Terry Gilliam e il suo Don Chisciotte, le maledizioni sui set

Spettacolo

Denise Negri

Foto tratta dal set di "L'uomo che uccise Don Chisciotte" (foto: Diego Lopez Calvin)

Sta per arrivare in sala il film più difficile del regista innamorato del romanzo di Cervantes, tra mulini a vento e torti riparati. Un grande affresco picaresco sul potere dell’immaginazione. Un set sfortunato che però non è l’unico caso nella storia del cinema

Venticinque anni per fare un film. In mezzo molte vicissitudini, alcune sfortune, due decessi e una causa legale. Visto però che stiamo parlando del regista Terry Gilliam sappiamo tutti che il signore statunitense naturalizzato britannico non è di quelli che si arrendono facilmente. Era già stato presentato come film di chiusura dell’ultimo Festival di Cannes, dopo il via libera del Tribunale di Parigi chiamato in causa per una lunga diatriba produttiva. Un piccolo malore per l'eclettico Terry, qualche giorno in ospedale e poi giusto il tempo per riprendersi e presentarsi sulla Croisette con una delle sue colorate sciarpe ed ecco la proiezione dell’iconico e agognato "L'uomo che uccise Don Chisciotte". C'era stata una pioggia torrenziale che aveva distrutto il set, c'erano state lunghe malattie e poi i due decessi per gli attori scelti per interpretare il "cavaliere" protagonista del libro di Cervantes (John Hurt e Jean Rochefort), c'era stata appunto la difficoltà nel trovare finanziamenti, stop durato anni e persino un documentario che ne raccontava le folli vicissitudini. Infine c'è il film con Jonathan Pryce che è sceso dai palcoscenici teatrali per salire a cavallo e c'è un bravissimo Adam Driver, che interpreta un regista prodigio che racconta un film nel film. Il risultato lo si vedrà in sala nei prossimi giorni e se il film inevitabilmente risente di tutto questo caos, il maestro Gilliam ne dovrebbe essere più che soddisfatto.

Gli altri film "maledetti"

Del resto ci aveva provato, invano, anche Orson Welles a raccontare in pellicola i mulini a vento e la storia del cinema è piena di strane sfortune legate ad alcuni film. A volte persino tragedie. Tra le più famose la pallottola che uccise Brandon Lee sul set de "Il Corvo" a soli 28 anni, o l’uccisione di Sharon Tate da parte della setta di Charles Manson, incinta anche lei come la protagonista del film "Rosemary's baby" girato un anno prima dal marito Roman Polanski. Sono morti tutti i tre attori principali di "Gioventù bruciata" a partire da James Dean che si schiantò in macchina a pochi giorni dall’uscita del film, poi toccò a Sal Mineo accoltellato per strada e Natalie Wood annegata dopo una serata sullo yacht con il marito Robert Wagner e l'amico Christopher Walker (circostanze mai del tutto chiarite). Beh, poi ci sono stati i decessi di 9 persone che a vario titolo hanno lavorato a "L'esorcista", oltre ad incidenti, incendi e oggetti che si spostavano da soli sul set, così come la maledizione attorno a "Poltergeist" tra scheletri veri o finti e decessi più o meno violenti e improvvisi di alcuni protagonisti. Insomma Terry Gilliam in fondo può ritenersi abbastanza soddisfatto e scaramantico a tal punto da potersi permettere di dire ridendo: "Un sequel del mio film? Ma siete matti questo basta e avanza. Ora sono stanco e penso solo alla morte". Ovviamente auguriamo lunga vita al signore del Monty Python.

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