Un azzardo da 157 miliardi: l’economia italiana che ruota intorno al gioco

Più della spesa sanitaria italiana nel 2022 . Più delle spese destinate dalla popolazione ai beni di largo consumo . La cifra che gli italiani hanno destinato ai giochi e alle scommesse nel 2024 supera entrambe e arriva a 157,4 miliardi di euro, quasi dieci miliardi in più rispetto al 2023. Si tratta del volume complessivo delle giocate, cioè della somma totale puntata dagli utenti, che non coincide con la spesa netta: una parte di questi soldi torna infatti ai giocatori sotto forma di vincite, anche se non a tutti e non in misura uguale. Un record economico che nasconde enormi rischi sociali, dall’impatto sui minori e le infiltrazioni criminali, come segnala il report “Giochi e scommesse: il labirinto dell’azzardo”, pubblicato dal Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti . Il labirinto dell’azzardo Per capire il fenomeno dei giochi e delle scommesse in Italia bisogna fare un passo indietro e partire da altri dati: quelli su debito, salute e povertà. Nel 2023, il debito medio era infatti pari a 9.949 euro a cittadino e più di tre quarti della popolazione aveva ricorso a un finanziamento. Nello stesso anno, oltre 3,3 milioni di famiglie avevano ridotto o rinunciato a cure per motivi economici: nel 2024, il numero è raddoppiato, raggiungendo i 6 milioni di persone, ovvero circa un italiano su 10. Il Rapporto su povertà ed esclusione 2024 della Caritas riferisce cifre simili: una persona su 10 in Italia vive in condizioni di povertà assoluta. Negli ultimi dieci anni l’aumento è stato ininterrotto, passando dal 6,9% della popolazione nel 2014 al 9,7% del 2023, pari a circa 5 milioni di poveri assoluti. In questo contesto, “il ricorso ai giochi continua a rappresentare il modo col quale tanti individui credono di poter cambiare la propria vita ma in realtà, fatte salve rarissime eccezioni, il sistema è congegnato per redistribuire micro-vincite e soprattutto per accrescere i guadagni dei concessionari del gioco”, si legge nel documento del CNCA. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Un sistema in cui l’offerta è sempre più ampio: nello studio si legge infatti infatti che in Italia esistono 55 tipologie diverse di lotterie istantanee e 47 di “gratta e vinci”. Più di 15 milioni è inoltre il numero di conti gioco aperti, ovvero account aperti sui siti dei principali rivenditori e che permettono al giocatore di acquistare la giocata ovunque si trovi, dal momento che si può accedere al conto gioco sia dal computer che da telefono o tablet. Un dato rilevante, alla luce del fatto che il gioco d’azzardo online, che contribuisce in modo assai meno significativo alle entrate fiscali dello Stato rispetto a quello fisico, è certamente in crescita, pur non avendo dati certi. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Tra i profili dei principali giocatori in Italia, troviamo anche i minorenni: secondo i dati raccolti sul portale Gioco responsabile, i gen Z, ovvero le persone tra i 14 e i 19 anni, rappresentano il 37% degli scommettitori. Lo rilevavano già i dati dell’indagine Health Behaviour in School-aged Children realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2022: su un campione di circa 90mila studenti intervistati tra gli 11 e i 17 anni, la percentuale di quindicenni che ha dichiarato di aver scommesso o giocato del denaro almeno una volta nella vita è pari al 34,7%. Il ruolo dello Stato e della criminalità organizzata “Per decenni ci hanno raccontato che, se lo Stato avesse gestito direttamente il comparto dei giochi e delle scommesse, si sarebbero sradicati tutta quella serie di fenomeni degenerativi che l’azzardo produce, a tutto beneficio delle casse erariali. Tuttavia, in questo tempo, il corso degli eventi ci consegna una situazione molto diversa”, si legge nel report del CNCA. E i dati confermano questa promessa tradita: anche nel 2024, a fronte di introiti pari a 157 miliardi di euro, il sistema azzardo ha versato nelle casse dello Stato 11,5 miliardi di euro. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Non solo: numerose indagini hanno messo in evidenza la capacità delle organizzazioni criminali di inserirsi nella filiera del gioco in tutto il territorio nazionale. L’Ufficio informazioni finanziarie di Banca d’Italia , ovvero l’unità speciale di Banca d’Italia che si occupa del riciclaggio di denaro, aveva infatti stimato che nei soli primi sei mesi del 2019 la criminalità organizzata avesse riciclato circa 250 milioni di euro attraverso il gioco d’azzardo. Un rapporto dell’Intelligence italiana del 2021, citato nel report del CNCA, riferisce infine del “coinvolgimento di esponenti mafiosi in una variegata gamma di condotte illecite che vanno dalla mera manomissione delle apparecchiature all’interno delle sale da gioco, alla raccolta illegale delle scommesse, anche mediante piattaforme informatiche dedicate, fino alla realizzazione di veicoli societari volti a schermare la riconducibilità delle attività di gioco agli interessi del crimine organizzato”.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Un azzardo da 157 miliardi: l’economia italiana che ruota intorno al gioco