Scala, le nuove stelle del corpo di ballo danzano “Le Corsaire”

Spettacolo

Chiara Ribichini

Una scena de "Le Corsaire". Archivio Fotografico Fondazione Teatro alla Scala
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Al Piermarini, per la prima volta, in scena il balletto firmato da Anne-Marie Holmes che con questa versione ha vinto un Emmy Award. Sul palco gli artisti del teatro, tra cui i neo primi ballerini e solisti. Come Martina Arduino, Virna Toppi e Timofej Andrijashenko 

Un debutto, una nuova produzione. Ma, soprattutto, l’occasione per far brillare sul palco del Teatro alla Scala di Milano le nuove stelle del Corpo di Ballo. Tra i protagonisti di Le Corsaire, il balletto in scena fino al 17 maggio nella versione firmata dalla coreografa canadese Anne-Marie Holmes che per la prima volta arriva al Piermarini, ci sono infatti i neopromossi primi ballerini/e e solisti/e. Sette artisti in tutto che arricchiscono così la rosa dei danzatori di punta del Teatro alla Scala. A vincere il recente concorso per primi ballerini Martina Arduino, Virna Toppi, Timofej Andrijashenko , mentre Alessandra Vassallo, Maria Celeste Losa, Christian Fagetti e Nicola Del Freo sono stati promossi solisti. Non sorprende dunque la scelta del direttore del Corpo di Ballo Frédéric Olivieri di portare in scena una nuova produzione senza guest ma tutta affidata alle “forze interne”. Danzatori che la coreografa Holmes non esita a definire “semplicemente meravigliosi”.

Una versione da Emmy

Danzatori messi alla prova da un balletto estremamente complesso e virtuosistico. “Se non avete mai visto un balletto è questo il balletto da vedere. E’ così speciale, ricco di momenti di grande bravura per gli artisti, forse più di ogni altro balletto” sottolinea la coreografa che con questa sua rilettura del celebre balletto ottocentesco ha vinto anche un Emmy Award (grazie alla realizzazione cinematografica) e ha salvato, come lei stessa racconta in conferenza stampa, l’American Ballet da un momento economicamente difficile in cui rischiava la bancarotta.
Un successo che è forse anche merito dei tagli che la Holmes ha voluto fare all’originaria coreografia di Marius Petipa, lunga e piena di parti mimiche ormai anacronistiche. “Ho voluto tagliare dei punti che non ritenevo interessanti ma assolutamente stupidi” dice scherzando. E ricorda quando, negli anni Novanta, prese un aereo da Tokyo per Mosca per andare a discutere proprio della possibilità di lavorare a una nuova versione di Le Corsaire. Una versione che ora approda finalmente al Teatro alla Scala.

Scena completamente dipinta e oltre 180 costumi

Finalmente perché erano oltre dieci, come la stessa coreografa ha ricordato in conferenza stampa, che aveva iniziato a lavorare con la scenografa Luisa Spinatelli per rappresentarla al Piermarini. Da quando Elisabetta Terabust, celebre danzatrice e poi direttrice anche del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala scomparsa recentemente, le aveva chiesto di iniziare a lavorarci.
“Per una serie di motivi non sono mai riuscita a portare a termine questo Corsaro alla Scala e ora finalmente sono qui. Luisa Spinatelli ha degli appunti di tanti anni fa e finalmente ora lo portiamo a termine”. Pe la scenografa non è certo un debutto ma un grande ritorno. “Sono felice di tornare alla Scala con questo titolo. Sono nata alla Scala. Attraverso il balletto ho fatto un’esperienza che ho poi riportato anche nel mondo della lirica. Amo il balletto anche perché si usa molto la scena dipinta, fiore all’occhiello della tradizione italiana che si sta un po’ perdendo a vantaggio di scene per lo più costruite” spiega. E aggiunge: "I miei costumi sono stati definiti di leggerezza". E di costumi, per Le Corsaire, ne ha realizzati 180.

La musica come un puzzle

Sul podio Patrick Fournillier, specialista del repertorio francese. “In Scala mi sento a casa” confessa. E sulla partitura: “E’ come un puzzle. E’ fatta di piccoli pezzi che durano due o tre minuti. Sono in tutto 60/63 numeri diversi. E’ come un patchwork. La difficoltà sta proprio in questo, nel rendere omogeneo un balletto costruito su tanti piccoli numeri”. Anche per lui è però una prima volta: “E’ il mio primo Corsaro e l’ho affrontato come sono solito fare: leggo la partitura e mi faccio ispirare, mi costruisco la mia idea. Non sento mai le versioni di altri direttori d’orchestra, c’è il rischio di esserne influenzati”.

Le nuove stelle della Scala

Sul palco ci sono loro, i giovani talenti del Corpo di Ballo. “E’ la mia prima Medora, sono cresciuta guardando il dvd dell’American Ballet Theatre con Julie Kent ed Ethan Stiefel nei ruoli principali. Ed ora tocca a me” sottolinea la prima ballerina Nicoletta Manni. “Holmes ha un carisma che ci aiuta tantissimo, sia da un punto di vista artistico che tecnico” aggiunge il neo primo ballerino Timofej Andriajashenko.
Così il danzatore Marco Agostino: “Lavorare con la Holmes vuol dire prendere direttamente dalla fonte lo spirito del balletto”. Un balletto, Le Corsaire, assente dal Teatro alla Scala da quando, nell’Ottocento, venne messo in scena da Giovanni Gallerai la prima versione basata su The Corsair di Lord Byron (nel 1826) e nel 1857 da Domenico Ronzani e che entra ora nel repertorio con questa nuova produzione.

 

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