Dal Louvre torna a Ravenna la "Madonna in Trono con Bambino" per i 700 anni di Dante

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Realizzata tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, la scultura che proteggeva il sarcofago di Alighieri ritorna nella sua città di origine dopo circa 160 anni, in occasione della mostra "Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio" organizzata per le celebrazioni per il Sommo Poeta nel settecentesimo anno della sua morte

Erano 160 anni che il prezioso altorilievo in marmo, che in origine proteggeva il sarcofago di Dante Alighieri, non faceva ritorno a Ravenna. Direttamente dal Louvre arriva ora in prestito, in occasione delle celebrazioni per il Sommo Poeta nel settecentesimo anno della sua morte, la Madonna in Trono con Bambino, realizzato alla fine del XIII secolo, raffigurante la Vergine seduta in trono drappeggiata all’antica con in braccio il Bambino che benedice con la mano destra. L’occasione è la mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio” a cura di Massimo Medica, in programma presso la Chiesa di San Romualdo di Ravenna dal 24 aprile al 4 luglio 2021.

L'opera fu donata nel 1884 al Louvre

Dopo la morte avvenuta tra il 13 e il 14 settembre del 1321, a seguito di una missione diplomatica a Venezia, Dante venne sepolto a Ravenna in una piccola cappella addossata al muro del convento di San Francesco, che anticamente era conosciuta come “La Cappella della Madonna” proprio per via della presenza di una antica immagine mariana, che lo studioso Corrado Ricci identifica con quella oggi conservata al Museo del Louvre. A seguito di diverse trasformazioni del sepolcro di Dante e della ricostruzione da parte dell’architetto Camillo Morigia, la Madonna fu del tutto rimossa e si persero le sue tracce fino a quando, verso il 1860, fu acquistata a Ravenna da un collezionista francese il barone Jean-Charles Daviller (Roma, 1823-Parigi, 1883) che nel 1884 la donò al museo del Louvre. Ancora oggi nel museo Dante di Ravenna si trova un calco in gesso dell’opera, donato alla città nel 1921 dal governo francese, in occasione delle solenni celebrazioni del VI Centenario della morte dell’esule fiorentino.

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