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Marco Malvaldi: “Un buon scrittore deve distillare, non descrivere tendine”

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Filippo Maria Battaglia

Il narratore firma "Bolle di sapone", ottavo romanzo con protagonisti i vecchietti del "BarLume". E durante "Incipit", la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri, racconta: "Leggere non è un'attività facile e scontata, inutile attardarsi su dettagli che il lettore immagina già"

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I numeri sono questi: sedici romanzi, tredici racconti, svariate ristampe e oltre un milione e mezzo di copie vendute. Da più di un decennio Marco Malvaldi ipnotizza centinaia di migliaia di lettori italiani, e in buona parte dei casi lo fa con una manciata di arzilli ottuagenari. La metà dei sedici romanzi che ha firmato è dedicata infatti ai vecchietti protagonisti del "BarLume", la popolare serie edita da Sellerio che è diventa anche una seguitissima produzione Sky Original

"Un buon scrittore deve distillare"

L'ultima storia, arrivata in libreria pochi giorni fa, si intitola "Bolle di sapone" e ruota attorno a un duplice omicidio che coinvolge una coppia proprietaria di una nota catena di pizzerie. Poco più di duecento pagine declinate con la solita riconoscibilissima ironia, e imbastite nella misura breve e quasi colloquiale del racconto.   

"Quando si prende un libro in mano, ci si concentra e il mondo intorno scompare. Non è una cosa facile - racconta Malvaldi durante 'Incipit', la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri -  Per questo, un buon scrittore deve distillare, non descrivere tendine, attardandosi su dettagli che il lettore immagina già".

"I miei libri sono troppo brevi?", si domanda sempre Malvaldi. "Bene, significa che li hai finiti. La cosa che uno scrittore deve assolutamente evitare è che uno pianti in asso la storia.  Se invece l'ha trovata troppo breve, beh, vuol dire che evidentemente non gli è bastata. E a me questo, onestamente, appare un gran complimento".

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