Laurearsi in Italia conviene? Ecco quanto incide sul futuro stipendio

Economia
Francesco Di Blasi

Francesco Di Blasi

Quanto paga investire in un'istruzione universitaria? Con i dati dell'Osservatorio JobPricing possiamo delineare l'influenza di una laurea sul guadagno futuro e il tempo necessario per il ritorno dell'investimento iniziale.

Laurearsi o non laurearsi? L’interrogativo riguardo alla scelta tra proseguire gli studi o immergersi direttamente nel mondo del lavoro accomuna molti studenti. I dati dell’Osservatorio JobPricing aiutano a dare uno sguardo approfondito alla situazione e sono un'ottima fonte di orientamento per chi deve prendere questa scelta.

Laurearsi conviene, ma è un investimento che cresce nel tempo

Se si osservano i dati sulle retribuzioni di laureati e non laureati è chiaro che un titolo universitario permette di raggiungere, in media, retribuzioni maggiori rispetto a chi non lo possiede.

 

Il vantaggio retributivo di un laureato rispetto a un non laureato si allarga nel tempo con l’avanzare dell’età. Nei primi anni di carriera, tra i 25 e i 34 anni, un laureato guadagna il 22,6% in più di un non laureato. Ma con l'età e l'esperienza, questa cifra cresce notevolmente. Dai 35 ai 44 anni, la differenza sale al 38% e dopo i 55 anni, il divario sale al 79%.

 

Il vantaggio dei laureati si manifesta anche grazie alla maggiore probabilità di ricoprire ruoli di responsabilità, come dirigenti o quadri. Posizioni che spesso sono fuori dalla portata di chi decide di non laurearsi.

Lo stipendio di laureati e non laureati

Non conviene fermarsi alla laurea triennale

Non tutte le lauree sono uguali per quanto riguarda il ritorno economico. Quelle che garantiscono vantaggi maggiori sono le cosiddette lauree STEM, che riguardano gli ambiti, tecnologici, ingegneristici e matematico-scientifici, ma anche il livello di laurea che si consegue, determina il valore della retribuzione.

 

Chi raggiunge una laurea magistrale o un master di primo livello registra un incremento che va dal 40 al 42% rispetto ai soli diplomati con un titolo di istruzione secondaria superiore. Sorprendentemente, non vi sono grandi divari tra chi ha un diploma superiore e chi ha una laurea triennale. Invece, chi prosegue con un Master di II livello dopo la laurea magistrale vede un ulteriore balzo del 16%.

 

In generale, la prosecuzione degli studi e l’ottenimento di titoli più avanzati, implica un progressivo miglioramento della propria condizione economica. L’unica eccezione è tra chi ottiene un Master di I livello e chi raggiunge la laurea magistrale. In questo caso, chi ha solo un Master di I livello tende a guadagnare poco più di un laureato magistrale, nonostante un titolo inferiore.

La differenza di reddito in base al livello di laurea

Dopo quanto si recupera l’investimento di una laurea?

Il conseguimento di una laurea comporta un investimento temporale e finanziario. Sebbene un laureato possa guadagnare di più, inizierà a farlo con un certo "ritardo" rispetto a un suo coetaneo non laureato che ha iniziato a lavorare prima di lui.

 

La domanda sorge spontanea: quanto tempo ci vuole per recuperare l’investimento in istruzione, i mancati guadagni e, in altre parole, il ritardo accumulato rispetto a un coetaneo non laureato? In media, se un laureato inizia a lavorare a 25 anni, tra i 16 e i 20 anni avrà recuperato l’investimento fatto.

 

Queste tempistiche possono variare in base a vari fattori, come il luogo di residenza durante gli studi (in sede o fuori sede) e la tipologia di ateneo scelto. Ad esempio, per chi si laurea presso atenei come il Politecnico di Milano o di Torino, noti per la loro specializzazione in materie tecniche e scientifiche, il periodo di recupero si riduce: bastano circa 13 anni per chi risiede in sede e 16 per chi proviene da fuori sede.

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