San Martino, la poesia di Giosuè Carducci: testo e curiosità

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Il celebre componimento del poeta italiano, primo a vincere il Nobel per la letteratura, è uno dei più riconoscibili della nostra storia poetica

Chi non ricorda "La nebbia a gl'irti colli"? Uno dei più famosi versi italiani, inizio del componimento "San Martino", scritto da Giosuè Carducci nel 1883. Dolce e ritmato, il testo di Carducci è uno dei primi che, solitamente, viene fatto imparare alle scuole elementari. Il che contribuisce a renderlo un pilastro della poesia del nostro Paese, che ricordiamo oggi 11 novembre, giorno di San Martino. 

Le curiosità

Secondo alcuni studiosi, il poeta risorgimentale, primo italiano a vincere il Nobel per la Letteratura nel 1906, si sarebbe ispirato nella stesura a una lirica di Ippolito Nievo, vergata 25 anni prima di San Martino. La poesia di Nievo contiene alcuni termini (nebbia, colli, mare, pensieri, uccelli, vespero, rosseggiare, ecc.) e immagini che riecheggiano insistentemente nel testo di Carducci. Una curiosità più recente riguarda Fiorello. Il noto showman, negli anni '90, ha musicato il componimento in una canzone di discreto successo. 

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Il testo

"La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar".

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