Rete unica in Italia, via libera del governo. Le tappe dell'operazione: a che punto siamo

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La realizzazione di una sola infrastruttura a banda larga, per portare la fibra e internet veloce nelle case, è uno dei temi più complessi per il nostro Paese. L’obiettivo è quello di colmare il digital divide con gli altri Stati. Tutto quello che c’è da sapere sull’operazione

Un’unica rete a banda larga per portare la fibra, e quindi internet più veloce, in tutte le case degli italiani. È uno dei temi più complessi e strategici per l’Italia. Dopo due anni di accelerazioni e frenate, l’operazione sembra essere a un punto di svolta con i prossimi passi che potrebbero rivelarsi decisivi. L’obiettivo è quello di colmare il gap tecnologico del nostro Paese con gli altri Stati. Durante il vertice di maggioranza del 27 agosto è stato dato il via libera unanime al percorso individuato fra Cdp e Tim per la costituzione della società che gestirà le infrastrutture della rete unica a banda larga. Intanto c’è attesa per il consiglio d’amministrazione di Tim di lunedì 31 agosto che dovrebbe portare all’accordo per l’ingresso del fondo statunitense Kkr con una partecipazione in FiberCop.

Cos’è FiberCop?

FiberCop è la nuova società creata ad hoc nella quale verrà scorporata la rete secondaria di Tim, quella che dagli armadietti in strada arriva direttamente nelle abitazioni degli utenti. Fino a questa fase, anche Fastweb è stata partner di Tim nel cablare diverse città attraverso la joint venture Flash Fiber, e sarebbe intenzionata a investire anche sulla rete secondaria di Tim. 

L’intesa con Kkr

La trattativa con Kkr stava per essere siglata il 4 agosto, ma una lettera dei ministri dell'Economia, Roberto Gualtieri, e dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, al cda di Tim aveva di fatto 'sospeso' l’operazione. Con il consiglio d’amministrazione del 31 agosto e l’eventuale accordo tra Tim e Kkr, si darebbe via libera alla realizzazione della rete unica mettendo insieme tutte le infrastrutture Tim con quelle di Open Fiber. 

 

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Chi è Open Fiber?

Open Fiber è l’altro grande operatore che si occupa di banda larga controllato per il 50% da Enel e per l’altro 50% da Cdp, cassa depositi e prestiti. L’obiettivo del Governo è quindi quello di far nascere una sola società con partecipazione pubblica, per lo sviluppo tecnologico del Paese.

Nodo da sciogliere: chi prenderà in mano la rete?

Il punto più importante della trattativa è proprio quello relativo a chi controllerà una rete così importante e vitale per l’interesse pubblico. Tim punta a mantenere la maggioranza, ma il ministero dell’Economia, al di là dei futuri assetti proprietari, ribadisce l’importanza di una assoluta autonomia e terzietà della gestione, la natura aperta della rete e la parità di trattamento di tutti gli operatori.

 

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La posizione dei sindacati

Contrari a una rete unica pubblica sono i sindacati che hanno chiesto al Governo un tavolo urgente. Per Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil le scelte che si stanno compiendo “in queste ore avranno dei risvolti sul progresso del Paese ma anche sulla tenuta occupazionale di un comparto strategico - hanno scritto in una lettera al presidente Giuseppe Conteche, soprattutto in una fase economica quale quella che stiamo attraversando, potrebbe invece candidarsi ad essere volano di sviluppo ed occupazione”. I sindacati sarebbero più favorevoli a una rete unica la cui maggioranza resti a Tim senza scissioni perché ritengono che occorra “un soggetto forte, capace di sostenere ingenti e costanti investimenti nello sviluppo della rete non solo come cavo di connessione ma come sistema intelligente ed evoluto”. Il soggetto idoneo, secondo Cgil, Cisl e Uil, sarebbe Tim ma “con un diverso assetto societario rispetto a oggi”.

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