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Partite Iva, cosa sapere su scadenze e tipologie di contributi da pagare nel 2025

Economia
©IPA/Fotogramma
Fisco, sanatorie e taglio tasse agitano la maggioranza
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Fisco, sanatorie e taglio tasse agitano la maggioranza
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Introduzione

Chi ha una partita Iva è obbligato al pagamento dei contributi, presso l’Inps o la cassa di categoria, che cambiano in base alla tipologia di attività svolta. Ecco quali sono e quali scadenze segnare sul calendario

Quello che devi sapere

Come funziona

  • Di solito, i commercianti e gli artigiani versano un importo fisso, ossia indipendente dal guadagno effettivo che generano, a cui va aggiunto un importo variabile quando superano la soglia minima prevista nell'anno in esame. I lavoratori autonomi, iscritti alla gestione separata Inps, invece, versano in percentuale sul reddito generato, ma non hanno contributi fissi. Gli iscritti all'albo professionale versano i contributi in base alle regole stabilite dalla propria cassa di previdenza privata

 

Per approfondire: Partite Iva, contributi ridotti e nuovi bonus. Le novità del 2025

Quanti e quali contributi si pagano

Oltre alle somme dovute al Fisco, coloro che operano con una Partita Iva devono anche versare dei contributi per alimentare la propria posizione previdenziale:

  • le professioniste e i professionisti iscritti a un albo professionale (tra cui ci sono avvocati, medici, architetti e giornalisti) corrispondono gli importi alla cassa di riferimento;
  • chi opera come professionista ma non rientra nella prima categoria deve, invece, iscriversi alla Gestione Separata Inps;
  • esiste, infine, sempre presso l’Inps la gestione dedicata ad artigiani e commercianti

 

Per approfondire: Flat tax, reddito dipendenti e pensionati per regime forfettario sale a 35mila euro

L’aliquota di riferimento

  • Generalmente, le contribuzioni dovute dai titolari di partita Iva si calcolano applicando l'aliquota di riferimento all'imponibile, definibili come la somma dei guadagni di un lavoratore o di una lavoratrice. In alcune circostanze, a prescindere dai ricavi ottenuti, esiste un importo minimo da versare. Per quanto riguarda i professionisti iscritti ai relativi ordini che hanno specifiche casse previdenziali di riferimento, le modalità di calcolo, così come le scadenze, variano da ente a ente

Il caso dei commercialisti

Un caso certamente particolare è rappresentato dai commercialisti, che ad oggi hanno due casse di riferimento:

  • I Dottori Commercialisti (sezione A dell’albo) devono iscriversi alla Cassa Commercialisti;
  • Devono invece risultare iscritti alla Cassa Ragionieri i “vecchi” ragionieri commercialisti, coloro che si abilitavano col solo diploma negli anni ’80 e ’90, e gli esperti contabili (sezione B dell’albo dedicata a coloro che risultano abilitati dopo la triennale)

Le scadenze per i commercialisti

  • Per i primi ci sono due appuntamenti principali, a maggio e ottobre relativi ai contributi minimi, più una serie di altre date da segnare in calendario. Discorso diverso, invece, per i secondi, che hanno un calendario di scadenze che va da febbraio e dicembre e calcoli più complessi rispetto ai Dottori Commercialisti

La gestione separata Inps

Per quel che riguarda i contributi Inps relativi ai professionisti senza cassa e quindi iscritti alla Gestione separata Inps, occorre versare un contributo variabile e in percentuale, ma se non si guadagna nulla non occorrerà pagare nulla. La recente circolare numero 27 del 30 gennaio 2025 dell'Inps ha specificato quali sono le aliquote contributive:

  • 25 per cento, aliquota contributiva Ivs (invalidità, vecchiaia, superstiti);
  • 0,72 per cento per la tutela relativa alla maternità, agli assegni per il nucleo familiare, alla degenza ospedaliera, alla malattia e al congedo parentale;
  • 0,35 per cento per il finanziamento dell’Iscro (l’indennità straordinaria di continuità e operativa)

Le scadenze

  • Le somme dovranno essere versate entro le scadenze previste per le imposte sul reddito: a giugno e a novembre

Chi deve aderire alla Gestione separata

Ma chi deve essere iscritto alla Gestione separata? Come si legge sul portale dell’Istituto, si devono iscrivere lavoratori e lavoratrici autonome che rientrano nelle seguenti categorie:

  • Senza Cassa previdenziale autonoma, titolari di partita Iva;
  • Nel settore sportivo dilettantistico;
  • Con Albo professionale e senza Cassa previdenziale autonoma;
  • Con Albo professionale e Cassa previdenziale autonoma, alla quale non sono tenuti alla contribuzione soggettiva in quanto incompatibili, ai sensi del relativo regolamento, perché coperti da altra forma di previdenza obbligatoria

Per artigiani e commercianti

  • I lavoratori manuali e i negozianti, al contrario, devono registrarsi presso la Camera di Commercio e alla specifica gestione Inps, che prevede il versamento dei contributi fissi Inps di circa 4 mila euro all'anno, suddivisi in quattro rate trimestrali. Sono previste differenti aliquote a seconda che si abbia un'età superiore o inferiore ai 21 anni. Per entrambe le categorie, le scadenze sono: 16 maggio 2025; 20 agosto 2025; 17 novembre 2025; 16 febbraio 2026

Le agevolazioni per le partite Iva in regime forfettario

Ci sono però anche dei vantaggi: i titolari di partita Iva in regime forfettario, iscritti alla gestione artigiani e commercianti, possono beneficiare anche di una diminuzione dei contributi dovuti. Due le agevolazioni disponibili:

  • la prima consente di ridurre del 35 per cento le contribuzioni da versare e deve essere richiesta entro il 28 febbraio o immediatamente dopo l'apertura della partita Iva;
  • la seconda è una novità della Legge di Bilancio 2025, che permette di risparmiare il 50 per cento del versamento delle contribuzioni dovute alla gestione artigiani e commercianti nei primi tre anni di attività ed è riservata esclusivamente alle nuove partite Iva

 

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