Da Cina a India, Apple cambia rotta contro i dazi di Trump

Apple ha pubblicato risultati superiori alle attese di Wall Street con vendite in crescita per i primi tre mesi dell’anno, nonostante le tensioni commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti. Durante la call con gli analisti in seguito alla pubblicazione dei conti, il CEO Tim Cook ha affermato che la società sta riducendo la propria dipendenza dalla Cina per i prodotti destinati al mercato statunitense. A partire dal trimestre di giugno la maggior parte degli iPhone venduti negli USA sarà prodotta in India, mentre quasi tutti gli altri dispositivi arriveranno dal Vietnam. Cook ha inoltre dichiarato che è "molto difficile" prevedere l'impatto dei dazi oltre il trimestre di giugno. “L'elefante nella stanza continua a essere la guerra commerciale, con Apple e Cook intrappolati nell'occhio del ciclone". Scrive in una nota Daniel Ives, Managing Director Equity Research Wedbush Securities. “Durante la conference call abbiamo appreso che l'India sarà la 'catena di fornitura di salvataggio' che dovrebbe aiutare Apple a navigare in questo contesto di tensione senza precedenti con la Cina”. I numeri del primo trimestre La società ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con un utile per azione pari a 1,65 dollari, sopra le stime di 1,63 dollari. Le vendite totali nel trimestre gennaio-marzo sono cresciute del 5% raggiungendo un fatturato di 95,4 miliardi di dollari, anche qui sopra le attese pari a 94,66 miliardi di dollari. I ricavi dell’iPhone, il prodotto di eccellenza della società di Cupertino, hanno raggiunto i 46,84 miliardi di dollari: altra crescita del 2%, grazie alla domanda per il modello più economico iPhone 16e. L’utile della divisione servizi, che include gli abbonamenti iCloud, AppleMusic ed Apple TV+, è rimasto sotto le stime: 26,65 miliardi di dollari rispetto alle attese degli analisti di 26,7 miliardi. Le mosse per mitigare l'impatto dei dazi Apple, tra le società tecnologiche americane più esposte alla guerra dei dazi, ha avviato il processo di riduzione della propria dipendenza dalla Cina. In particolar modo per la produzione dei dispositivi destinati al mercato statunitense. Il CEO Tim Cook, ha annunciato che a partire dal trimestre di giugno 2025, la maggior parte degli iPhone venduti negli USA sarà prodotta in India, mentre quasi tutti gli altri dispositivi, come iPad, Mac, Apple Watch e AirPods, arriveranno dal Vietnam. La mossa di cambiare i siti di produzione è parte della riorganizzazione del colosso tecnologico per affrontare l’impatto dei dazi dell’amministrazione Trump imposti sulla Cina. L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook ha, inoltre, sottolineato che “diversificare la catena di approvvigionamento è fondamentale per la sicurezza dell’azienda”. Ma prevedere l’impatto dei dazi sulla società oltre il trimestre di giugno è al momento “molto difficile”. Dazi, il prezzo dell'iphone potrebbe cambiare Le tariffe stanno mettendo sotto pressione i costi del produttore dell’iPhone. Nel trimestre di giugno 2025, l’azienda prevede un aumento dei costi di circa 900 milioni di dollari a causa delle imposte sulle importazioni, un problema che potrebbe aggravarsi nei mesi successivi. Attualmente, i prodotti importati dalla Cina sono soggetti a tariffe del 20%, mentre quelli dall’India del 10%. Se le tariffe sui beni cinesi dovessero salire al 50%, il prezzo di un iPhone 16 Pro potrebbe aumentare di 300-500 dollari. Fortunatamente, alcune esenzioni temporanee sulle tariffe per smartphone hanno aiutato Apple e altre società tecnologiche a limitare i danni, ma il futuro rimane incerto. Le sfide oltre i dazi Al di là delle sfide legate ai dazi a cui la società è particolarmente esposta, c'è anche quella dell’Antitrust. Una parte significativa dei profitti relativi alla voce “servizi” deriva da un accordo con Google, che paga fino a 20 miliardi di dollari all’anno per essere il motore di ricerca predefinito su Safari. Tuttavia, una recente sentenza dell'antitrust USA ha dichiarato questo accordo illegale, mettendo a rischio questi introiti. Non mancano sfide anche sul fronte dell’innovazione AI, il produttore di iPhone è in ritardo nello sviluppo di funzionalità di intelligenza artificiale per Siri, il ceo Tim Cook ha ammesso durante la call con gli analisti, che la società necessità più tempo per raggiungere standard di qualità elevati per stare al passo con gli altri colossi del tech.

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