Tasse 2025, per l’Italia nodo Irpef e digitalizzazione: la classifica Ue

Economia
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Introduzione

I “Campionati europei delle tasse” consistono in un confronto tra i principali Paesi dell'Unione Europea e dell'area Euro, per valutare le aliquote fiscali e le riforme in atto. Si tratta di un'analisi comparativa, che si tiene nel primo trimestre dell’anno, e che mette a confronto i sistemi fiscali dei diversi Paesi, con particolare attenzione alle imposte dirette, come l’Irpef, e indirette, come l’Iva.

 

L’analisi tiene conto anche degli impatti macroeconomici nel quadro di un contesto economico ancora segnato da inflazione moderata, tensioni geopolitiche e, soprattutto, da spinte verso la digitalizzazione dei sistemi fiscali: ecco cosa è emerso

Quello che devi sapere

Il bollettino delle entrate internazionali

Dal bollettino delle entrate internazionali del Dipartimento delle Finanze il primo trimestre del 2025 conferma come la partita fiscale europea sia in piena evoluzione, con Paesi che giocano strategie diverse tra aumenti delle aliquote Iva, riforme dell’Irpef e digitalizzazione degli adempimenti.

 

Per approfondire: 

Taglio dell'Irpef, seconda aliquota al 33% e pace fiscale: le prossime mosse del governo

Chi ha il primato del gettito tributario

Nei primi tre mesi del 2025, l’Irlanda si intesta il primato del gettito tributario con +17,5%, mostrando la migliore performance tra i principali Paesi rispetto allo stesso periodo del 2024.

 

Segue staccato di 5 punti percentuali il Portogallo con un incremento del gettito del 12,5%. Al terzo gradino del podio la Spagna, dove le tasse crescono del 9,7%, che supera di poco la Germania dove il gettito tributario è al +9,5% rispetto sempre ai primi tre mesi del 2024. 

 

Francia, Regno Unito e Italia

A crescere di più rispetto allo scorso anno è, comunque, la Francia che ha incassato imposte e tasse per un +7,6%. Lontane Regno Unito e Italia, rispettivamente a +4,7% e a +4,6%, dove rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso incassano meno e mostrano, come evidenzia il Dipartimento Finanze, un andamento in diminuzione rispetto all’intero 2024

 

Come si sta muovendo l’Italia

L’Italia mantiene un’aliquota Iva nella media europea e sta lavorando a una riforma Irpef che punta a ridurre la pressione fiscale sui redditi medio-bassi e quelli del ceto medio abbassando l’aliquota dal 35% al 33%, ma deve confrontarsi con un contesto europeo in cui la competizione fiscale è serrata e complessa

Quali sono le sfide per i Paesi dell’Ue

Come riporta Il Sole 24 Ore, la sfida per l’Italia e per tutti i governi del vecchio continente è quella di trovare il punto di equilibrio tra la necessità di tenere alte le entrate con la crescita economica e la sostenibilità sociale, in uno scenario globale che resta incerto e dinamico, soprattutto con gli annunci che arrivano da oltreoceano.

Aliquote Iva, dove sono più alte

Per quanto riguarda l’Iva, la classifica europea del 2025 vede l’Ungheria confermarsi al primo posto con l’aliquota ordinaria più alta, al 27%, seguita dalla Finlandia che ha recentemente aumentato la sua aliquota ordinaria al 25,5%, superando Croazia, Danimarca e Svezia (tutte al 25%)

La sfida delle aliquote Iva per l’Italia

L’Italia è al 13° posto con un’aliquota Iva del 22%, in linea con la media europea ma lontana dai livelli estremi. Il balzo in avanti più alto nel gioco delle aliquote Iva spetta alla Slovacchia che ha aumentato l’aliquota ordinaria di ben tre punti dal 20% al 23% e rivendendo al rialzo anche le aliquote agevolate nel tentativo di ridurre il deficit.

Digitalizzazione al centro delle riforme

Gli aumenti e le modifiche dell’Iva riflettono le strategie fiscali dei singoli Paesi per far fronte alle sfide di bilancio e per adattarsi a un’economia sempre più digitale. La digitalizzazione è al centro delle riforme Iva 2025, con l’estensione obbligatoria della fatturazione elettronica in tutta Europa, dove in Italia ora riguarda anche le partite Iva in regime di Flat Tax, e una maggiore flessibilità nell’applicazione delle aliquote ridotte, che ora coprono fino a 29 categorie di beni e servizi, inclusi prodotti ecologici e servizi sociali. 

L’Italia al lavoro per aliquote agevolate

Al Festival dell’Economia dei Trento, organizzato dal gruppo Sole 24 Ore, il viceministro all’Economia, Maurizio Leo ha annunciato che il Governo starebbe lavorando a un’aliquota agevolata (si ipotizza il 5%) sulle opere d’arte, proprio per rendere più competitivo il mercato italiano nel Campionato europeo delle Tasse. Oggi, infatti, l’arte in Italia paga il 22% contro aliquote tra il 5 e il 7% per altri Paesi come Francia e Germania

 

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