Perché i Paesi europei vogliono riarmarsi
Economia
200, 500, 800 miliardi di euro in più per la spesa militare. Sentiamo sempre più spesso annunci del genere. Ciò che è certo è che gli Stati europei vogliono aumentare la spesa per la difesa. Ma quanti soldi in più servirebbero? E soprattutto, perché gli stati UE vogliono investire di più nella difesa?
Con l'invasione russa dell'Ucraina, il riarmo è diventata una priorità per quasi tutti i Governi europei. Ma per fare cosa? È una domanda più che legittima, che crea forti divisioni. La realtà è che oggi l'Europa non è autosufficiente per la propria difesa. In Italia, Germania e Regno Unito sono dispiegate decine di migliaia di soldati americani, che dispongono anche di armi nucleari. Di fronte a un attacco come quello che ha colpito da terra l'Ucraina, o dal cielo con i missili balistici iraniani Israele, il nostro stesso ministro della Difesa Guido Crosetto ha ammesso che l'Italia non sarebbe stata in grado di difendersi da sola. Pensate, per fare un esempio, che l’Italia alla fine della Guerra Fredda disponeva di migliaia di mezzi corazzati, mentre quelli oggi funzionanti e aggiornati sono forse un centinaio. E per la difesa dei cieli oggi disponiamo di sole 3 o 4 sistemi anti-aerei Samp-T, validi per difendere al più Roma e Milano. E nei rapporti tra Stati, queste cose contano: quando non si ha la capacità di difendersi si perde prima di tutto la credibilità per sedersi al tavolo delle trattative e far valere i propri diritti.

Quanti soldi servirebbero
Quanti soldi servirebbero dunque per tornare a dotarsi di una difesa autosufficiente? Gli esperti misurano la spesa militare in percentuale al Pil, cioè a quanto guadagna ogni anno un Paese. Gli Stati della Nato si erano accordati nel 2014 per raggiungere il 2% di spesa per la difesa. Per molti anni la stragrande maggioranza degli Stati non sono riusciti a centrare l'obiettivo, continuando a dipendere dalle forze armate americane. Ma con l'invasione russa molti Paesi si sono sentiti minacciati, e sono corsi ai ripari. L'anno scorso 23 Stati Nato su 32 hanno raggiunto l'obiettivo, anche Francia e Germania. Non noi italiani, che rimaniamo tra quelli che spendono meno, con circa 34 miliardi di euro all'anno. Per raggiungere il 2% dovremmo aggiungerci 10 miliardi ogni anno. Cioè i soldi che sono serviti al Governo per tagliare il cuneo fiscale a decine di milioni di italiani. Per arrivare fino al 3% che viene ora chiesto dagli alleati Nato, lo Stato dovrebbe sborsare oltre 66 miliardi di euro. Il doppio rispetto a oggi. Soldi che andrebbero trovati tagliando altre voci della spesa pubblica, aumentando le tasse o indebitando le future generazioni.

Eliminare i doppioni
Ci sarebbe in realtà un modo per rafforzare le difese senza svenarsi. Oggi gli eserciti europei ragionano spesso ognuno per sé. Ogni Stato si compra i propri carri armati, i propri aerei caccia, i propri obici. Moltiplicando le spese di sviluppo, acquisto e manutenzione. Vi faccio un esempio: per sviluppare il nuovo aereo caccia che prenderà il posto dell'F35 tra una ventina d'anni ci sono due alleanze. Francia, Germania e Spagna da una parte con un programma, e Italia, Regno Unito e Giappone dall'altra con un progetto del tutto simile. Difficile giustificare un simile doppione, coi tempi che corrono.