Energia elettrica, perché i prezzi in Italia restano tra i più alti in Europa

Il peggio è passato e il meglio deve ancora venire. Il problema è che non si sa se arriverà. Perché quando si parla del prezzo dell’energia elettrica in Italia, la storia assume una trama familiare: la congiuntura economica incide su quanto famiglie e aziende spendono ma alla fine, anche quando il momento più difficile è alle spalle, si torna sempre al punto di partenza. Ovvero alla constatazione che, in Italia le bollette risultano tra le più alte d’Europa. Perché? All'ingrosso Partiamo dall’inizio, anzi dalla fine. Ovvero dall'invasione russa dell’Ucraina che ha contribuito a far schizzare il costo all’ingrosso dell’elettricità, con l’Italia tra le principali vittime dei rincari. Da allora - il picco si è toccato nell’agosto 2022 - i prezzi sono progressivamente scesi fino a ritornare ad una parvenza di normalità. Il fatto è che questa normalità vuol dire un costo medio dell’elettricità in Italia tra i più alti in Europa quando non, come nel caso dell’ultimo mese registrato, il più alto: 111 euro medi per MWh, contro i 60 della Germania e i 32 della Francia. ... e al dettaglio Va meno peggio per i consumatori finali. Se il mercato all’ingrosso piange, quello al dettaglio comunque non ride. O meglio, non ridono le famiglie tricolori: in Europa sono stabilmente tra quelle che pagano le bollette più alte. Se si guarda all’ultimo semestre del 2024, i nuclei familiari italiani figurano infatti nelle prime posizioni della classifica di chi spende di più. E questo vale sia per quanto riguarda i costi delle bollette in euro, sia se si tiene conto del potere d’acquisto della valuta nei vari Paesi. In un caso o nell’altro poco cambia: tra le maggiori economie continentali solo in Germania, nell’ultimo trimestre dello scorso anno, le tariffe sono state più alte. Mentre in Francia e in Spagna, in media, le famiglie tendono a godere di tariffe più favorevoli. A tutto gas Ma quali sono le ragioni di questa situazione? Una recente analisi della società di consulenza Accenture puntava il dito su vari fattori. Tra questi, la dipendenza ancora troppo alta dai combustibili fossili e soprattutto dal gas naturale. A confronto con le maggiori economie europee, nel 2024 l’energia elettrica italiana proveniva per il 44% da questa fonte, contro il 16% della Spagna, il 16,6% della Germania e il 3,4% della Francia. Analogamente, rispetto agli altri Paesi Ue lo Stivale risulta indietro per l’apporto delle rinnovabili, che hanno costi di produzione più bassi . Secondo i dati dell’ufficio statistico dell’Unione europea Eurostat, solo il 38% dell’energia elettrica consumata in Italia nel 2023 proveniva da solare, eolico e compagnia contro una media Ue del 45%. Ancora maggiore il distacco da Paesi come Spagna e Germania nei quali l’energia elettrica consumata era generata, rispettivamente, per il 57% e il 52% a partire da rinnovabili. Il risultato di questa combinazione di fattori fa sì che in Italia il gas finisca per avere un peso eccessivo sulla determinazione del prezzo. E questo non è un bene. Secondo il rapporto Draghi sulla competitività europea, nel 2022 il costo all'ingrosso dell’energia elettrica italiana dipendeva per l’88% dal gas, la percentuale più alta della Ue. E come osservava sempre lo studio Accenture, la maggiore volatilità di questa risorsa, soprattutto in momenti di tensione geopolitica come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, si trasferisce sul prezzo. Il nodo delle tasse Ma non si tratta solo di gas, che pure, come abbiamo visto, pesa. Ci sono di mezzo anche altri protagonisti negativi in questa storia. Anzi, altre protagoniste. Vale a dire le tasse che, per quanto riguarda le imprese italiane, sono tra le più alte d’Europa. Nel secondo semestre del 2024, secondo i dati Eurostat, le imposte non recuperabili hanno pesato sulle bollette elettriche aziendali tricolori per il 27% del costo, vale a dire più di un quarto del totale. Per capire che è tanto, forse troppo, bisogna fare dei confronti. E scoprire che la percentuale dell’Italia è poco meno del doppio della media Ue . Soltanto in Polonia la quota è stata più alta: 37%. Nel caso delle famiglie la situazione migliora leggermente, almeno a confronto con gli altri stati europei. Nello stesso periodo preso in considerazione, infatti, le tasse hanno inciso sulle bollette dei nuclei familiari del Belpaese per il 28%, anche qui, più di un quarto del costo complessivo e comunque più della media Ue . Insomma, meglio ma non bene. Vale a dire, sempre la stessa storia.

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