Dazi Usa sull'acciaio, in Ue a rischio circa 1 milione di tonnellate con tariffe al 15%

Economia

L'allarme lanciato dall'industria siderurgica europea Eurofer, che ricorda come resti alta l'incertezza per l'acciaio europeo.  Nel 2024, con un dazio al 2,5%, l'Ue aveva esportato circa 760mila veicoli negli Usa, corrispondenti appunto a circa 1 milione di tonnellate di acciaio di cui stima possa scomparire una "parte significativa"

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Una "parte significativa" di circa 1 milione di tonnellate di acciaio dell'Ue potrebbe scomparire già a causa dei dazi Usa del 15% previsti attualmente per i veicoli Ue e senza ancora considerare le tariffe Usa al 50% che gravano sul comparto. È l'allarme dell'industria siderurgica europea Eurofer, che ricorda dunque come resti alta l'incertezza per l'acciaio europeo.  Nel 2024, calcola Eurofer, con un dazio al 2,5%, l'Ue aveva esportato circa 760mila veicoli negli Usa, corrispondenti appunto a circa 1 milione di tonnellate di acciaio di cui stima possa scomparire una "parte significativa".

Impatto pesante anche per la filiera a valle

Eurofer comunque sottolinea che l'incertezza per il settore rimane elevata soprattutto per via della tariffa al 50% che continua a gravare sull'export diretto di acciaio e alluminio dall'Ue verso gli Stati Uniti, ancora irrisolto dopo la dichiarazione congiunta Ue-Usa adottata ieri a valle del vertice del 27 luglio tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Si attende ancora chiarezza, infatti, sul futuro sistema di quote che dovrebbe sostituire le attuali misure. "Il testo resta vago ma riconosciamo gli sforzi della presidente von der Leyen e del commissario Šefčovič", ha dichiarato Axel Eggert, direttore generale di Eurofer. "È necessario però avviare subito i lavori per ripristinare l'accesso preferenziale ai volumi tradizionali di acciaio Ue negli Stati Uniti, perché non c'è ancora una scadenza e già si accumulano ritardi, come dimostra l'attuazione dell'accordo Usa-Regno Unito".  Secondo Eurofer, il cosiddetto 'ring-fencing', la creazione di barriere per proteggere i mercati interni dalla sovraccapacità globale, implica un allineamento stretto dei regimi di importazione tra Bruxelles e Washington. Per questo la Commissione europea, con la proposta attesa a settembre di una nuova misura di difesa commerciale, dovrà dimostrare "azioni coraggiose" scrive l'associazione a tutela della capacità produttiva interna.  L'impatto delle tariffe, secondo l'associazione, rischia di essere pesante anche per le filiere a valle, ma gli studi indicano che l'effetto di una difesa più forte dell'acciaio europeo sui settori utilizzatori sarebbe "trascurabile".  Il settore, ricorda ancora Eurofer, ha già perso dal 2018 circa un milione di tonnellate di export verso gli Usa per effetto delle tariffe della sezione 232, scendendo da 4,6 a 3,8 milioni di tonnellate nel 2024, di cui 600.000 soggette a dazi del 25%. Complessivamente, l'associazione calcola che dal 2018 l'industria siderurgica europea abbia perso 30 milioni di tonnellate tra mercato interno ed estero, a causa della sovraccapacità globale - spinta da Asia, Nord Africa e Medio Oriente - e della flessione della domanda nei settori utilizzatori.  "Le ultime tariffe Usa del 25% introdotte a marzo e del 50% a giugno hanno già avuto un impatto distruttivo", avverte l'associazione, chiedendo che Bruxelles risponda con strumenti di difesa commerciale realmente efficaci e coordinati con Washington.

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