Violenza economica, come aiutare le donne a riconoscerla e combatterla

È la forma di violenza più silenziosa, quella più difficile da riconoscere. La violenza economica è uno strumento di controllo che si manifesta generalmente nella sfera familiare e avviene quando vengono messi in atto comportamenti che impediscono e ostacolano l’indipendenza economica delle donne. Ed è il risultato di stereotipi di genere ancora radicati: da una ricerca di ActionAid pubblicata pochi giorni fa è emerso che la violenza economica è accettabile da un un uomo su tre. In una coppia, il controllo economico può passare attraverso decisioni che possono sembrare innocue, spiega a SkyTG24 Insider Maria Rosaria Rapolla, psichiatra del Centro per Uomini Autori di Violenza Andrea di Milano: “Non preoccuparti, gestisco io il tuo stipendio” è una forma di controllo subdola molto diffusa. E la violenza economica si basa su stereotipi di genere estremamente radicati, come quello secondo cui le donne non sono portate per le materie economiche: “Ancora in molte famiglie i conti li fa l’uomo, la donna deve pensare alle cose di casa, svolgere il ruolo di cura nella coppia”. Quello economico, spiega la psichiatra, “è uno strumento potentissimo di controllo dell’altro. E se ci sono figli questo tipo di controllo ha potere su tutto il nucleo familiare, per cui la donna che vuole interrompere una relazione tende a sopportare anche una condizione di violenza perché senza uno stipendio non saprebbe dove andare, e rischierebbe di danneggiare i figli”. Una delle forme più sottili di questo tipo di violenza è rappresentata dai casi in cui in una coppia la donna non lavora e il partner delega e lei la gestione dei soldi, incolpandola se i conti a fine mese non quadrano: “Se i soldi non bastano la colpa è tua, sei tu che sei incapace”, è una delle espressioni più ricorrenti. E per evitare che dinamiche come queste si manifestino avere un proprio conto corrente è uno strumento fondamentale di libertà e autodeterminazione, spiega la psichiatra, sottolineando che "è fondamentale anche avere un accesso personale, individuale. Senza dover rendere conto al partner”. In Italia però ancora oggi una donna su cinque non dispone di un proprio conto corrente: solo il 67% della popolazione femminile ha un accesso autonomo ai soldi. L'esperta racconta che gli uomini autori di violenza con cui lavora manifestano estrema difficoltà nel riconoscere di agire questo tipo di violenza: “Io non la controllavo, la aiutavo perché non è capace”, commentano spesso. Oppure: “Io metto da parte il mio stipendio, mentre per le spese usiamo il suo”. Alla base la credenza introiettata che l’economia sia "roba da uomini": se le donne non sono in grado gestire le grandi finanze pubbliche non possono occuparsi nemmeno dell'economia domestica. L'impegno dell'Associazione Bancaria Italiana In questa direzione le banche possono ricoprire un ruolo importante per promuovere l’autonomia finanziaria, tassello alla base della parità di genere. Mettendo in campo strumenti concreti, come il decalogo pubblicato dall’Associazione Bancaria Italiana su come Gestire i propri soldi a partire dal conto bancario. “L’impegno del mondo bancario in questo senso è forte e costante, favorendo educazione e competenza finanziaria e crescente conoscenza dei servizi bancari, per scelte economiche consapevoli”, dice a SkyTG24 Insider Marco Elio Rottigni, Direttore generale ABI. “Come Associazione bancaria italiana con il Dipartimento per le Pari Opportunità e la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, costituita da ABI, abbiamo promosso un Protocollo d’intesa per favorire possibilità di sinergie e rafforzare percorsi di formazione e informazione”, spiega Rottigni. E in occasione del 25 Novembre, ABI, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno sottoscritto un nuovo Protocollo per il contrasto alla violenza sulle donne: il documento si articola su quattro nuovi elementi che si affiancano alla sospensione del pagamento della quota capitale dei mutui ipotecari o dei crediti ai consumatori con il corrispondente allungamento del piano di ammortamento, completando un quadro di tutela più ampio e incisivo. La violenza economica è più difficile da riconoscere rispetto ad altre forme di violenza più tangibili. In quali modi può manifestarsi? La violenza economica può avere conseguenze molto importanti su vulnerabilità e indipendenza delle persone. Si tratta di azioni che mirano a ostacolare - fino a impedire - l’accesso alle risorse economiche, attraverso forme di controllo finanziario come la limitazione nell'utilizzo dei conti correnti e di pagamento e nella gestione delle finanze familiari, ma anche alle opportunità di crescita lavorativa, professionale e formativa, rendendo molto difficile per le persone colpite uscire dalla relazione di coppia in cui si trovano. Come si può prevenire questo tipo di violenza? Mantenere una propria indipendenza economica è una delle protezioni più importanti. Per prevenire la violenza economica è utile poter gestire in autonomia la propria situazione finanziaria e così rafforzare indipendenza e sicurezza economica. È importante avere la possibilità di gestire il proprio denaro e i propri risparmi attraverso strumenti finanziari personali, anche tutelando accessi, password e documenti. E poter pianificare il proprio futuro anche in senso previdenziale. Per le donne vittime di violenza rafforzare la propria capacità di autodeterminazione può essere estremamente difficile. Quando si vive una situazione di violenza non si può costruire un’autonomia economica da sole. Per questo è fondamentale riuscire a chiedere aiuto. D’altra parte, per fare fronte a questo tipo di violenza di genere e fare emergere le situazioni di fragilità, è necessario l’impegno di ogni parte economica e sociale, ciascuno con il suo ruolo e specificità. Quali strumenti pratici mettete in campo per promuovere l'autonomia finanziaria? Il mondo bancario opera su più livelli, anche attraverso programmi di formazione interna ed esterna. Proprio per presentare la voce unita del mondo bancario contro la violenza di genere, con le banche abbiamo costruito un nuovo set materiali di comunicazione digitali a disposizione di tutti per sensibilizzare sul tema. Inoltre, aderiamo alla campagna mondiale Orange the World, promossa da UNWomen delle Nazioni Unite, per affermare con più forza l’impegno per la parità di genere. E poi le iniziative di confronto con le banche sulle tematiche della diversità e dell'inclusione con la firma della carta “Donne in banca” che abbiamo promosso per la valorizzazione di genere come risorsa chiave per lo sviluppo delle imprese. In Italia solo una donna su cinque ha un conto corrente intestato personalmente. Serve un cambiamento culturale perché questa percentuale aumenti? Il contesto economico e sociale è complesso, ma con elementi utili da considerare. In particolare, Banca d'Italia segnala che il divario di genere nelle conoscenze finanziarie è pari al 7,2 per cento, ma si riduce, fino quasi a dimezzarsi, tra le donne occupate, e che tra lavoratori e lavoratrici non si rilevano differenze significative nel possesso di un conto corrente o nell’uso degli strumenti di pagamento. Inoltre, segnala che a parità di condizioni, l’alfabetizzazione e l’inclusione finanziaria contribuiscono anche ad annullare il divario nella capacità di far fronte a shock. L'educazione finanziaria è uno strumento cruciale. Certo: se l’indipendenza economica si basa anche su un adeguato livello di educazione finanziaria, che consente un uso consapevole e coerente degli strumenti finanziari in funzione delle proprie esigenze, è quanto più importante puntare a sinergie costanti ed efficaci per promuovere un cambiamento culturale che coinvolga tutta la società, con politiche pubbliche efficaci e iniziative del settore privato che rafforzino l'inclusione finanziaria. In questi giorni abbiamo promosso un primo tavolo di dialogo esteso su educazione finanziaria, autonomia personale e inclusione con 35 diverse realtà, istituzionali e non. L’obiettivo è proseguire su questa strada nella consapevolezza che il percorso per essere collettivo ed efficace deve poter contare su alleanze e impegno continuo.

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Violenza economica, come aiutare le donne a riconoscerla e combatterla

Giulia Mengolini