Sullivan's Sluggers, se una partita di baseball diventa incubo

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Gabriele Lippi

Nel fumetto di Mark Andrew Smith e James Stokoe, una squadra di ex professionisti si ritrova ad affrontare un match per la vita contro degli orrendi mostri

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Una squadra di baseball, un coach che continua a litigare col suo passato, una cittadina maledetta. Sono gli ingredienti principali di Sullivan’s Sluggers, fumetto sceneggiato da Mark Andrew Smith e disegnato da James Stoke, pubblicato negli Stati Uniti da Dark Horse e portato in Italia da Saldapress (208 pagine, 19,90 euro). Un horror che fa ridere, un fumetto comico da paura, folle al punto giusto e pieno d’azione.

I protagonisti

I Dragons sono una squadra di baseball composta da ex professionisti, perlopiù falliti, e da un giovane che invece ha ancora tutta la vita davanti e la speranza di una carriera di successo. Un gruppo eterogeneo guidato da Casey Sullivan, ex giocatore che nel ’76 si fece scappar via la palla che valeva il titolo per la squadra della sua città, e che ancora oggi, nei bar, è costretto a rivivere quell’incubo e a cacciarsi in grandi risse per difendersi dagli insulti di quei tifosi che non dimenticano.

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Una trasferta maledetta

Ora, a questa banda di falliti non resta che una cosa da fare: portare il loro talento sprecato in giro per gli Stati Uniti e sfidare le squadre di dilettanti locali disposte a pagare per poter dire di aver giocato contro dei professionisti. Svendere, insomma, ciò che resta del loro talento, muovendosi su un pullmino sgangherato almeno quanto le loro vite. In una di queste trasferte, finiscono a Malice, iniziano a giocare la loro partita, ma al calare del sole, scoprono che i loro avversari si stanno trasformando in orrendi mostri.

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Narrazione e disegno frenetici

Da qui in poi il fumetto si fa frenetico, nella narrazione e nel disegno, offrendo al lettore puro intrattenimento e una serie di ammazzamenti di mostri e demoni sempre più originali e fantasiosi, con armi da fuoco, forconi, seghe circolari, molotov improvvisate e, naturalmente, mazze da baseball. Fino all’apparizione del fantasma di un prete che racconta come alle radici della maledizione di Malice ci sia una orrenda storia di razzismo.

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Personaggi ben caratterizzati

Per quanto a dominare siano l’azione e le tavole fittissime e coloratissime di Stokoe, Smith riesce a dimostrare uno straordinario talento nella caratterizzazione di personaggi che assumono una loro identità anche solo con una battuta o una vignetta. Sullivan si erge a protagonista assoluto, ma ogni giocatore, e persino l’autista del pullmino, fa la sua parte. E si resta incollati fino all’ultima pagina per capire chi sopravviverà e se il giovane Duncan riuscirà a realizzare il sogno di una carriera da professionista, per ritrovarsi con un finale sorprendentemente commovente. Divertentissime anche l'introduzione di Faso degli Elio e le Storie Tese, la gallery di variant cover e le card dei personaggi inserite come bonus al termine del volume.

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