Gli istituti del Vecchio Continente vengono periodicamente sottoposti ad alcune prove da parte dell’Autorità bancaria europea. L’obiettivo è misurarne la tenuta in caso di crisi finanziarie o economiche
Gli stress test sono le prove a cui periodicamente l'Autorità bancaria europea (Eba) sottopone le banche dell’Unione, misurando la loro tenuta nel caso in cui si realizzasse uno scenario economico e finanziario particolarmente avverso.
La storia degli stress test
Nel 2016 la bocciatura accelerò la corsa verso la crisi di Mps, poi evitata grazie all'intervento dello Stato. Nel 2018 la banca senese è stata esclusa dall'esame, perché è sottoposta a un Piano di ristrutturazione concordato con le autorità europee. Sono invece stati di nuovo 'radiografati' altri 48 istituti europei, di cui quattro italiani: Intesa, Unicredit, Ubi Banca e Banco Bpm. Non ci sono promozioni o bocciature, ma solo un'indicazione di cosa succede a ognuna di fronte allo scenario avverso.
L’adeguatezza patrimoniale
Anche Bper, Mediobanca, PopSondrio, Iccrea, Credem e Carige sono stati sottoposti a un esame. Per loro non c'è pagella, ma i risultati forniranno alla Bce una base per stabilire i requisiti di adeguatezza patrimoniale (Srep) dei singoli istituti. Lo scenario avverso considerato per gli stress prevede per l'Italia un calo del Pil cumulato del 2,7% nel triennio 2018-2020. La fotografia si basa sui bilanci 2017.