“Il maghetto deve esistere senza la sua autrice" scrive il quotidiano Usa. La Rowling viene considerata transfobica per aver difeso l’identità sessuale delle donne. Mobilitazione sui social
Non c’è pace per la scrittrice JK Rowling. L’ ideatrice di Harry Potter, dopo le gravi minacce di morte per avere espresso un’opinione sulle persone transgender e le donne tanto da essere additata come “transfobica”, è stata "cancellata" dalla campagna abbonamenti del New York Times facendo infuriare gli utenti.
La campagna abbonamenti del New York Times
Non solo l'autrice della saga di Harry Potter non è stata invitata ad Hogwarts per festeggiare i vent'anni del primo film Harry Potter e la pietra filosofale, ma nella sua campagna abbonamenti il New York Times ha pensato di lanciare contro di lei una nuova crociata. Nel video promozione pubblicato su YouTube, appare infatti Lianna, la lettrice-tipo della famosa testata: una donna afroamericana capace di "immaginare Harry Potter senza la sua creatrice". Insomma il messaggio è chiaro: JK Rowling deve sparire. Salviamo Harry Potter ma cancelliamo definitivamente la sua autrice. La frase del video promozionale appare peraltro anche in alcuni cartelloni pubblicitari affissi per la Grande Mela che stanno facendo molto discutere.
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Gli utenti infuriati
E così mentre la proposta del New York Times raggiunge l’apice della cancel culture con cartelloni elettronici che invitano i lettori a "immaginare Harry Potter senza la sua creatrice". Molti utenti, criticano il giornale sui social media, accusandolo di "sessismo" e di lanciare una minaccia "inquietante" contro la scrittrice. Insomma un boomerang per il giornale con moltissimi utenti che minacciano di disdire l’abbonamento.
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L’ opinone della scrittrice
Ma quale opinione della scrittrice ha fatto così scapore? Ebbene, partendo dalla considerazione che l’identità sessuale, oggi, venga definita in base a tre parametri: sesso, genere e orientamento sessuale, secondo Rowling (che rifiuta questi tre parametri) esistono due sessi (maschio-femmina), che dipendono da fattori anatomici e fisici (come le mestruazioni). Da qui la conclusione che l’inclusione nella categoria di "donna" richiesta dalle donne trans rischierebbe di danneggiare le persone biologicamente donne. Da qui la polemiche e le gravi minacce di morte.