Dentro lo stabilimento di Fincantieri che produce le navi per la Marina a La Spezia
EconomiaL'impianto ha lavorato a pieno regime per rispondere agli ordini della Marina e in arrivo dall'estero. Ma trovare gli operai specializzati è sempre più difficile. Il racconto di Sky TG24
A Muggiano, nei pressi di La Spezia, dal 1883 prendono il mare per la prima volta le navi e i sommergibili per la Marina italiana. Sky TG24 è entrata nel cantiere navale di Fincantieri, parte del distretto dell'industria della difesa di La Spezia (il racconto dell'impianto di mezzi corazzati di Leonardo) che comprende anche il cantiere gemello di Riva Trigoso. Qui arrivano le lamiere di acciaio che vengono tagliate, saldate e assemblate per diventare unità navali militari. A Muggiano in particolare vengono installati i cannoni navali, i sistemi missilistici e tutta l’elettronica radar e di comunicazione. I due stabilimenti di Fincantieri, società controllata dallo Stato, occupano un’area di oltre 300mila metri quadrati, dove lavorano più di 2500 addetti. Lavoratori spesso difficili da trovare: "oggi cerchiamo figure altamente qualificate" - ci dice Dario Deste, direttore generale Navi Militari di Fincantieri - "ingegneri navali e meccanici, esperti di automazione, specialisti in cybersecurity, in intelligenza artificiale e nella propulsione green. E in più abbiamo bisogno di manodopera specializzata, e su questa ricerca soffriamo molto". Per ridurre la carenza Fincantieri sta investendo sulla robotica, per eliminare le mansioni più pesanti.
Il cantiere ha lavorato a pieno regime
Il sito ha dovuto far fronte a un deciso incremento di ordini. Dieci anni fa la Marina infatti lanciò un grido di allarme: a fronte di quarantacinque navi obsolete che sarebbero state radiate in un decennio, erano previste solo quindici nuove unità per sostituirle, come raccontato dal Capo di Stato Maggiore Enrico Credendino. Per correre ai ripari fu lanciato un piano da decine di miliardi da spendere entro il 2030. Gli investimenti hanno spinto il cantiere alla piena capacità: l’anno scorso proprio qui a La Spezia è stata ultimata la nave portaelicotteri Trieste, la più grande mai costruita in Italia per la Marina dal Dopoguerra a oggi, in grado di ospitare anche gli F-35 a decollo verticale.
Progetti comuni anti-frammentazione
In questo momento sono ormeggiate cinque imbarcazioni, tra cui due fregate per la Marina italiana che saranno consegnate nei prossimi mesi. Si tratta della "Spartaco Schergat" che verrà consegnata ad aprile e della "Emilio Bianchi" che vedrà la luce a luglio. Navi appartenenti alla classe Fremm, sviluppata congiuntamente alla Francia. Un esempio positivo, in un contesto dell'industria della difesa europea ancora troppo frammentato: secondo Deste "per avere una collaborazione industriale ci deve essere prima una forte intenzione politica per unire gli sforzi. Anziché cinque modelli di fregate europee ne dovremmo fare uno solo, anziché fare cinque cacciatorpedinieri diversi ne dovremmo fare uno solo". Passi in avanti sono già stati compiuti sul dominio navale: Italia, Francia, Spagna, Grecia, Norvegia, Danimarca e Romania collaborano allo sviluppo di una corvetta, promossa e co-finanziata dall'Unione Europea.
Ordini anche da Qatar e Indonesia
Le navi per la Marina italiana - al di fuori delle turbine a gas americane - sono quasi totalmente made-in-Europe e costruite all'80 per cento con componenti italiane. Un nuovo contratto da un miliardo e mezzo per due ulteriori fregate di nuova generazione è stato firmato, con la consegna fissata entro cinque anni. E gli ordini non si fermeranno: la Marina intende dotarsi di nuovi cacciatorpedinieri per la difesa aerea delle portaerei e del territorio nazionale, che oggi è garantito da due sole unità nazionali e dalla marina americana. Fincantieri qui a La Spezia non lavora solo per le forze armate italiane: gli ordini extra-europei più recenti sono arrivati dal Qatar a cui è stata consegnata un’unità anfibia e dall’Indonesia, che ha acquistato due pattugliatori.
Propulsione nucleare
Muggiano vanta anche una lunga storia di costruzione di sommergibili, oltre 100 dal 1909 ai giorni nostri: oggi ospita il sottomarino Romeo Romei in manutenzione e la costruzione di quattro unità di nuova generazione che entreranno in servizio dal 2027 in poi, dotati di uno speciale scafo amagnetico che riduce il rischio di essere individuati dai sonar nemici. E per le future generazioni di unità navali, Fincantieri lavora alla propulsione a idrogeno e anche quella nucleare grazie alla tecnologia dei nuovi reattori più piccoli, sia per i sottomarini ma anche per le navi come incrociatori e fregate.