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La Divina Commedia, il Dante versione manga di Go Nagai

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Gabriele Lippi

All'inizio degli anni 90, il maestro giapponese pubblicava la sua versione a fumetti del capolavoro dantesco. Un estremo omaggio all'opera e all'uomo che ne aveva influenzato gran parte dell'immaginario

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Poche opere hanno influenzato la produzione culturale di tutto il mondo quanto la Divina Commedia. Centinaia di artisti e scrittori si sono ispirati alle terzine di Dante per costruire le loro personali visioni dell’inferno, del purgatorio e del paradiso. Una tendenza che si è estesa verso Oriente quando, a fine Ottocento, Ougai Mori ha tradotto la Divina Commedia in giapponese, portandola nel Paese del Sol Levante. Senza Dante e senza Mori, forse, Go Nagai, uno dei più grandi mangaka di sempre non avrebbe mai avuto la carriera che ha avuto.

Nagai, ossessionato dal mondo demoniaco

Il padre del Grande Mazinga e di Goldrake non ha mai nascosto quella che è un’autentica ossessione per il mondo demoniaco di ispirazione dantesca. Fin dall’inizio della sua attività ha reso esplicito il suo debito di riconoscenza al poeta fiorentino dando il suo nome a uno dei suoi primi personaggi. Mao Dante, manga del 1971 rimasto incompleto, è in qualche modo il primo germoglio di ciò che poi sarà Devilman: c’è un ragazzo figlio di un medico turbato da terrificanti incubi che si fonde con un demone di nome Dante, per poi rivelarsi la reincarnazione del Sommo.

Da Mao Dante a Devilman

L’opera rimane incompiuta, appunto, ma Go Nagai tornerà ancora a raccontare quello strano mondo in cui teorizzare una commistione tra genere umano e demoniaco è possibile con Devilman, e ancora di demoni, seppur con vocazione comica, racconterà in Dororon Enma-kun. Solo venti anni dopo, ormai maturo e con alle spalle una produzione di manga e anime da fare impressione, l’autore giapponese affronterà la sfida di una vita: la trasposizione a fumetti della Divina Commedia, l’estremo omaggio a Dante.

La Divina Commedia, estremo omaggio a Dante

La Divina Commedia di Go Nagai (pubblicata in edizione omnibus da J-Pop, 600 pagine, 29,90 euro) è una visione personale del viaggio tra inferno, paradiso e purgatorio di Dante. Comincia in una selva oscura che il mangaka giapponese colloca giusto ai piedi del Duomo di Firenze, in un luogo fisico in cui si incontrano le tre fiere e poi Virgilio, ripropone la stessa carrellata di personaggi offerta dal Sommo Poeta fiorentino. Naturalmente esigenze di compressione portano a trascurare alcuni elementi e selezionarne invece degli altri, dando un’idea piuttosto netta di quali siano le preferenze di Go Nagai. L’Inferno, innanzitutto, come location principale se non quasi unica, che occupa due terzi del fumetto. Nagai accelera sulle cornici del Purgatorio e passa rapido e quasi annoiato tra i cieli del Paradiso.

Le illustrazioni tra il manga e Doré

Le immagini sono crude e violente come quelle narrate da Dante, si incontrano Farinata nella sua tomba, Paolo e Francesca trascinati avvinghiati l’un l’altro dal vento, il Conte Ugolino che divora il cranio dell’Arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, Ciacco e Ulisse, Caronte, Cerbero e naturalmente Lucifero. Lo stile alterna il tipico tratto da manga dell’autore e tavole che ricalcano fedelmente le illustrazioni di Gustavo Doré. Ed è forse proprio qui, dove i dettagli sfumano, le chine si ispessiscono e gli scuri si fanno più scuri, che Nagai raggiunge la sua massima espressione artistica.

Un racconto più concreto e terreno

La Commedia di Nagai è certamente meno allegorica di quella di Dante, perde connessione col tempo (come è naturale che sia) e con la realtà culturale in cui viene scritta, si fa portatrice di un messaggio più universale che si riflette nella pietà che lo stesso Dante prova per le anime dei dannati e nella missione di cui viene investito: salvare con la sua testimonianza l’umanità dalla dannazione eterna.

Il tentativo di contestualizzazione storica

Nagai però fa anche uno sforzo di contestualizzazione, concedendosi digressioni sulla vita di Dante, sul suo rapporto con Beatrice immaginato forse più fisico e concreto di quanto non lo fosse in realtà (certamente più di quanto lo stesso poeta non lasciasse trasparire dai suoi versi), sulla sua condizione di esule in fuga. Il racconto della Firenze dell’epoca, lacerata nella lotta tra Guelfi e Ghibellini e nella divisione tra le fazioni di Guelfi Bianchi e Guelfi Neri, è appena abbozzata e un po’ confusa, ma è difficile farne una colpa a un autore di manga che opera nel Giappone e per un pubblico giapponese del XX secolo. In definitiva la Divina Commedia di Go Nagai è un superbo adattamento a fumetti della Commedia di Dante, mantiene un equilibrio straordinario tra immagini e parole, unisci stili di disegno profondamente diversi, dimostra una passione e una preparazione straordinarie da parte dell’autore. Un omaggio più che degno al Sommo Poeta che moriva 700 anni fa esiliato a Ravenna, un’opera che ogni appassionato di fumetti dovrebbe possedere nella propria libreria.

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