Quali sono (e come si definiscono) i Paesi più ricchi al mondo

Come ogni anno, anche nel 2025 l’Economist ha stilato la lista dei “Paesi più ricchi del mondo”. Ma come si definiscono concetti relativi come la ricchezza e il benessere? Non esiste un solo modo per misurare quanto bene si vive in un paese, ma combinando redditi, prezzi e tempo dedicato al lavoro, la classifica intende offrire un quadro più completo e realistico possibile della vera ricchezza delle nazioni: non solo quanto si guadagna, ma quanto vale quel guadagno nella vita quotidiana. Il settimanale britannico, infatti, ha classificato 178 paesi del mondo in base a tre indicatori economici diversi, ma complementari. Il primo indicatore è il PIL pro capite a tassi di cambio di mercato, ovvero il reddito medio per persona calcolato in dollari, senza alcun tipo di correzione. È un dato grezzo, semplice da comprendere e molto utilizzato, ma non tiene conto delle differenze di prezzo tra i vari paesi: mille dollari hanno un valore ben diverso a Zurigo rispetto a Bangkok. Il secondo indicatore corregge questo limite attraverso il concetto di parità di potere d'acquisto, che aggiusta i redditi in base ai prezzi locali. In questo modo, si ottiene una stima più realistica del livello di ricchezza, ovvero quanti beni e servizi le persone possono effettivamente comprare con la loro ricchezza. Il terzo indicatore, ancora più raffinato, tiene conto non solo dei prezzi locali ma anche delle ore lavorate. Questo criterio considera che non tutti i paesi lavorano allo stesso ritmo: alcune nazioni riescono a generare redditi alti con meno ore di lavoro rispetto ad altre. I Paesi più ricchi secondo le tre misure A guidare le tre classifiche sono rispettivamente Svizzera, Singapore e Norvegia, che tuttavia si classificano in posizioni anche piuttosto diverse a seconda dell’indicatore usato. Con oltre 100 mila dollari di reddito pro capite all’anno, la Svizzera è prima in termini assoluti, ma i suoi alti prezzi la penalizzano quando si considera il potere d’acquisto e così scende al quinto posto. Singapore è al primo posto quando si corregge il PIL pro capite in base ai prezzi locali: con stipendi medi alti e prezzi più contenuti, i redditi reali salgono. La Norvegia eccelle invece nella classifica che tiene conto anche delle ore lavorate: nel paese scandinavo si lavora poche ore e si guadagna molto, raggiungendo così un buon equilibrio tra vita e lavoro. Gli Stati Uniti, pur essendo l’economia più grande al mondo in termini di PIL totale, non dominano nessuna delle classifiche: si trovano al quarto, settimo e sesto posto rispettivamente. L’Italia, invece, non rientra nemmeno nella top 20 in nessuna delle tre categorie. Il paese più povero del mondo in termini assoluti è il Burundi, dove la maggior parte della popolazione ha meno di 17 anni e i redditi ammontano allo 0,15% di quelli svizzeri. Anche correggendo il PIL pro capite per il costo della vita, il divario resta abissale: secondo i calcoli dell’Economist, uno stipendio svizzero equivale al reddito di 100 cittadini del Burundi. Ci sono alcuni paesi il cui posizionamento varia molto a seconda della misura e delle peculiarità dell’economia locale. L’Italia è uno di questi, avendo un problema che condivide – a scenari invertiti – con la Nigeria: un piccolo gruppo di persone in età lavorativa sostiene economicamente un gruppo ben più grande. Nel nostro caso, quest’ultimo sono i pensionati, mentre in quello del paese africano le tante persone ancora troppo giovani per lavorare.

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Gianluca De Feo