Cassa depositi e prestiti, cos'è e quali sono le sue funzioni

Economia
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Nata nel 1850 a Torino con la funzione di custodire i "Depositi", è diventata con il tempo il braccio finanziario dello Stato. Dispone di un patrimonio di 410 miliardi di euro. È controllata per l’82% dal ministero dell’Economia e per il 15% da fondazioni bancarie

Il premier Giuseppe Conte e i ministri Tria e Di Maio, insieme al Sottosegretario Giorgetti, hanno raggiunto l'intesa sul nome di Fabrizio Palermo (CHI È), attuale direttore finanziario della Cassa depositi e prestiti, come amministratore delegato dell'Istituto. Cassa depositi e prestiti (Cdp) può essere considerata un forziere dello Stato che con i risparmi postali degli italiani dispone di un patrimonio di 410 miliardi di euro. È fuori dal perimetro della pubblica amministrazione ed è di fatto il braccio finanziario del governo. È una società per azioni controllata per circa l'80% dal ministero dell'Economia e delle Finanze e per il 15% circa da diverse fondazioni bancarie.

La nascita prima dell’Unità di Italia

La Cassa depositi e prestiti è nata nel 1850 a Torino, prima del Regno d'Italia, con la funzione di custodire i "Depositi" in "luogo di fede pubblica" e quasi subito ha cominciato a finanziare gli enti dello Stato sabaudo. Con l’Unità incorporò le casse degli altri Stati italiani, e nel 1875 creò i libretti di risparmio postale, mentre i buoni fruttiferi arrivarono nel 1924. Da 165 anni la Cassa è contemporaneamente la cassaforte dello Stato e "il luogo di fede pubblica" per tanti risparmiatori italiani, piccoli e piccolissimi. Ma non solo. Fin dall’inizio è stata la protagonista dell'ammodernamento dell'Italia dalla sua nascita ad oggi, contribuendo come braccio finanziario dello Stato alla realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche, attraverso i finanziamenti concessi agli Enti locali.

La svolta degli anni '80

Questa è stata la Cassa Depositi Prestiti per oltre un secolo e mezzo. Poi è arrivata la svolta. Negli anni Ottanta comincia il processo che porterà nel 2003 alla trasformazione dell'istituto di via Goito in Società per Azioni. Cdp Spa si apre a investitori privati ed esce dal perimetro pubblico. Un dettaglio, quest'ultimo, che permette di non consolidare il debito di Cdp con il debito dello Stato e nello stesso tempo evitare che i finanziamenti della Cassa vengano considerati aiuti governativi. Con l'avvento della costituzione in Spa, nel capitale di Cdp entrano insieme al ministero del Economia e delle Finanze, che oggi ne detiene l'80,1%, le fondazioni bancarie, attualmente titolari del 18,4% delle azioni (il restante 1,5% e' rappresentato da azioni proprie della stessa Cdp). Comincia così il processo che porterà Cdp a diventare anche ente finanziatore di imprese private.

Da cassaforte a ente finanziatore    

Il primo passaggio è nel 2009-2010 con l'apertura al credito alle Piccole e medie imprese (Pmi) e poi nel 2011 con investimenti in equity (cioè attraverso l'ingresso nel capitale di società private considerate imprese strategiche) attraverso il Fondo Strategico Italiano (80% Cdp e 20% Bankitalia). L'anno dopo, nel 2012, Cdp diventa supporto delle privatizzazioni e acquisisce il 100% Fintecna (proprietaria di Fincantieri), Sace e Simest. Entra come soggetto strategico nella rete energetica del Paese acquisendo Snam da Eni e costituendo Cdp Reti, la holding che detiene la stessa Snam e Terna. Sulla base del valore totale della sua attività, rappresenta oggi la terza istituzione bancaria italiana più grande dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo.

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