'ascolto: 

"Era un piacere conversare con lui e imparare qualcosa - ricorda ancora Albinati in questa intervista - ma sempre in modo obliquo e non magistrale".

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