Sandro Veronesi vince lo Strega: da Cassola al calcio, 4 curiosità sull'autore del Colibrì

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Filippo Maria Battaglia

Per lo scrittore toscano si tratta di un bis: aveva già vinto con "Caos Calmo", ma non è il primo a ricevere il premio due volte. Laureato in architettura, è un grande tifoso della Juventus, ama i difensori, gli scrittori Cassola e La Capria ed è convinto che "la migliore descrizione che si possa dare di qualunque posto è raccontare cosa vi succede"

Duecento: tanti voti sono serviti a Sandro Veronesi per vincere il Premio Strega del 2020. Dietro l'autore del "Colibrì", edito dalla Nave di Teseo, si sono piazzati Gianrico Carofiglio con "La misura del tempo", Valeria Parrella con "Almarina", Gian Arturo Ferrari con "Ragazzo italiano", Daniele Mencarelli con "Tutto chiede salvezza" e Jonathan Bazzi con "Febbre" (qui le interviste ai finalisti).

E' un bis ma non è la prima volta che accade

Classe 1959, una laurea in architettura, per Sandro Veronesi quello di quest'anno è un bis: quattordici anni prima aveva già vinto il più importante premio italiano con "Caos Calmo". Attenzione, però: non si tratta di un inedito assoluto. Un altro scrittore, Paolo Volponi, aveva già vinto due volte, ma a distanza di molto piu tempo (qui la gallery con i vincitori). E non è stato il solo a provarci. Nel 1971, dieci anni dopo averla spuntata con "La ragazza di Bube",  Carlo Cassola andò di nuovo in cinquina con uno dei più bei romanzi del dopoguerra italiano, "Paura e tristezza", ma si piazzò dietro a Raffaello Brignetti.

Uno scrittore di realtà

Nel "Colibrì" Veronesi scrive che "la migliore descrizione che si può dare di qualunque posto è raccontare cosa vi succede". In un rigo e mezzo c'è la sua visione: Veronesi, infatti, è un grande scrittore di realtà. "Da due secoli molte delle belle menti delle lettere italiane  sono schierate contro l'idea che il romanzo abbia verità", ha raccontato durante la rubrica "I consigli di lettura" sull'account Instagram di Sky Tg24. Prima di aggiungere: "Io sono invece dell'idea che può portare più realtà di quella che c'è. La cosiddetta realtà aumentata, nella letteratura, c'è dai tempi di Victor Hugo e molti grandi scrittori del Novecento italiano ne sono la più compiuta dimostrazione".

Cassola, La Capria e Bassani

A proposito di scrittori italiani: quali sono gli autori che Veronesi ha amato di più? L'autore di "Caos Calmo" ha citato spesso Alberto Moravia, Raffaele La Capria,  Giorgio Bassani e lo stesso Cassola. Dovendo scegliere due romanzi su tutti, sempre durante l'intervista sull'account Instagram di Sky Tg24, ha puntato dritto su "Ferito a morte" di Raffaele La Capria e "Una relazione" di Carlo Cassola (qui trovate cinquanta suggerimenti da parti di altri scrittori ed editori).

L'amore per la Juve, per i difensori e per Montero

Libri, ma non solo. Una delle passioni di Veronesi è il calcio. L'autore del "Colibrì" è un grande tifoso della Juventus. In un'altra intervista, ha confessato il suo amore per i difensori e, in particolare, per Paolo Montero, raccontando di seguirlo dai tempi in cui militava per l'Atalanta e di averlo preso "anche al fantalcio". Se fosse un personaggio letterario, ha detto, sarebbe un tipo tosto e umile, qualcuno che non ti stanchi di raccontare. "Uno, insomma, come Gabriel Oak, il fittavolo tra i protagonisti di 'Via dalla pazza folla' di Thomas Hardy: tenace e solitario, ma al tempo stesso il classico tipo che, comunque vada, ti salva tutto".

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