Argentina, Milei sotto pressione tra austerità e sondaggi

Nel dicembre 2023, Javier Milei è stato eletto presidente dell’Argentina con una promessa radicale: porre fine all’inflazione cronica e al disordine fiscale che da decenni affliggevano il Paese. Economista libertario e outsider politico, Milei ha conquistato il voto popolare con un programma di austerità estrema, liberalizzazione del mercato e riduzione drastica dello Stato. Nonostante il calo dell’inflazione, e la riduzione del deficit, la ripresa economica tarda ad arrivare, e il malcontento sociale cresce. Non a caso in questo ultimo periodo sono emerse delle sfide importanti sia sul piano economico che su quello politico. In questa fase complicata, c’è però un punto di forza per il governo di Milei. Il sostegno incondizionato degli Stati Uniti, annunciato dal Presidente Trump e successivamente ribadito dal Segretario del Tesoro, Scott Bessent. A che punto è l’economia dell’Argentina? Nei primi mesi del suo mandato, Milei ha varato un programma di tagli eliminando sussidi, riducendo la spesa pubblica e liberalizzando il mercato valutario, permettendo al peso argentino di tornare a fluttuare liberamente rispetto al dollaro. Il risultato è stato un calo impressionante dell’inflazione: dal picco del 290% su base annua di aprile 2024 si è scesi a un tasso annuo del 30% nell’agosto 2025. Il deficit fiscale primario è stato azzerato e il governo ha smesso di finanziare la spesa pubblica con emissioni monetarie della banca centrale, una pratica che aveva alimentato l’iperinflazione negli anni precedenti sotto i governi peronisti. Questi risultati, però, sono arrivati a caro prezzo. La popolazione ha subito un forte calo del potere d’acquisto e la povertà è aumentata soprattutto nei primi mesi del 2024. Nell’ultimo trimestre l’economia ha mostrato un primo segnale negativo con una contrazione del PIL dello 0,1% su base trimestrale . Negli ultimi 22 mesi decine di migliaia di posti di lavoro sono andati persi a causa della dura campagna di austerità. Secondo i sondaggi, il sostegno a Milei è sceso a circa il 40% rispetto a circa il 50% dell’anno precedente. Più della metà degli argentini ritiene che l’economia sia peggiorata rispetto all’anno scorso e disapprova la gestione del governo, secondo le rilevazioni di D’Alessio IROL e AtlasIntel. Negli ultimi sei mesi la valuta argentina ha perso oltre il 24% del suo valore rispetto al dollaro. Le perdite potevano essere anche maggiori, se non fosse che negli ultimi giorni il peso è riuscito a recuperare parzialmente grazie al sostegno americano. La sconfitta elettorale Gli sforzi di Milei di abbassare l’inflazione e sanare il bilancio hanno avuto delle conseguenze politiche. 7 settembre 2025, Milei ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni provinciali di Buenos Aires, dove il suo partito, la Libertad Avanza, è stato battuto dalla coalizione peronista Fuerza Patria con un margine significativo . Questo risultato ha rappresentato un campanello d’allarme in vista delle elezioni legislative di midterm del 26 ottobre, mettendo in discussione la tenuta politica del suo governo. La sconfitta è stata aggravata da scandali interni, tra cui quello che ha coinvolto la sorella del presidente, Karina Milei, accusata di corruzione in un caso legato all’Agenzia nazionale per la disabilità. A contribuire all’incertezza politica e sociale anche il superamento ai veti di Milei a ristabilire alcuni finanziamenti per istruzione e sanità. L’appoggio incondizionato degli Stati Uniti In questo contesto di instabilità, l’amministrazione Trump ha offerto un sostegno senza precedenti al governo argentino. Il segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, ha annunciato sulla piattaforma X la negoziazione di una linea di credito swap , da 20 miliardi di dollari. Con la possibilità di acquistare direttamente titoli di Stato argentini in risposta alla fuga degli investitori. L’intervento dell’amministrazione Trump mira a rafforzare le riserve valutarie del Paese e a stabilizzare i mercati in vista delle elezioni di ottobre. Trump ha inoltre espresso un appoggio personale a Milei, definendolo un alleato strategico e lodando il suo piano economico. L’iniziativa include anche contatti con aziende statunitensi interessate a investire in Argentina, segnalando una possibile apertura verso una cooperazione economica più profonda tra i due Paesi. Ma il sostegno incondizionato di Donald Trump sarà sufficiente a far risalire Javier Milei nei sondaggi?

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Aleksandra Georgieva